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Matteo Renzi candidato premier? "Aspetto la legge elettorale, non so"

Lo ha detto il sindaco di Firenze ai microfoni di Rtl 102.5: "Sia consentito ai cittadini di scegliere il presidente del Consiglio e i parlamentari in modo libero"

Matteo Renzi, il sindaco rottamatore, uno dei volti giovani più noti nel panorama politico italiano, alla fine si candiderà o no alla guida dl Paese? Sì perché se è vero che le amministrative di maggio saranno decisive per comprendere il futuro dei partiti, compresa la ridefinizione di un nuovo scacchiere politico, all’orizzonte rimangono sempre le politiche della primavera del 2013, sempre che il Governo regga fino a fine mandato (il che non è per forza detto). I motori sono già in moto, pronti presumibilmente a ruggire alla fine della prossima estate. E Matteo Renzi, cosa farà da grande? Continuerà a governare Firenze o imboccherà la via per la capitale?.

“Non lo posso ancora sapere finché non decidono la legge elettorale, altrimenti rischio di candidarmi al niente, non lo so”. Così ha risposto Renzi questa mattina all’emittente radiofonica Rtl 102.5 all’interno del programma ‘Non Stop News’. Insomma, l’ago della bilancia della sua discesa in campo potrebbe essere la legge elettorale che in questi giorni la politica si è presa la briga di rivedere. Per adesso c’è una bozza di intesa che al sindaco non piace per niente. Anche se per adesso tutto è fermo al palo, e non è neppure detto che da qui alle prossime elezioni il Parlamento riesca a introdurre un nuovo meccanismo elettorale. Votare con una nuova legge o con l’attuale a firma Calderoli che Giovanni Sartori definì spregiativamente ‘porcellum’?.

Quello che auspica Renzi per adesso cozza con la traiettoria intrapresa in Parlamento. Un ritorno al proporzionale, liste bloccate, nessuna preferenza. Una sorta di fine del bipolarismo, visto che il sistema non prevedrebbe alleanze programmatiche prima del voto e quindi l’indicazione del candidato premier. Se passasse questa linea le coalizioni, così come le conosciamo, sarebbero messe in forte discussione. In sostanza gli accordi si farebbero all’interno del Parlamento, dopo la chiusura delle urne, numeri e seggi alla mano.

Addio colazioni, e quindi addio primarie, l’arma politica preferita dal Renzi nazionale.  “Decidano alla svelta” ha per questo sottolineato Renzi e “soprattutto sia consentito ai cittadini di scegliere il presidente del Consiglio e i parlamentari in modo libero, un po’ come succede nei Comuni”. L’idea del primo cittadino gigliato? “I partiti devono consentire alla gente di scegliersi le persone, perché un cittadino possa guardare in faccia i propri rappresentanti. Poi, se fa bene lo conferma, se fa male lo manda a casa e magari i politici proveranno l’ebbrezza di tornare a lavorare, che non è un’esperienza mistica, la fanno tutti gli italiani ogni giorno e possono farla anche i politici che perdono le elezioni”. Per questo “se ci sarà una legge elettorale libera ci saranno le primarie. Sicuramente, come spero, nel centrosinistra, ma credo anche nel centrodestra”. E lì, solo lì, all’interno di questo contenitore nazional popolare, potrebbe giocarsi le carte della leadership. Un progetto di lungo corso, nato ancor prima del Big Bang della Leopolda e che Renzi non ha mai nascosto dentro un cassetto, nonostante l’effetto Monti.
 

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