La Regione Toscana conferma il patrocinio al Gay Pride di Viareggio
E' stato il presidente Rossi ha confermare la scelta direttamente su facebook: "Crescita, giovani e famiglie e patrocinio al Gay Pride. Non vedo contraddizioni"
“La Toscana ha dato il patrocinio al Gay Pride e si occupa di crescita, giovani e famiglie. Non vedo contraddizioni”. Firmato, Enrico Rossi. Parole che il presidente della Regione Toscana ha pubblicato sulla sua pagina facebook questa mattina. Strano davvero questo Pd. Da una parte Rossi e l’amministrazione regionale che patrocinano il Gay Pride di Viareggio del prossimo 7 luglio, dall’altra l’ex ministro Beppe Fioroni che ieri ha affondato il colpo proprio su gay e coppie di fatto: “No a nozze gay” nel programma elettorale del Pd. Altrimenti? “Mi candido alle primarie”. Una sorta di sms forte e chiaro rivolto direttamente a Bersani. Come ha insegnato la storia recente, recentissima, all’interno del Pd il dibattito è in continua evoluzione, dalle primarie, alla coalizione elettorale. E poi ci sono i tabù: dalla questione gay, alle coppie di fatto, alle questioni etiche, fino all’eutanasia. Su questo fronte lo scontro appare inevitabile.
Nonostante questo la Regione Toscana tira diritto sulla propria scelta: patrocinare il Gay Pride di Viareggio. A ribadirlo questa mattina in consiglio regionale l’assessore al turismo Cristina Scaletti, interrogata sul merito dai consiglieri Dario Locci e Marina Staccioli, entrambi del Gruppo misto. “Abbiamo – ha affermato l’assessore – convintamente fatto la scelta di concedere il patrocinio al Gay Pride che si terrà a Viareggio, considerandolo un evento utile per l’affermazione del rispetto e dei valori delle differenze”. E per rafforzare la tesi la Scaletti è ricorsa ai principi sanciti dallo Statuto regionale, laddove “prevede di tutelare tutti i cittadini, indipendentemente dai loro orientamenti politici, religiosi o sessuali”.
Parole che non hanno per nulla soddisfatto la consigliera Maria Staccioli: “Il Gay Pride è una manifestazione estrema, non condivisa nemmeno da molti omosessuali” e, in quanto tale, “non meritevole della concessione del patrocinio regionale”. Le questioni etiche, ancora una volta, si confermano un grosso irrisoluto italiano; più forti dello spread, delle tasse, degli schieramenti. Come da copione.