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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica

"Di Maio no, non ce la faccio più". Pd, lo sfogo dell'ex assessore: "Basta, lascio la tessera"

Massimo Mattei spiega la ragioni in un post su Facebook

"Non capisco più il partito al quale sono iscritto, che mi ha visto chiedervi il voto soltanto due anni fa e che ho sempre votato. E' un mio limite, forse sono invecchiato, sicuramente sono rimasto scottato, anche se a differenza di altri non vivo di ricordi e di rancori. Ma chi mi conosce sa che sono così".

"Ma non si può sempre tacere. E se in un vestito non ci entri più, non ci entri più, hai voglia di trattenere il fiato oppure di spingere". Sono le parole dell'ex assessore alla mobilità del Comune di Firenze ed ex candidato alle ultime elezioni regionali, Massimo Mattei.

"Quello verso la sinistra è per me, come diceva un poeta che ho tanto amato, 'un amore con gelosia'. Ma non ce la facevo più", ha spiegato in un lungo post su Facebook. "Per rispetto delle minime regole politiche ho comunicato stamattina al giovane e bravo segretario del mio circolo la decisione di lasciare la tessera del Partito Democratico. E successivamente ho scritto al segretario cittadino e alla segretaria metropolitana", ha fatto sapere.

Fra le ragioni che lo hanno spinto a questa decisione, ne ha elencate alcune. "Non l'ho compreso sulla guerra (come non compresi i bombardamenti su Belgrado vent'anni fa o giù di lì). Non lo comprendo sulla giustizia, dove vedo ancora un imbarazzante silenzio davanti allo strapotere di certe Procure. Non l'ho compreso nel periodo della crisi del governo Draghi, nella gestione delle alleanze elettorali dove si è voluto creare un accordo che chiedesse il voto sull'agenda del banchiere per poi allearsi con quelli che Draghi non l'avevano votato in Parlamento".

E poi la goccia che ha fatto traboccare il vaso: "Non l'ho compreso nella formulazione delle liste dove si è ricandidato il buon Casini, perché ci servirà un esperto di Costituzione nella prossima legislatura e abbiamo messo l'ottimo Ceccanti, grande costituzionalista, in una posizione di lista praticamente ineleggibile. Per tacere delle esclusioni della brava Giuditta Pini, di Luca Lotti, di Dario Stefàno in Puglia, della giovane Caterina Biti messa in fondo ad una lista quando si ricandida Fassino per la sessantesima volta, e per tacere dell'accordo che garantirà l'elezione di Di Maio sotto le nostre bandiere. Di Maio. No, dico, Di Maio".

"E' vero che il pericolo è fuori. E che fare i distinguo davanti alla probabilissima vittoria della destra può essere rischioso. - spiega - Ed infatti non faccio cambi di campo, rimango dalla stessa parte.

"Smetterò di scrivere di politica fino alle elezioni, ma credo che sarete talmente tanto bombardati da post e commenti che potrete fare tranquillamente a meno delle mie parole. La mia non è una scelta di disimpegno. Dalla politica non esco, mi fermo. Perché si può vivere bene anche del proprio lavoro e con i propri affetti, senza dover cercare per forza altri approdi. Anche perché non ho bisogno di niente, soltanto di essere in pace con la mia coscienza", conclude.

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