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Terremoto Sesto Fiorentino, il diktat Pd: "Trattiamo ma espulso chi vota sfiducia"

Il segretario metropolitano Incatasciato: "E' una vicenda locale, non c'entra nulla Sinistra Dem neppure lo scontro con Renzi". Poi la proposta: "Apriamo una fase congressuale a Sesto". Rabbia Biagiotti. Nardella: "In 8 bloccano un milione di cittadini"

“Se votano la mozione di sfiducia sono fuori dal Pd”. Fabio Incatasciato, segretario del Pd metropolitano di Firenze, interpellato dalla ‘Dire’ non ci gira troppo intorno: ad ogni azione una reazione, e in questo caso, la possibile decadenza del sindaco di Sesto Fiorentino, Sara Biagiotti, costerà agli otto consiglieri democratici, tra i 13 firmatari dell’atto di sfiducia indirizzato al primo cittadino e alla giunta sestese, la cacciata dal ‘pianeta dem’. Questo per quel che riguarda l’extrema ratio, se cioè l’atto di forza, nella sessione straordinaria del Consiglio comunale convocata il prossimo 21 luglio, si consumerà così come formalizzato da 13 consiglieri: 8 del Pd, 4 di Sel e un ex m5s. Tre correnti, due di minoranza, una interna alla maggioranza. Con una partita che, qualunque sarà il risultato, si giocherà tutta tra le fila del Partito democratico. 

Per questo Incatasciato, fissata la posta in palio, è al lavoro per far rientrare il dissenso, oggi al sapore dallo strappo deciso, in un ambito più dialogante. Partendo da una precisazione: “Conosco bene la situazione e prima di tutto mi sento di dire una cosa: questa è una vicenda tutta locale, non ha nulla a che vedere con Sinistra Dem. Non è ascrivibile ad un’azione contro Matteo Renzi”. Fatta la premessa, le trattative: “sto lavorando al caso ‘Sesto’, stiamo parlano” con gli otto dissidenti. Per la verità, precisa, “me ne sto occupando da circa un anno”, come dire che tra le parti in causa non è mai corso buon sangue. Prima della mozione “mi avevano chiesto di rimettere in discussione la giunta”, magari tramite rimpasto, così come “le modalità con cui sono state fatte alcune scelte di governo. Io su questo gli ho chiesto di aprire una discussione pubblica” in salsa “congressuale”. 

>>> I DISSIDENTI PD NON MOLLANO <<<

Fino al precipizio, sull’orlo del quale è finita l’amministrazione: “La loro risposta è stata la mozione di sfiducia, che dimostra come la situazione si sia compromessa. Noi però fino all’ultimo proveremo a farla rientrare”. Avete a disposizione circa 10 giorni, cosa proponete? “Prima di tutto ritirino la mozione di sfiducia” perché “la defenestrazione del sindaco Biagiotti non è giustificabile. Poi siamo disponibili a discutere il merito delle questioni, i temi sollevati, come ho detto anche aprendo una fase congressuale a Sesto Fiorentino”.

BIAGIOTTI – Tirata direttamente in causa, Sara Biagiotti mostra gli artigli: “Chi vuole bloccare l’aeroporto ha scelto la strada sbagliata”. Il sindaco rispedisce la palla mittente su uno dei grandi temi che l’hanno trascinata in una fase delicatissima per lei e il Comune. Si perché il sindaco va oltre la spada di Damocle che pende sul suo futuro e si getta nel racconto di quel che succederebbe se, nel Consiglio comunale straordinario convocato il prossimo 21 luglio, lo strappo arrivasse fino in fondo: decadenza dalla carica, scioglimento della giunta e del Consiglio. Un vulnus istituzionale a cui sopperirebbe un commissario prefettizio almeno fino a maggio 2016, stando alla legge, ovvero fino la prima tornata elettorale disponibile in calendario. 

Un commissario, sottolinea, che “valuta le cose da un punto di vista meramente tecnico”. Tradotto, spiega Biagiotti, “non ci sarebbero tutte quelle accortezze e quella sensibilità che caratterizzano il ruolo del sindaco”, cioè l’eventuale commissario “potrà andare ai tavoli libero da questa responsabilità”. Per tavoli, a proposito aeroporto, Biagiotti intende il tavolo ministeriale, che conduce la pratica, che dovrebbe essere convocato tra fine agosto e settembre: “Noi al piano di sviluppo di Peretola abbiamo già fatto le nostre osservazioni”. Così per l’aeroporto, così per l’inceneritore: “Sono opere- insiste- che andranno avanti senza nessuna mediazione politica, senza nessun confronto, nessuna opera di compensazione o contropartita. Perché il commissario deve solo realizzare le opere e amministrare l’ordinario”. E ancora. Alla mozione di sfiducia si arriva in “casi particolari, quando un sindaco ruba, quando i comuni vengono sciolti per mafia, gravi dissesti, non certo per posizionamenti o schermaglie interne”. Lo strappo si può far rientrare? “Chiaramente si può cercare di ricucire, ma devono prima ritirare la mozione”.

NARDELLA – Duro, come del resto lo era stato ieri, anche il sindaco di Firenze, Dario Nardella. La mozione di sfiducia? “Il rischio è che otto persone blocchino opere pubbliche decisive per area metropolitana. Lo sviluppo dell’aeroporto, 2000 posti di lavoro, investimenti del governo”. Poi la controffensiva: “Questi 8 si rendono conto della responsabilità che si assumono scaricando le responsabilità di tutto ciò su un milione di persone, gli abitanti dell’area metropolitana?”. Per il primo cittadino, infatti, “le istituzioni non sono giocattoli, non sono dei taxi che si usano a piacimento”. E non sono “taxi neppure” visto che non si tratta di “simboli per prendere voti salvo poi scaricarli o tradirli”. A Sesto, prosegue, “c’è un sindaco eletto che sta dove sta per lavorare”. Per questo “mi auguro che uno strappo del genere, se possibile, venga recuperato. Altrimenti ognuno si assumerà la propria responsabilità”.

SEL CON I DISSIDENTI – C’è chi sale sugli scudi e chi esulta. Come Sel: “La mozione di sfiducia non solo manifesta un dissenso politico trasversale che ha coinvolto opposizione e maggioranza, ma corrisponde a un disagio crescente ormai incontenibile dei cittadini”. A dirlo alla ‘Dire’ è l’onorevole Marisa Nicchi (Sel), che sposa l’azione dei 4 consiglieri comunali del proprio schieramento politico, firmatari, assieme agli 8 dissidenti Pd, della mozione con cui intendono sfiduciare il sindaco di Sesto Fiorentino, Sara Biagiotti. “È il momento di costruire a Sesto- sottolinea- una nuova alternativa di governo all'insegna della partecipazione e dell'ambiente”. Per Nicchi, infatti, “i consiglieri comunali sono l'espressione politica del dissenso sociale di Sesto e dei suoi abitanti, prevalentemente sui temi di aeroporto e inceneritore”. Per la deputata “è questo modo di governare che mette a rischio la partecipazione visto che Sara Biagiotti è la conseguenza di un diktat renziano”.
 

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