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Migranti, Nardella: “I Paesi europei spendono in armi il doppio che in cooperazione”

Il sindaco di Firenze commenta anche l' “aiutiamoli a casa loro” di Matteo Renzi: “Incidente comunicativo”

Il sindaco Dario Nardella è intervenuto, questa mattina ai microfoni di Radio24, sull' “incidente comunicativo” (come lo ha definito lo stesso Nardella) andato in scena sui social nella giornata di ieri, quando i responsabili della comunicazione del Pd hanno diffuso un post che, sintetizzando il pensiero di Matteo Renzi espresso nel libro 'Avanti', in uscita nei prossimi giorni, si concludeva con un, riferito ai migranti, “aiutarli a casa loro”.

Un post (lo potete vedere sotto) che ha suscitato un vespaio di polemiche, all'interno del Pd (con militanti spiazzati da una tale uscita), tra gli esponenti della cultura e della società civile. E tra l'ilarità del leader della Lega Nord Matteo Salvini, che rivendica la primogenitura di quello slogan. Renzi si è giustificato, in sostanza sostenendo che la frase è stata estrapolata dal contesto e da un discorso generale più ampio (vero, ma quelle parole, “aiutarli a casa loro”, nel libro ci sono).

Poco dopo la pubblicazione il post è stato cancellato, ma ormai era fatta la frittata (se di frittata si tratta, chi sa che l' “incidente comunicativo” non sia stato creato ad arte per valutare le reazioni).

“Al di là dell'incidente comunicativo, sull'immigrazione ho sempre visto da Renzi una posizione chiara, che è anche la mia: bisogna investire sulla cooperazione allo sviluppo", ha detto Nardella a Radio24, per poi aggiungere che “i Paesi europei spendono in armamenti il doppio di quanto investono in cooperazione”. C'è da dire che tra i Paesi europei c'è l'Italia, che proprio durante il governo Renzi ha aumentato le spese militari, tema a cui si aggiunge quello della ingente vendita di armamenti di diversi Paesi 'occidentali' a Stati dittatoriali.

Nardella ha concluso il proprio ragionamento tentando di smarcarsi dalla Lega Nord. “Per la Lega 'aiutiamoli a casa loro' è uno slogan, non è mai stato fatto (nell'ultimo governo Berlusconi, di cui faceva parte la Lega, gli aiuti alla cooperazione sono stati tagliati, ndr), mentre il governo precedente ha basato nell'Africa subsahariana il primo centro di riconoscimento dei richiedenti asilo. Noi, poi, con l'Università di Firenze abbiamo aperto una facoltà di architettura a Fez, in Marocco, dove si formano giovani marocchini per trovare lavoro nel loro Paese”.

Sul tema è intervenuto oggi anche Enrico Rossi, governatore della Toscana e presidente di Mdp-Articolo 1: “Ascoltiamo il Papa - ha scritto all'interno di un lungo post su Facebook -. E' necessario incrementare la cooperazione ma non possiamo pensare che basti e che non ci sia un obbligo di accoglienza, anche come dovere morale”.

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