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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

La fuoriuscita dal Pd Elisa Simoni si pente: "Liberi e Uguali ha fallito"

E' la 'cugina' di Matteo Renzi ed ex assessora all'istruzione della provincia di Firenze. Non è stata rieletta deputata

C'è già chi si pente dell'esperimento politico di Liberi e Uguali dopo lo scarso risultato elettorale delle politiche del 4 marzo. Elisa Simoni, ex deputata del Pd e conosciuta soprattutto per avere una parentela con l'ex premier Matteo Renzi, ha dichiarato a Tele Iride che l'esperimento politico guidato dall'ormai ex presidente del Senato Pietro Grasso è fallito. 

"Mi sono pentita non di essere uscita (dal PD, ndr), ma di quello che è stato il progetto di Liberi e Uguali dopo", ha detto la senatrice  durante la trasmissione di Tele Iride Telegram.

"Sono uscita per una ragione semplice. - ha detto Simoni - Matteo Renzi poteva vincere il congresso cambiando linea politica o mantenendo la stessa. Avendo capito che non c’era cambio di linea politica ho anche compreso la mia funzione politica. Quindi io sono uscita  dicendo anche molto chiaramente che con un’operazione esterna, se noi drenavamo voti del Pd quei voti rimanevano nel centrosinistra. È evidente che Liberi e Uguali ha fatto un’altra scelta che io non condivido pienamente, che è quella di spostare la barra troppo a sinistra, non capendo che a sinistra della sinistra c’è sempre una sinistra che è “più sinistra” e più pura. Quindi abbiamo sbagliato sia il Pd che noi e mi sembra che il risultato lo abbia evidenziato. Ma se ci dobbiamo riproporre in 800 Comuni e forse alle Politiche, una riflessione nel centrosinistra forse è il caso di farla". 

Elisa Simoni prima di uscire dai dem ha sostenuto la candidatura di Andrea Orlando alla guida del partito. Capolista per Leu nel collegio di Guidonia (in provincia di Roma), è uno dei nomi illustri della compagine politica di Pietro Grasso a non essere entrata in Parlamento

L'APPUNTO 

"La mia intenzione non è quella di lasciare Liberi e Uguali - chiarisce Simoni in una nota - ma ribadisco quel che dico da mesi e che ora affermano anche altri. Ovvero che la nostra funzione politica era quella di prendere i voti in uscita dal PD per tenerli nell'alveo del centrosinistra, obiettivo che non è stato raggiunto perché la barra di LeU è stata spostata troppo a sinistra. Questo ha fatto sì che non fossimo votabili per chi usciva dal pd, pertanto da oggi LeU ha la necessità di costruire un partito di sinistra riformista e di governo che lavori alla ricostruzione del campo progressista già dalle prossime amministrative".

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