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Inchiesta 'ndrangheta, Giani: "Regione Toscana parte offesa, via dalla legge l'emendamento contestato"

Intervista del governatore a La Nazione. L'assessore Monni in consiglio regionale: "Toscana non è terra dei fuochi"

"La Toscana non è terra di malaffare e della mafia. Non è terra dei fuochi, non è un territorio su cui non c'è controllo e dove tutto è lecito. Questo, sia chiaro non equivale in nessun modo a sottacere il rischio, estremamente rilevante di infiltrazione delle realtà criminali. L'indagine della Dda porta alla luce un tentativo gravissimo di aggressione delle mafie al nostro tessuto socio economico che nessuno di noi deve sottovalutare". Lo ha detto l'assessore regionale Monia Monni, nella comunicazione al consiglio regionale circa l'inchiesta "Keu" sulle infiltrazioni della 'ndrangheta in regione.

Monni ha sottolineato "l'impegno delle decine di dipendenti della Regione che lavorano quotidianamente sui temi complessi come quelli che riguardano le autorizzazioni sugli impianti industriali e sui rifiuti, che cercano di trovare soluzioni che tutelino l'ambiente e allo stesso tempo preservino il tessuto socio economico della nostra Regione" e ricordato che "proprio la Regione attraverso Arpat nel 2018 segnalò alcune non conformità rispetto all'autorizzazione" finita nel mirino della procura fiorentina e della Dda che ipotizza presunti traffici illeciti di rifiuti e corruzione e vede indagati, tra gli altri, l'ex capo di gabinetto di Enrico Rossi e Eugenio Giani, Ledo Gori, il consigliere regionale Pd Andrea Pieroni e il funzionario regionale Edo Barnini.

Giani: "Regione Toscana parte offesa"

"Il mio non è stato un silenzio imbarazzato, su Gori la risposta è stata immediata. Su altre questioni che riguardano la Regione c'era la necessità di approfondire per rispetto dell'istituzione che rappresento e dei cittadini toscani. Prima di tutto voglio ribadire la mia fiducia nel lavoro della magistratura. E voglio che sia chiaro e lo dirò al consiglio regionale: la Regione Toscana si ritiene parta offesa. Abbiamo studiato le carte con il nostro ufficio legale e così già in questa prima fase io e la mia giunta mandiamo un segnale chiaro e inequivocabile. Parte offesa significa scelta determinata, chiara, inconfutabile di essere accanto alla magistratura nell'agire per accertare i fatti, fornire supporto ai cittadini rispetto ai danni ambientali, nell'operare con regole trasparenti che garantiscano lo svolgimento delle attività produttive di assoluta rilevanza come è il settore delle pelli". Lo ha detto il governatore toscano Eugenio Giani in un'intervista pubblicata oggi sul quotidiano La Nazione.

"Saremo a fianco dei cittadini per conoscere le condizioni ambientali dei siti oggetto di smaltimento illecito. La collaborazione dell'Arpat sarà indispensabile per le analisi, le bonifiche, l'azione di controllo sul territorio. La Regione è parte attiva per preservare l'ambiente, per la qualità della vita dei suoi abitanti e per l'immagine in Italia e nel mondo. Vogliamo essere un presidio di legalità" ha aggiunto Giani. E sull'emendamento "pro-concerie" (per escludere un impianto di depurazione, dall'obbligo della procedura di autorizzazione integrata ambientale) presentato dal consigliere Pd Andrea Pieroni, indagato per corruzione, come primo firmatario e dai consiglieri Pd Alessandra Nardini, Antonio Mazzeo ed Enrico Sostegni, approvato con Giani a presiedere il consiglio regionale, il 26 maggio 2020: "lo ho fatto il notaio, niente di più - spiega il governatore - Non ho avuto sollecitazioni, non c'era attenzione particolare. In quella stessa seduta sono passati altri emendamenti ad altre normative".

'Ndrangheta in Toscana: scatta maxi-operazione

L'emendamento sarebbe stato scritto, secondo gli inquirenti, da Alberto Benedetti, avvocato dei conciatori, indagato nell'inchiesta, e consegnato al consigliere Andrea Pieroni. Giani replica a La Nazione: "Gli uffici del settore autorizzazione ambientale della Direzione Ambiente hanno ritenuto che la modifica introdotta da quell'emendamento non abbia prodotto in questo anno alcun effetto sui percorsi autorizzativi avviati. Per evitare ogni equivoco e disputa interpretativa ritengo che il Consiglio possa decidere di eliminare dalla legge il contenuto dell'emendamento. lo sono favorevole a questa soluzione che può togliere alla radice ogni dubbio".

Infine: "La Toscana è in prima fila contro la criminalità organizzata: siamo protagonisti di molteplici iniziative per alzare il muro contro le infiltrazioni, dalle giovani generazioni alla società, alle imprese. Il nostro impegno è senza sosta e sarà ulteriormente rafforzato. Non molliamo mai e teniamo sempre alta la guardia" conclude Giani.

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