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Nardella: "No ad aumento delle tasse per far fronte alle esigenze del servizio sanitario"

Il sindaco interviene dopo le indiscrezioni su un possibile leggero aumento per i redditi più alti

Nessun aumento delle tasse ai redditi più alti per recuperare fondi da destinare alla sanità. E' l'opinione espressa dal sindaco Dario Nardella, intervistato questo pomeriggio a 'Primo Piano', su Rtv38.

"Non c'è dubbio che dobbiamo tornare il prima possibile a un regime di normalità per il servizio sanitario. Vale per tutta Italia. Purtroppo il grosso impegno che tutte le strutture sanitarie hanno dovuto mettere in campo per fronteggiare l'emergenza Covid ha portato a sottrarre energie alle attività che di solito i nostri ospedali e le nostre strutture svolgono. Occorrerà uno sforzo economico molto elevato, ma non si può chiedere alle popolazioni locali di dare ancora più soldi con l'aumento delle tasse per far fronte alle esigenze del servizio sanitario", le parole del sindaco a una domanda sull'opportunità da parte della Regione Toscana di aumentare l'addizionale Irpef e il bollo auto per far quadrare i conti gravati dall'emergenza Covid.

Dell'ipotesi parla oggi il quotidiano La Repubblica, secondo il quale il presidente Giani, di fronte ad un 'buco' stimato in oltre 500 milioni e con circa 45 milioni di euro ancora da trovare, starebbe pensando da un ritocco dell'Irpef - per i redditi più alti - e ad un leggero aumento del bollo (Repubblica parla di 2-3 euro a vettura). No secco però da Nardella.

"Ho delle perplessità - aggiunge il sindaco -, sul fatto di aumentare le tasse per finanziare il sistema sanitario quando possiamo utilizzare risorse che vengono proprio dalla Finanziaria del governo. Deve essere il governo a prendersi l'impegno ad aiutare le Regioni a trovare le risorse necessarie a ripristinare quei livelli di cure, di interventi nei nostri ospedali e nelle nostre strutture". Palla a Roma dunque. Il sindaco del resto ha sempre fatto vanto di tenere a Firenze l'addizionale Irpef comunale "più bassa d'Italia", allo 0,2%, uguale per tutti, a prescindere dal reddito.

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