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Salta l'incontro Renzi-Conte. L'ex premier: "Le nostre ministre pronte a uscire dal governo"

Aveva chiesto a gran voce un confronto ma all'ultimo momento salta tutto: "La ministra Bellanova è a Bruxelles". Boccia (Pd): "Chi fa giochini di palazzo è irresponsabile"

Lo aveva chiesto insistentemente, cannoneggiando il governo a più riprese, anche in parlamento. Come nell'ultimo intervento in Senato, quando anche il suo omonimo Salvini era andato a complimentarsi con lui appena concluso l'intervento di fuoco.

Quando però è arrivato il momento del fatidico incontro con Giuseppe Conte, fissato per oggi, martedì 15 dicembre, Matteo Renzi a quell'incontro non è andato.

"La ministra Bellanova, nostra capodelegazione, è a Bruxelles per difendere i prodotti agroalimentari italiani". Questa la scusa, pardon il motivo, ufficiale del rinvio dell'incontro con il premier, come lo stesso Renzi scrive sulla E-news diffusa oggi poco dopo le 12.

Ci sono, naturalmente, anche ben altri motivi. A cominciare dal volere prendere più tempo per rivedere la linea di Italia Viva, dopo che negli incontri di ieri con il presidente del consiglio sia Pd che Movimento 5 Stelle hanno fatto quadrato attorno al capo dell'esecutivo e allontanato qualsiasi idea di rimpasto. Almeno per ora, in piena pandemia da Covid 19 e con la probabile necessità di adottare misure più stringenti, sull'esempio di quello che sta facendo la Merkel in Germania.

Nella E-news odierna Renzi, oltre a fornire il 'motivo' del rinvio del vertice ("lo faremo domani o giovedì", si affretta a dire Ettore Rosato a Rai Radio Uno), torna ad attaccare il governo e ribadire di essere pronto a ritirare le sue due ministre dal Conte bis (appunto Teresa Bellanova, ministra dell'agricoltura, ed Elena Bonetti, titolare del dicastero per la famiglia).

"Il 'blitz' notturno che avrebbe fatto approvare un documento non condiviso da nessuno e una task force in grado di sostituirsi al Governo e al Parlamento è stato ufficialmente bloccato. Lo avevo chiesto in Parlamento e oggi sono felice che tutti diano ragione a Italia Viva", rivendica Renzi.

Oggetto del contendere, come noto, è la struttura pensata da Conte, la famosa 'task force', che dovrebbe aiutare, nei propositi del premier, a gestire i 209 miliardi di euro in arrivo dall'Europa per il cosiddetto 'Recovery fund' (cioè il Next generation Eu'). Task force aspramente criticata da Renzi, che accusa Conte - critiche in parte condivise dal Pd - di esautorare parlamento e governo dalla gestione dei fondi ("da che pulpito", notano in molti).

"Sui temi del 'salto di qualità' del Governo diremo la nostra al Premier con un documento scritto appena ci sarà occasione di incontrarci (ma, appunto, non oggi, ndr). Appena consegnato al Premier, manderemo il documento a tutti. Stiamo facendo una battaglia per le idee, non per le poltrone: all’incontro verranno anche le ministre, che sono pronte a rimettere il mandato, se serve. Perché chi dice che noi facciamo confusione per avere mezza poltrona in più deve prendere atto che noi siamo l’unico partito che è pronto a rinunciare alle poltrone, non a chiederle", scrive ancora l'ex presidente del consiglio.

Poi torna all'attacco del governo sulle misure prese contro la pandemia del coronavirus. "Cinque giorni fa il governo aveva annunciato di sbloccare i trasferimenti tra piccoli comuni. Oggi, invece, pare che il governo cambi linea dopo le foto dello shopping natalizio nei centri storici. Bisogna avere una posizione e mantenerla, non cambiarla ogni tre giorni. Si decida una linea, la si spieghi e tutti insieme la si difenda ma senza zigzag", le parole di Renzi. Siluri.

E ancora. "Smettiamo di dare la colpa ai cittadini. Se dici ai cittadini che possono andare nei negozi del centro ma non nei centri commerciali o nei musei, i cittadini rispettano le leggi e vanno in centro. Se addirittura dai dei soldi, lanciando il costosissimo cashback proprio nei giorni di Natale, invitando ad andare nei negozi fisicamente e impedendo che valga per gli acquisti online, le persone vanno nei negozi. Se incentivi lo shopping fisico nei centri storici e poi ti lamenti perché la gente ti segue si crea un cortocircuito. Decidiamo una linea e manteniamola", aggiunge il senatore di Scandicci. Altri siluri.

Parole che delineano, si direbbe, un governo allo sbando. Niente male come opposizione. Il dettaglio è che Renzi del governo fa parte. Certo, chissà ancora per quanto. Dal Pd l'ex collega di partito Francesco Boccia, ora ministro per gli affari regionali, replica secco.

"Chi pensa a fare giochini di palazzo in piena pandemia dimostra di essere un irresponsabile. Parlare di crisi è semplicemente surreale. I cittadini sono confusi perché invece di mettere davanti la pandemia c’è chi mette davanti le liturgie della politica - commenta Boccia a Rainews 24 -. Io per fortuna faccio parte del Pd e Zingaretti non fa sconti, si è messo sulle spalle sin dall’inizio la coesione della maggioranza. Il Pd si occupa dei problemi del Paese". Boccia e Renzi, a qualcuno potrebbe sfuggire, giocano nella stessa squadra. In teoria. Dall'altra parte le destre si godono lo spettacolo.

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