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Crisi Coronavirus, Nardella: "Bomba sociale in arrivo. Turismo? Ingressi programmati ma no al numero chiuso"

Il sindaco: "Ripartire con aeroporto e Alta Velocità"

Il sindaco di Firenze Dario Nardella teme l'arrivo a settembre di una 'bomba sociale', in conseguenza delle sofferenze economiche inferte dal Coronavirus e dal lockdown.

"Mi pare - afferma intervenendo a 'Il Mattino di Radio 1'- che sia oggettivo. Solo in Toscana si parla di una perdita di 54.000 posti di lavoro".

Per questo Nardella chiede al governo di 'battere un colpo': "Ci vuole davvero una riforma shock che cominci dalla semplificazione. Una parola usata fin troppe volte ma ancora messa in pratica. Uno shock per il Paese significa ridurre drasticamente procedure, regole, vincoli".

Questo, precisa il sindaco di Firenze, "Con opportuni controlli dal punto di vista della legalità, perfino più severi di oggi, ma ex post".

La questione essenziale, per Nardella, è poter ripartire con le opere strategiche: "A Firenze siamo in attesa da troppo tempo di partire con i lavori dell'aeroporto, speriamo che tra poco riapra il cantiere dell'Alta Velocità".

"La situazione dei bilanci dei Comuni è ancora molto difficile - ha poi spiegato Nardella intervenendo a 'Circo Massimo' su Radio Capital -  Perché da un lato abbiamo ottenuto dal governo l'impegno a un pacchetto complessivo di 7 miliardi, dall'altro però queste risorse ancora non arrivano, se non in minima parte".

"I Comuni - aggiunge il sindaco - si stanno facendo carico dei ritardi a livello centrale per bilanciare i mancati introiti, stiamo sospendendo tutte le entrate perché ci rendiamo conto dell'emergenza sociale".

"Non so quanto ancora possiamo reggere - chiosa poi Nardella - . Certo non possiamo andare oltre alcuni mesi, perché dobbiamo comunque finanziare servizi essenziali".

Il sindaco torna inoltre a lanciare un appello all'esecutivo: "Il governo deve fare presto. Ho detto questo al presidente Conte agli Stati generali: il fattore tempo oggi è la variabile. E vale anche per la ripresa dei lavori pubblici".

Quindi il monito: "Se il decreto Semplificazione dovesse essere il topolino partorito dalla montagna - argomenta Nardella -  il governo perderebbe l'ultima grande occasione per far ripartire questo Paese e riacquistare credibilità agli occhi degli italiani".

Se le casse comunali 'piangono', tuttavia Nardella non intende rimpinguarle col flusso di denaro proveniente dal turismo di massa, un modello che il sindaco dice di voler superare, prima del ritorno dei turisti da tutto il mondo. 'No', dunque, al "mordi e fuggi in ciabatte" ma 'no', anche, al numero chiuso per i turisti.

"Il numero programmato si può fare, a Firenze già lo facciamo attraverso le prenotazioni online per i musei, spingendo sempre di più sulla digitalizzazione, ma immaginare delle città a numero chiuso mi pare non solo un'utopia, ma sbagliato" ha spiegato Nardella su Radio Capital.

Col numero chiuso "La città diventa un museo - dice Nardella -. E poi come facciamo a bloccare gli ingressi a chi arriva in treno o auto? Si può puntare, invece, su una strategia che guarda alla qualità".

Il sindaco pensa quindi a una 'terza via' tra "la sbornia turistica in ciabatte, mordi e fuggi e il coprifuoco imposto dalla pandemia che ha messo in ginocchio migliaia di aziende e decine di migliaia di posti di lavoro".

L'idea di Nardella mette al centro l'innovazione, attraverso un mix di misure come, ad esempio, l'ipotesi di ridurre l'imposta di soggiorno per chi si ferma più di una o due notti o l'uso della tecnologia per analizzare meglio i flussi turistici.

Al tempo stesso, il primo cittadino mira a incrementare il numero di università internazionali presenti a Firenze, in modo da attrarre sempre più giovani.

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