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Intervista al sindaco Gheri: Ataf, edilizia e dipendenti-Fantozzi

Seconda parte dell'intervista al sindaco Simone Gheri. Ataf, edilizia sociale,dipendenti e le poche multe fatte nel Comune di Scandicci

Veniamo a temi più vicini a Scandicci. Tramvia: il comune di Scandicci sta spingendo per il prolungamento della tramvia fino a Casellina, e in questo disegno c’è in ballo anche il parcheggio scambiatore a Pontignano. In una dichiarazione di un mese fa disse che solo il progetto su carta costerebbe all’incirca 50 mila euro. Avete già inoltrato la richiesta di finanziamento alla regione?E la Gest, il Comune di Firenze cosa dicono?
Siamo tutti d’accordo nel farlo, ne abbiamo già parlato. C’è stato una riunione in Regione con il Comune di Firenze, ora c’è da trovare la modalità formale con cui finanziare questo studio di pre - fattibilità. Si arriva all’assurdo, cioè dalla paura di un anno e mezzo fa quando qualcuno si immaginava che la tramvia non
avesse utenti al timore che nelle ore di punta, prolungando il percorso e implementando l’utenza, si rischi che il servizio saturi.

Vi siete dati un tempo?
Per adesso facciamo il progetto, dopodiché ricorreremo a finanziamenti nazionali se ci saranno ancora. Però intanto facciamo il progetto di preliminare fattibilità.

Costerebbe sempre 50mila euro?
No il preliminare costerebbe di più, ma intanto analizziamo la fattibilità, di quanto l’utenza potrebbe aumentare, da dove far passare i binari, quali potrebbero essere le fermate. Se fatto questo saremmo molto più avanti di tutti i prolungamenti di cui stanno parlando a Firenze.

Continuiamo sui trasporti. Ataf: la strada è segnata, non si torna indietro. Bartolini tuttavia ha affermato che state discutendo sui tempi: vendere ora o dopo la gara a patto chiaramente che Ataf la vinca. Ma è proprio così, secondo lei la strada prima la gara poi la cessione è perseguibile?
Il comunicato dei sindaci dopo il direttivo mi pare chiaro, chiediamo più tempo alla Regione per portare avanti la trattativa con i sindacati ma anche per svolgere la gara su Ataf prima di quella regionale. Il documento mi pare chiaro, poi ognuno lo può interpretare come vuole. Rimango dell’idea che prima si
debba fare la gara per Ataf ed in questa individuare un partner industriale, dopodiché con questo partner fare un accordo, se ci sono le condizioni, con le altre aziende toscane per presentarsi alla competizione regionale. Questo potrebbe essere lo scenario. Tuttavia non vorrei ci fosse un’azione politica da parte di
altre realtà territoriali tese a mettere in difficoltà l’area fiorentina e la sua azienda, visto che Ataf è l’azienda più grossa e quella che ha costi più alti di produzione, e quella che avrebbe più difficoltà a presentarsi ora alla gara regionale; cioè far pressione a che si rimandi l’operazione a dopo.

Per questa azione politica si riferisce alle parole dell’assessore regionale ai trasporti Ceccobao?
Si, a tutto quello che non è l’area fiorentina.

A proposito della Regione, credete vi concederà il maggior tempo che richiedete?
Mi pare di si, Bartolini e Gianassi hanno già parlato e mi pare ci fosse disponibilità in questo senso.

Sulle preoccupazioni dei sindacati, garanzie occupazionali e di servizio, come rispondete?
Credo che non si debba ridurre il servizio e si debba cercare di non avere esuberi. Penso alle stesso tempo si debba trovare il modo che tutti quelli che lavorano nel settore del trasporto pubblico abbiano contratti uguali o simili tra di loro. Certe sperequazioni che ci sono oggi non sono più sostenibili. Chi vuol capire capisca.

Dal confronto della passata settimana è emerso l’apertura di Cgil e Cisl, ma i Cobas avvertono che a settembre potrebbero esserci nuovi scioperi e sostengono che il tavolo della trattativa non può essere considerato come merce di scambio.
Ci sarà la discussione, ci sarà il confronto, a noi però poi spetta la decisione.

Ma in presenza di scioperi nel mese di settembre il tavolo delle trattative potrebbe bruscamente stopparsi?
Dipende, certo se dovessero mettersi a fare sciopero tutti i giorni. Noi dobbiamo tutelare il servizio ai cittadini nelle condizioni migliori, in cui si spende meno con i soldi della collettività. Quelle risorse messe finora nel trasporto potrebbero anche essere utilizzate per la costruzione di un asilo nido, per esempio. Il
mio ruolo è di razionalizzare la spesa, visto che gestisco i soldi di tutta la collettività e devo essere mosso dal principio dell’appropriatezza dei costi e delle misure che intraprendo. Lo facciamo sui servizi biblioteca o mensa, non vedo perché non lo dovrei fare sul trasporto pubblico. Oggi il servizio che qui facciamo con Linea costa meno che quello svolto con Ataf. Nella situazione in cui siamo ed in cui versano i comuni, noi dobbiamo perseguire la strada del servizio al cittadino a costi minori.

E a chi vi accusa, come parte del sindacato ed altri settori della vita sociale fiorentina, di far cassa barattando il trasporto pubblico?
Ma insomma, che si faccia cassa con l’Ataf; lo possiamo dire a tutti fuorché a noi ed al Comune di Firenze che investiamo milioni di euro sul trasporto pubblico. Il cittadino non vede la differenza se l’autista è di Gest, di Ataf o di Linea. Eppure Linea e Gest sono in maggioranza private, Cap, Sita Lazzi, sono private, ma il cittadino lo percepisce come un disagio a livello di servizio e di offerte?

Si però in ballo c’è anche la questione referendaria?
L’acqua è un bene pubblico, il popolo ci ha detto che non bisogna lucrare sull’acqua quindi andremo in quella direzione. Ma chi guida il pullman lo stabiliamo noi.

E la questione dell’articolo 23 bis?
Il referendum ha abrogato l’obbligo dei comuni, cioè da adesso possiamo scegliere. Ripeto, una cosa è l’acqua, la questione sui rifiuti, un'altra è chi guida l’autobus. Non il privato a stabilire il servizio, la tratta, gli orari; queste competenze rimangono sempre ai comuni o alla Provincia. Poi posso trovare chi può gestire quel servizio ma sempre nell’interesse della collettività, di tutti; devo cioè cercare il modo che, garantendo tutti i diritti, costi il meno possibile.

Quindi la raccolta firme del PD a Roma contro il progetto di Alemanno di privatizzare l’Atac rientra in questo quadro di bene comune?
Cosa fanno non lo so; so solo che in quell’operazione vogliono vendere tutto, anche i beni, mentre noi abbiamo deciso di tenerceli. Torno a ripetere, nel piccolo di Scandicci oggi il trasporto pubblico è gestito da Gest a maggioranza privata e da Linea che Ataf possiede per il 34%.

Nel vostro nuovo regolamento edilizio concedete il dimezzamento degli oneri di urbanizzazione dovuti per la quota relativa agli appartamenti costruiti per edilizia sociale, se questa si aggira sul 15% del totale. Tema sociale e risparmio sui volumi, o la necessità di andare incontro alle esigenze sempre più stringenti dei cittadini e difficilmente, visti i tagli, sostenibili dai comuni.
Questo è un modo per cercare di incentivare gli imprenditori che fanno nuove abitazioni a dedicarne una fetta importante per l’affitto concordato, perché penso che questo sia l’unico modo per cercare di dare risposta all’esigenza di prima abitazione che c’è nelle nostre città. Molte persone non possono permettersi
l’acquisto della casa ma allo stesso tempo non rientrano dentro le fasce che stabiliscono le graduatorie per l’accesso alle case popolari. Con questa operazione accedere ad una casa con affitto concordato, con la possibilità, attraverso delle forme che abbiamo studiato, di riscattarla dopo alcuni anni. Il settore dell’edilizia non sta benissimo, speriamo che questo sia un incentivo per far muovere qualcosa.

E per quel che riguarda i volumi, vi muoverete nella direzione di Firenze, cioè piano strutturale a volumi zero?
Noi stiamo facendo il piano strutturale ed il nuovo regolamento urbanistico e confermeremo i volumi che avevamo prima. Se questo è volumi zero non lo so, so che noi abbiamo da costruire una città, dall’asse del tram, alle funzioni pregiate e quant’altro. Per farlo non aumentiamo i volumi rispetto a quelli che c’erano
nel vecchio piano regolatore.

Polemiche tra Renzi e i dipendenti comunali, la storia di Fantozzi, il plauso di Brunetta. Da amministratore come la vede, e da uomo del PD, queste polemiche, da molti definite generiche, nel mucchio, fanno bene o male al partito?
Dobbiamo avere la capacità di far lavorare le persone che lavorano con noi, questa è la scommessa; non di offenderle. Poi ci saranno sempre, come in tutte le organizzazioni complesse, situazioni problematiche, però dobbiamo sfatare il mito per cui i dipendenti pubblici non lavorano. Certo ci sarà sicuramente
qualcuno che non fa il proprio dovere, ma per quel che riguarda la mia struttura, la fila per timbrare il cartellino, beh…. Il nostro compito è motivare il personale a dare il meglio, a far capire all’organizzazione che chi lavora in una struttura pubblica ha il vantaggio di non avere il posto di lavoro a rischio e questo lo
deve incentivare a dare il meglio di sé tutti i giorni. Poi se si trovano i furbi si devono sanzionare, stangare, e per questo non ho assolutamente dubbi; ripeto la leva su cui premere è quella della motivazione.

Questo da amministratore, ma per quel che riguarda il PD?
Ognuno è responsabile delle cose che fa e di quelle che dice. Non sto qui a commentare quello che fa il sindaco di Firenze. Dico solamente che nel settore pubblico ci sono tante sacche di inefficienza che vanno aggredite, e non lo si fa con i proclami. Se andiamo a vedere a Roma nei Ministeri, per esempio,
vedremo che i ritmi di lavoro sono molto, molto, più blandi rispetto a quelli di un comune dove quasi tutti i lavoratori hanno un contatto diretto con il cittadino. Brunetta, invece di fare tanti proclami, aveva la possibilità in questi ultimi 10 anni, vito che per 8 ci hanno governato loro, di fare molte cose per sistemare
l’organizzazione della macchina pubblica. Quindi non ai proclami ma si alle azioni concrete. Poi consiglio agli analisti politici e sociali di analizzare il dato del referendum. Di fronte alla scelta pubblico – privato è stato scelto il pubblico. Non vorrei che questo si confondesse con le vicende sulla gestione dei servizi Ataf,
che non c’entra nulla ed un'altra cosa. Dico solo di riflettere sul dato referendario a chi spara sempre contro il pubblico. Certo possiamo migliorarlo, possiamo riformarlo, facciamolo funzionare meglio ed evitiamo gli spechi ma sparare sul mucchio così non porta da nessuna parte.


Il Sole 24 Ore recentemente ha pubblicato una tabella sulle entrate nelle casse dei comuni della provincia di Firenze derivanti dalle multe. Il dato è del 2009. Scandicci si è attestato su circa 1,4 milioni di euro. La cosa che stupisce è che Sesto si aggira attorno a 3,7 milioni, più del doppio. Eppure Scandicci è più popolosa. Come se lo spiega?
Facciamo meno multe. Non facciamo multe per fare cassa, ed il dato è anche minore se guardiamo quello che incassiamo realmente e se lo inseriamo nel contesto del bilancio: circa un milione di euro a fronte di 30 milioni, conta certo ma non sposta nulla. Facciamo le multe che servono non per reprimere ma per cercare di prevenire, come per quel che riguarda i controlli sulla velocità.

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