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Maxi gara sul trasporto pubblico, Fdi attacca: “In Toscana emergenza democratica”

All'indomani dell'avviso di garanzia al presidente della Regione la destra attacca: “Tre inchieste in pochi mesi, sistema non trasparente, dalla sanità ai servizi per i cittadini”

“Il problema non è solo Rossi, in scadenza di mandato. E' il sistema di potere in Toscana, che da decenni tutela interessi di parte e non quelli dei cittadini”. A parlare è il deputato di Fratelli d'Italia Giovanni Donzelli, nella conferenza stampa di questa mattina convocata dal gruppo dirigente toscano del partito della Meloni – presenti il consigliere regionale Paolo Marcheschi, il senatore Achille Totaro e il coordinatore regionale Saverio Torselli -, per denunciare “un vuoto di trasparenza e un'emergenza democratica e di legalità in Toscana”.

Dopo l'avviso di garanzia al presidente della Regione Enrico Rossi, indagato per turbativa d'asta nell'ambito dell'assegnazione della maxi gara da 4 miliardi per l'assegnazione del trasporto pubblico regionale su gomma (Rossi che ha riposto con un contro esposto nei confronti dei suo accusatori definendo le accuse “ridicole e infamanti”), Donzelli ha presentato un'interrogazione parlamentare sul caso.

Interrogazione che in particolare chiede chiarezza sui responsabili che dovevano decidere dell'esito della gara e ricordando, tra le altre cose, come l'ex storico portavoce di Rossi Remo Fattorini dopo il pensionamento avesse “iniziato a collaborare con l'ufficio stampa di Gest-Ratp” (i francesi di Ratp hanno vinto la maxi gara tramite la controllata Autolinee Toscana, ndr) e come “la figlia Sara Fattorini sia legale di Autolinee Toscane ed abbia effettuato sopralluoghi tecnici per Autolinee Toscane”.

Gli esponenti di Fratelli d'Italia ricordano anche le altre due inchieste apertesi negli ultimi mesi, quella sulle mascherine (l'inchiesta della procura di Prato sulle ditte cinesi accusate di schiavizzare gli operai per produrre mascherine non certificate che sarebbero state destinate alla Regione Toscana e alla Protezione Civile) e quella sui ventilatori polmonari (la procura di Firenze ha aperto un'inchiesta sull'acquisto da parte di Estar, la centrale unica di acquisto per le aziende sanitarie toscane, di 200 ventilatori polmonari che l'ente regionale avrebbe pagato 7 milioni di euro, con procedura d'urgenza, alla ditta milanese Assoservizi Srl ma che non sarebbero mai stati consegnati).

“C'è la questione del trasporto pubblico locale ma anche quella delle mascherine, dei respiratori e altre vicende che non riguardano Rossi ma anche persone che si prospettano verso il futuro”, dice Donzelli. E' chiaro il riferimento ad Eugenio Giani, candidato presidente del centrosinistra alle prossime elezioni regionali e “che se vincesse non farebbe altro che portare avanti lo stesso sistema di potere”.

“Noi denunciamo la mancanza di trasparenza e la chiusura di un sistema vergognoso a trazione Pd in questi anni, a prescindere dalla magistratura, che deve svolgere il proprio lavoro e alla quale naturalmente non intendiamo sostituirci. E anche se poi non verranno rilevati dei reati il problema di questo sistema c'è e a noi fa schifo a prescindere perché danneggia la Toscana”, aggiunge ancora l'esponente di Fdi. "Anche solo un semplice accesso agli atti diventa un'impresa, viene ostacolato in ogni modo", aggiunge Marcheschi.

Una campagna elettorale, da destra, che cavalcherà le inchieste giudiziarie? “No, questo lo lasciamo fare alla sinistra”, attacca Donzelli, anche se da qui al voto (quasi certa la data del 20 settembre) le questioni giudiziarie saranno senz'altro al centro dell'attacco politico. Già, le elezioni regionali. Sono alle porte e al centrodestra (anche se la Lega spinge per Susanna Ceccardi) manca ancora il candidato comune. Non un dettaglio di poco conto.

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