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Intervista all’assessore Saccardi: così sta la situazione di Montedomini

Intervista esclusiva all'assessore alle politiche socio-sanitarie e ambiente Stefania Saccardi sul caso Montedomini, dopo lo scandalo di qualche mese fa: affitti nel centro storico ad un prezzo irrisorio

Assessore Saccardi può spiegare in cosa consiste la riorganizzazione della Asp Montedomini. Riorganizzare significa chiudere parte dei servizi, e mi riferisco in particolare a PRIM e Tele-Care?
Il discorso è abbastanza complesso; Montedomini, come tutte le aziende, per salvaguardare l’occupazione deve avere i conti in regola. Noi sappiamo bene che sia il Tele – Care che il PRIM, sono due servizi non  remunerativi per Montedomini, per tutta una serie di problemi diversi l’uno dall’altro. Tele – Care è aggravato da un problema di progettazione iniziale, come è stato messo in luce da una relazione esterna che abbiamo commissionato mesi addietro.

A proposito, i decoder per la teleassistenza agli anziani, ammassati nei depositi, sono stati venduti?
Le apparecchiature, in questo momento, sono state noleggiate a una società che gestisce, in via provvisoria, il servizio tele-care nelle ore notturne.

Sono stati noleggiati tutti?
Si, tutti quanti, anche perché sono ancora apparecchiature buone, moderne, anzi, forse il problema stava proprio nel fatto che erano troppo all’avanguardia per la funzione che dovevano svolgere e per le persone che dovevano assistere. Stiamo cercando una soluzione; per adesso abbiamo utilizzato diversamente il personale predisposto alla teleassistenza, girandolo su altri tipi di servizi. Così facendo abbiamo diminuito i costi che gravavano sull’azienda, anche se, ancora, tele – care risulta in perdita.

Quindi lo chiuderete?
Prima di chiuderlo, francamente, stiamo ancora provando a capire se, trattandosi di una struttura moderna ed efficiente, possiamo fare un accordo con la Regione per un possibile utilizzo di questa struttura ai fini della tele – medicina in Toscana. Dal momento che la struttura comunque è pronta, c’è già, è moderna ed efficiente, e la regione sarebbe intenzionata a sviluppare sugli anziani alcune delle funzioni della tele – medicina, quella sarebbe una soluzione che potrebbe servire non solo a Firenze ma in tutta la regione.

E per quel che riguarda il servizio PRIM (Presidio di Riabilitazione Intensiva Montedomini)?
Il PRIM è una struttura riabilitativa che lavora in convenzione con l’azienda sanitaria, come tutte gli altri istituti riabilitativi. L’azienda sanitaria sta riducendo un po’ tutti gli investimenti, compreso la riabilitazione, ed i tagli riguardano anche il PRIM. Chi lavora alla riabilitazione ha un contratto con l’azienda sanitaria, ed ovviamente hanno un costo più elevato rispetto a quello che grava sulle cooperative che gestiscono altri tipi di servizi all’interno della Asp. Con questa riduzione degli investimenti, il PRIM per noi è un servizio non utilizzabile, che non può continuare a perdere annualmente tutti questi quattrini.

Cosa avete intenzione di fare, chiuderete la struttura?
No, noi vorremmo fare una riconversione dei posti del PRIM, in accordo con la regione e l’azienda sanitaria, in posti letto sulla continuità assistenziale; cioè vorremmo sperimentare dei posti letto a basso contenuto assistenziale, che garantiscano la continuità tra il territorio e gli ospedali. Per intendersi, mi riferisco a tutti quei casi in cui le persone sono dimesse dall’ospedale ma non sono ancora in grado di ritornate a casa, che hanno ancora bisogno di un periodo di cura che assicuri un miglior rientro a casa.

Questo progetto sarebbe svolto dal personale che attualmente lavora al PRIM?
Sul personale non ci sarà alcun tipo di problema, perché di loro si farà carico l’azienda sanitaria; rimarranno all’interno di una struttura pubblica.

Perciò verranno dirottati in altre strutture pubbliche?
Si, sempre nell’ambito dell’azienda sanitaria dieci. Secondo me, comunque, una buona parte potranno restare a lavorare a Montedomini, o dove sono ora, o in altri settori di Montedomini. Questa è un’operazione che non avrà nessun tipo di costo occupazionale, perché, naturalmente, il primo obbiettivo che ci proponiamo nella ristrutturazione dei servizi della Asp è la tutela dei lavoratori. Inoltre non avremo nessuna problematica sotto il profilo del servizio; ricordo, infatti, che tra agosto e settembre apre il nuovo Don Gnocchi, vicino a Torregalli. Sarà una struttura di altissima avanguardia che amplierà sul territorio i posti per la riabilitazione. In sintesi, non si perde nessun posto per la riabilitazione, e i conti della Asp non saranno più in sofferenza rispetto a questo servizio.

A proposito, però, dei posti di lavoro. Che fine faranno i dipendenti di tutte quelle cooperative che ruotano attorno a Montedomini. Gli appalti, già scaduti, sono stati prorogati fino a giugno, dopo?
Una volta ridefiniti i servizi sarà fatto un nuovo appalto tenendo conto di questa della ristrutturazione delle prestazioni. E’ chiaro, come tutte le procedure per gli appalti pubblici, si chiederà che chiunque vinca la gara si faccia carico dell’occupazione che c’è adesso.

Si, garantire e farsi carico dell’occupazione, ma per adesso, la cooperativa Agorà sta facendo penare i propri dipendenti per quel che riguarda il pagamento delle mensilità? Visto che la cooperativa lavora in una struttura pubblica e comunale, perché Palazzo Vecchio non dice niente e non richiede più efficienza?
Stiamo intavolando un ragionamento con i sindacati; Agorà sostiene che Montedomini non paga nei tempi previsti, la Asp a sua volta scarica la responsabilità sul comune e sull’azienda sanitaria. Per quello che mi riguarda, sto cercando di riportare le somme dovute dal comune a Montedomini in pareggio e ho sollecitato l’azienda sanitaria a fare lo stesso, affinché non ci si presti a questo giochino che alla fine dei salmi la responsabilità è dell’ente pubblico. Al più presto informeremo i sindacati dello stato dei pagamenti da parte dell’istituzioni a Montedomini e di conseguenza alla cooperativa Agorà, perché non ci siano scuse sui ritardi dei pagamenti ai lavoratori.

Il debito di Montedomini a quanto si attesta, la cifra diciannove milioni di euro è verosimile?
No, questa è una cifra che circola e che guarda semplicemente le partite in uscita, ma non prende in considerazione quelle in entrata. E’ una cifra che guarda solo ai debiti, senza far conto dei crediti.

Il vero debito della Asp allora a quanto ammonta?
Negli scorsi anni si attestava al milione e mezzo di euro. Quest’anno contiamo di portarlo a cinquecentomila euro.

La questione debito di Montedomini e delicata anche per la vicenda degli affitti al ribasso. Avete già iniziato a concordare affitti che si attestino sui veri prezzi di mercato?
Si, qualche mese fa abbiamo approvato un nuovo regolamento, sulla base di questo stiamo ritrattando tutti gli affitti.

A che punto siete?
Non è che si può cambiare in corso di causa, stiamo aspettando che scadano i contratti per poi ritrattarli. Ripeto, stiamo ritrattando tutti i contratti in scadenza; per adesso li abbiamo disdetti tutti e volta, volta li stiamo ridefinendo. E’ evidente che ci sono molte situazioni conflittuali e ci sono molte persone che si lamentano per l’aumento del canone. Voglio ricordare comunque, che anche con questi adeguamenti, l’affitto rimarrà comunque inferiore al prezzo di mercato. Noi, infatti, facciamo riferimento ai patti territoriali tra proprietari ed inquilini (canone ribassato), in più una quota degli immobili è riservata a situazioni sociali particolarmente delicate; in questi casi sull’affitto concordato viene applicata un’ulteriore  riduzione del quindici per cento. Comunque rimane un percorso impegnativo; a volte la gente crede che situazioni di privilegio siano in realtà diritti.

Il presidente Seracini ha affermato che dagli immobili potete recuperare un milione di euro in più all’anno. E’ una cifra possibile?
All’anno non lo so, perché comunque bisogna sempre guardare alle varie scadenze dei contratti in corso d’opera. Fermo restando che, se gli inquilini non trattano, noi non possiamo far altro che mandargli la lettera di sfratto e sappiamo benissimo quanto durino queste procedure.  
 
 

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