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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica

Maggio fiorentino: alta tensione tra il commissario Bianchi e il governatore Rossi

La miccia l'ha innescata il commissario dell'ente lirico: "Senza soldi del piano industriale non me ne faccio nulla". Rossi: "Se il commissario non è in grado di mantenere gli impegni ne tragga le conseguenze"

Rossi contro Bianchi, prima. Poi Bianchi contro Rossi. E non si tratta di Calcio storico, ma della polemica asprissima che ruota attorno al destino del Maggio musicale fiorentino. E se in questi giorni la diatriba ha scaldato il dibattito cittadino, ieri, tra sedute consiliari e incontri sindacali, la faccenda è divampata. Una giornata di stop and go a conclusione della quale qualche timido spiraglio potrebbe essersi aperto. Ma a tenere banco è stato il botta e risposta tra il governatore della Toscana Enrico Rossi ed il commissario straordinario del Maggio Francesco Bianchi sulla questione del piano industriale richiesto a Bianchi nella riunione a Roma a fine giugno al Mibac con il ministro Massimo Bray.

Ad innescare la polemica l’affermazione di Bianchi, a margine della seduta straordinaria del consiglio provinciale di Firenze dedicata alla fondazione, secondo cui il piano industriale “ci sarà nella misura in cui il primo di agosto il Maggio sarà ancora vivo: se il primo di agosto io non ho nemmeno i soldi per pagare la luce, del piano industriale non me ne faccio di nulla”, aggiungendo poi che “l'unica soluzione resta la liquidazione coatta amministrativa”. Parole che hanno fatto andare su tutte le furie Rossi: “Se il commissario non è in grado di mantenere gli impegni ne tragga le conseguenze”. Come dire: se non crede nelle possibilità di alternative alla liquidazione, allora passi la mano. Tanto più che il suo incarico, sebbene prorogabile per altri sei mesi, scade proprio il 31 luglio. In serata, l’ulteriore stoccata, quella del commissario al governatore toscano: “Il Presidente Rossi se ne stia tranquillo e non faccia polemiche inutili e strumentali. Il piano 2014 ci sarà, ma i soldi, come ben sa Rossi, finiscono il 31 luglio. In quel deprecabile caso, allora, non sarà il solo Commissario a doverne ‘trarre le conseguenze’”.

Sempre ieri Bianchi aveva partecipato ad una lunga riunione con i sindacati: sul tavolo la richiesta del commissario, del resto sancita proprio nell'incontro al tavolo romano con Bray, di rendere “strutturale” il loro piano di risparmi per circa 2,7 milioni. Una cifra che non arriva proprio ai tre indicati dal commissario, ma che potrebbe significare molto se si trattasse non di una “una tantum”, ma di una riduzione delle spese di cui tenere conto anche in futuro. Se mai un futuro ci sarà. Perché la cautela sembra il denominatore comune tra il commissario che fa capire che ci sono ancora distanze e i sindacati che definiscono ancora interlocutoria la riunione che ha comunque riaperto il confronto. Se ne riparlerà venerdì.

COMUNE – E visto che ieri è stata la giornata della gran polemica, la questione si è allargata in altri ‘uffici’, palazzi, di Firenze. Da una parte, infatti, lo scontro Bianchi-Rossi, dall’altra, in Palazzo Vecchio, l’uno-due, Renzi-Spini. Il sindaco in consiglio comunale ha ripetuto che senza i tagli del Fus la situazione non sarebbe questa, difendendo l’impegno del Comune sul piano dei contributi. Ma proprio sui conti del Maggio il sindaco è stato criticato da Valdo Spini, che dall’opposizione ha sottolineato la “consapevolezza” di Bray: ieri Renzi aveva parlato di ben otto milioni di sbilancio della fondazione dovuto a cause di lavoro: una cifra “abnorme”, ha detto Spini, “visto che nel bilancio consuntivo 2012 esso era costate per poco più di un milione di euro”.

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