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Migranti: guerra tra Nardella e Salvini sul decreto sicurezza

Per il sindaco di Firenze la legge è da riscrivere. Ed arriva il sostegno del governatore Rossi

Nardella è uno dei sindaci che ha seguito la proposta del sindaco di Palermo di non applicare il decreto sicurezza, anche se il primo cittadino di Firenze ha sottolineato che a Firenze "non violeremo nessuna legge, semplicemente 'azzereremo' gli effetti nefandi del decreto".

Ieri sera il premier Conte si è detto disponibile a incontrare Anci. L'iniziativa del presidente del consiglio non vedrà la partecipazione del vicepremier Salvini. " Con tutta la buona volontà - ha detto il ministro degli Interni alla trasmissione radiofonica Zapping -  ma il decreto sicurezza lo abbiamo già discusso, limato per tre mesi e migliorato. Lo ha firmato il presidente della Repubblica e adesso questi sindaci vorrebbero disattendere una legge firmata al presidente della Repubblica?".

Intanto il sindaco di Firenze è sempre più critico nei confronti del ministro degli interni, stamani al giornale radio di Radio1 ha dichiarato: "E' grave che un ministro smentisca il presidente del Consiglio. Mi auguro che l'incontro (tra il premier e i sindaci, ndr.) si faccia ugualmente perché con questa legge molti migranti verranno buttati in mezzo alla strada e diventeranno un pericolo sociale in mano alla criminalità. In realtà su una legge così delicata e importante il ministro dell'Interno non ha convocato tutti i sindaci per discuterne e quindi è bene che Decaro (presidente Anci) chieda un incontro anche per riscriverla. Io sono per riscriverla radicalmente. Nell'Anci c'è una maggioranza di sindaci che la pensa come me".

"Come chiede il Presidente Mattarella - ha concluso il sindaco -, è necessaria la collaborazione istituzionale. Il ministro dell'Interno dovrebbe farsi portatore delle preoccupazioni che i sindaci vivono quotidianamente".

L'appoggio di Rossi ai sindaci disobbedienti

Intanto anche il governatore della regione Rossi ha detto la sua su Facebook: "Cari Di Maio e Salvini ficcatevi in testa che non siete i padroni del Paese, smettete di abbaiare alla luna". Enrico Rossi si schiera così a fianco dei primi cittadini che non applicheranno il ddl sicurezza  che definisce "una legge disumana che mette sulla strada, allo sbando, decine di migliaia di persone che così diventano facile preda dello sfruttamento brutale e della criminalità organizzata, aumentando l'insicurezza".

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