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Ici nelle strutture ricettive della Chiesa, Grassi: “Su 29 solo sette la pagano”

Il consigliere Grassi ha presentato i numeri del pagamento della tassa sulle strutture ricettive della Chiesa a Firenze. "Su 29 strutture prese in esame solo sette la pagano"

Durante la Crisi che attanaglia l’Italia, si cerca di snidare privilegi, tassare, e recuperare il possibile. La reintroduzione dell’Ici torna in primo piano dopo che il governo Berlusconi la rimosse; ora sarà accorpata dal neopremier Monti nell’Imu, imposta municipale unica. E la Chiesa, o meglio le strutture ricettive della Santa Sede come si devono comportare? Ieri il consigliere comunale Grassi affiancato da alcuni esponenti dei radicali hanno presentato dei dati sulle esenzioni nel territorio gestito da Palazzo Vecchio. “I dati che emergono dal Comune di Firenze sono espliciti: su 29 strutture ricettive sul territorio fiorentino prese in esame, solo 7 pagano l’ICI al Comune, nonostante, e abbiamo provato direttamente a chiedere di poter alloggiare una notte, esse non sono riservate solo a membri del Clero o al turismo religioso ma svolgono a tutti gli effetti un servizio alberghiero. – annunciano Mario Staderini, Segretario Radicali Italiani, Grassi insieme a Maurizio Buzzegoli dei Radicali di Firenze e a Mauro Romanelli, Consigliere regionale della Toscana - Nei tentativi i prezzi oscillano tra i 70 e i 120 euro a notte per una matrimoniale: dei veri e propri prezzi da albergo. E’ proprio il caso di dire che per la Chiesa le vie dell’esenzione sono infinite.”

Cosa possono fare il sindaco Renzi e la sua giunta? “Nell’immediato a livello comunale abbiamo presentato una mozione che chiede al Sindaco di proporre, all’interno dell’ANCI, ogni atto al fine di eliminare tale ingiustificata disparità di trattamento, a salvaguardia degli interessi della finanza pubblica, nonché al fine di evitare un'infrazione comunitaria da parte dell’Italia ed inoltre chiede di avviare un’indagine di controllo sul territorio comunale sulle esenzioni e sulle mancate dichiarazioni dovute all’introduzione dell’esenzione ICI per le attività degli enti religiosi e non profit di natura commerciale. Per adesso non è stato possibile votarla per i veti della maggioranza, ci auguriamo che l’apertura nazionale possa avere effetti positivi anche su Firenze.”
 
“Con la sentenza della Corte Suprema di Cassazione sezione tributaria n.23314 del 09 novembre scorso sarà più semplice per i Comuni approfondire gli aspetti legati agli immobili religiosi che usufruiscono dell'esenzione dall'Ici quando in tali edifici vengono svolte attività commerciali, tipo l'ospitalità a pagamento realizzata con le modalità del trattamento alberghiero: sarà infatti impossibile che l'esenzione dall'ICI possa avvenire "senza verificare, alla stregua della realtà fattuale, la concreta sussistenza delle condizioni legittimanti l'esenzione da imposizione dell'attività svolta" – concludono gli esponenti politici  – A Firenze siamo al paradosso in cui alcune strutture non pagano l’ICI ma dallo scorso luglio le stesse obbligano i turisti al pagamento della tassa di soggiorno: si rispetta la Legge solo quando a pagare è qualcun altro ?”
 

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