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Politica

Perplessità della Provincia dopo l'accordo Renzi-Gelmini sull'Iti

L'istituto passerà alle competenze dello Stato, il Comune risparmierà 11 milioni l'anno. La Provincia avverte: "8 milioni di euro per la ristrutturazione e problemi occupazionali"

Nel 2007 l’allora sindaco di Firenze Leonardo Domenici siglò un accordo con l’ex Ministro dell’istruzione Fioroni: l’Iti Leonardo da Vinci sarebbe dovuto passare dalle mani di Palazzo Vecchio a quelle del ministero. Tutto il pacchetto, edificio e parte docente. Dopo quattro anni da quella firma ieri la vicenda si è chiusa. Immobile e stipendi passano definitivamente sotto il controllo e la proprietà dello Stato. Ad annunciarlo questa mattina il sindaco di Firenze Matteo Renzi :“per quarant’anni c’è stata una polemica molto forte perché i professori dell’Iti Leonardo da Vinci venivano pagati dal Comune pur essendo questa una funzione dello Stato. Tradotto tanti soldi tirati fuori dalle tasche dei fiorentini. Ieri è arrivata la comunicazione ufficiale della firma del decreto che porta l’Iti nelle competenze delle Stato e per questo  voglio sinceramente ringraziare il ministro Gelmini. Concretamente per i fiorentini significa 11 milioni di euro all’anno di risparmio sulla spesa corrente. L’accordo che c’era avrebbe provocato un esborso per il Comune, da qui ai prossimi 15 anni, di circa 150 milioni di euro. Un risparmio secco, importante, significativo, fondato su un principio di giustizia”. 

Tutto chiarito parrebbe, invece la questione si complica. E’ una vecchia storia che spesso la politica fa propria: dove c’è qualcuno che ride, c’è ne è sempre uno che piange. O meglio se Firenze ne esce alleggerita e di molto e può sorridere, i mugugni arrivano dalla Provincia. L’istituto infatti, una volta passato sotto la competenza dello Stato, per legge entra nel carico patrimoniale della Provincia. Pochi minuti dopo la conferenza stampa di Renzi, visibilmente soddisfatto per l’accordo, arriva una nota direttamente dall’assessore provinciale all’istruzione, Giovanni Di Fede. Dopo i rallegramenti istituzionali di rito, scorrendo le righe giungono i primi però, le sottolineature scomode, che preannunciano brutto tempo all’orizzonte. “Restano sul tavolo  - ha affermato Di Fede - due gravi questioni legate alla ristrutturazione dell’edificio e alle ripercussione che questo passaggio avrà in termini di personale docente nelle scuole del territorio fiorentino”. Questioni non da poco in un periodo in cui da una parte gli enti locali stanno raschiando il barile, dall’altra il capitolo occupazionale, i tagli alle classi e all’insegnamento, come da giorni dice la Cgil. L’assessore così snocciola un po’ di numeri e cifre importanti: “sono diversi anni che l’Iti ha bisogno di importanti investimenti nella manutenzione straordinaria, interventi per circa 8 milioni di euro non più derogabili. Fino ad oggi la competenza su questa scuola era del Comune ma ora, prima di passare alla Provincia, deve essere affrontata, con impegno condiviso, la questione della messa in sicurezza e della ristrutturazione”. Ecco, con impegno condiviso; come a dire che per i problemi di amianto, le tubature, le riparazioni ad un tetto in cui filtra l’acqua, la Provincia non se ne occuperà da sola. L’assessore si spinge indica anche un strada al sindaco Renzi: “suggerisco a Palazzo Vecchio di investire una parte di quegli’undici milioni di euro risparmiati proprio in manutenzione. Noi abbiamo più volte segnalato, durante il tavolo provinciale, la necessità di stornare questi fondi per rifare alcune parti della scuola che necessitano di interventi urgenti, ma un accordo ancora non è stato trovato”.
Analizzata la struttura l’attenzione si concentra sulla sovrastruttura, i dilemmi e le problematiche che questo accordo determinerà sui quadri provinciali occupazionali: “ora ci troviamo in una situazione critica perché questo accordo, senz’altro positivo per l’Iti, inevitabilmente penalizza le scuole del territorio fiorentino. Il passaggio allo Stato dei circa 80 docenti dell’Iti (circa 160 in due anni) inciderà certamente con la nostra richiesta al Ministero di avere 300 persone in più nel corpo docente e non docente. Eppure ad oggi esistono delle realtà molto critiche nella provincia di Firenze, come più volte denunciato: ad esempio circa il 10% delle prime classi supera i trenta alunni con evidenti difficoltà anche logistiche per contenere in aule non adeguate un numero così elevato di studenti”. 
 
Come sempre accade, le piccole incomprensioni di casa oltrepassano la siepe e portando legna da ardere al vicino. Dalla maggioranza all’opposizione, la palla passa di mano e le parole si colorano di un tono diverso. Ha suonare la carica è direttamente il coordinatore cittadino del Pdl di Firenze, l'onorevole Gabriele Toccafondi: “Un risultato molto importante per la nostra città arrivato grazie al lavoro del Pdl, ma che mette in evidenza, ancora una volta, i problemi all'interno del centrosinistra fiorentino visto che la parte del Pd che appoggia Renzi, il Pd che governa la Regione, quello che governa la provincia e la Cgil, si sono sempre dichiarati contrari al passaggio firmato oggi dall'amministrazione comunale e il ministero”. Sui meriti dell’accordo (è lo stesso Toccafondi ad aggiungere in seguito “è una vittoria del Pdl”) Renzi non è sembrato d’accordo, tanto da dire: “se vuole, per me può prendersi anche il merito, però magari fate sapere a Toccafondi che abbiamo firmato prima che lui parlasse”. La polemica tutta politica si chiude con le parole del consigliere regionale del Pdl, Giovanni Donzelli che si augura che con il “risparmio garantito da questo passaggio, il Comune sani i gravissimi problemi strutturali in cui da anni versa l'Istituto, a partire dall'amianto nelle classi. Un atto doveroso nei confronti degli studenti, dopo anni di scaricabarile su chi, tra Provincia e Palazzo Vecchio, fosse responsabile delle pessime condizioni dell'Iti”.

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