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Leopolda 5: costerà 300mila euro. Stesso spirito, "non ci saranno bandiere Pd"

Il ministro Boschi: "Non è un evento del Pd ma un'iniziativa aperta a tutti. Le bandiere ovviamente saranno bene accolte". Polemiche sui costi e sui finanziatori, Bianchi: "Leopolda no costa 2 milioni, in cassa 150mila euro"

La Leopolda 5 (da venerdì 24 a domenica 26) “avrà lo stesso spirito delle edizioni precedenti”. Parola del ministro per le Riforme Maria Elena Boschi, che ieri a Firenze ha condotto una riunione con i volontari che si adopereranno per dar vita alla kermesse renziana. E visto che lo spirito è il medesimo, sul palco non ci saranno le bandiere del Partito democratico. La Leopolda 5, ha sottolineato il ministro Boschi, “non è un evento del Pd ma un’iniziativa aperta a tutti”. Detto questo, “se qualcuno vorrà portare le bandiere del Pd, ovviamente saranno come sempre bene accolte, ma quest’anno, come negli altri anni, non si tratta di un’iniziativa del partito”.

NON SI TRATTA DI UN’INIZIATIVA DI PARTITO – Parole stonate? No, è la pura e semplice verità. La Leopolda è un ‘a parte’, lo scrigno che ha scandito le tappe della rottamazione; il palcoscenico da dove Renzi si è proposto a tutti, compreso l’elettorato tradizionalmente di centro-destra, come la vera chance per uscire dalla palude. La tre giorni fiorentina (come sempre in autunno), in fin dei conti, è l’evento che negli anni ha cristallizzato un dato: le idee, la proposta, viene prima del partito, dei confini. Confini talmente larghi da essere scomodi: non è un caso che fino allo scorso anno, fin quando cioè la corsa nel carro del vincitore non era sport nazional-popolare, la convention è stata bistrattata dall’allora establishment ‘dem’.

NON SI TRATTA DI UN’INIZIATIVA DI PARTITO? – Mica troppo vero, anzi. Proprio perché la Leopolda ha raccordato e scandito, negli anni, la fenomenologia della rottamazione- del noi e voi, dei giovani non colpevoli, dei vecchi complici e immobili- la questione va vista meglio. Perché la Leopolda con il Pd, per dirla alla Nanni Moretti, ‘non c’entra, ma c’entra’. E’ anche per via e tramite la Leopolda che Renzi oggi guida il Pd e il Paese. Il punto è proprio questo: la guida. Fare un’iniziativa marcatamente politica da segretario, senza un simbolo che ne certifichi l’appartenenza, può dar adito a pensieri del tipo: prima del Pd, c’è il popolo della Leopolda. E per dirla tutta Renzi non ha mai avuto problemi a considerare il Pd più come un mezzo- per cambiare l’Italia e per governare- che come una ‘casa’ e un orizzonte politico.

COSTI – Da politica, poi, la questione è passata sul piano economico. Che in larga parte riguarda anche la politica e spesso sfocia in polemiche. Polemiche scattate da un articolo comparso su La Stampa di Torino, in cui il quotidiano ha fatto i conti alla Fondazione Open, la ‘cassa’ della rottamazione: due milioni di euro, ‘Da Serra a Landi e Romeo Ecco i finanziatori della Leopolda 2014’ il titolo. Con Stefano Fassina che è andato all’attacco: “Per ragioni di opportunità, non si potevano evitare i generosi e certo disinteressati contributi di chi è stato nominato dal Governo Renzi nel cda di importanti aziende pubbliche?”. E ancora “Le ingenti risorse da te raccolte, invece che per la tua corrente, non potevano essere utilizzate per tutto il Pd, ad esempio per aiutare tanti circoli che non riescono a pagare l’affitto e sono costretti a chiudere?”

FONDAZIONE OPEN: LEOPOLDA COSTERA’ 300MILA EURO – Da qui la levata di scudi del ‘cerchio magico’ renziano: “I due milioni sono i contributi dei finanziatori della Fondazione” ma “nell’arco di quasi due anni. La Leopolda costerà, circa, 300.000 euro e non 2 milioni. Stanno arrivando ancora dei contributi, ma per il momento in cassa abbiamo circa 150.000 mila euro che serviranno per pagare la Leopolda”. Ha detto alla Dire Alberto Bianchi, presidente della Fondazione Open (e legale del premier). “Con quei 2 milioni, che stanno tutti online, sia per quel che riguarda le entrate che le uscite – ha spiegato il presidente della Fondazione che nel suo consiglio vede Maria Elena Boschi (Segretario generale), Marco Carrai e Luca Lotti – è stata spesata un’attività che nel corso dei due anni ha portato ad un cofinanziamento delle primarie, delle Leopolde passate e di una serie di iniziative su tutto il territorio nazionale”. Per Bianchi “basta saper leggere il sito e i bilanci della fondazione che sono online”. “Io – rivolto all’artico comparso su La stampa – non so, le invenzioni della gente… ci vuole tanta fantasia”.

PROGRAMMA –  Al di là dell’allestimento, il copione della Leopolda 5 ricalca in larga parte quello degli scorsi anni. Confermati i 100 tavoli tematici, stavolta però il sabato e non il venerdì sera; poi gli interventi dal palco da 4 minuti l’uno. Chiusura domenica, a pranzo, dopo l’intervento del presidente del consiglio, e segretario del Pd, Matteo Renzi. 

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