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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica

Battistero e pubblicità: "Per il foulard di Pucci, Pitti ha speso solo mille euro"

Affondo di Tommaso Grassi (Sel) che attacca: "Nardella difese l'operazione parlando di un evidente e significativo ritorno per Firenze. Ora dica chiaramente quale sarebbe stato questo ritorno, visto che nessuno ne ha potuto godere"

Il ‘foulard’ di Emilio Pucci- che durante l’edizione numero 86 di Pitti Uomo dello scorso giugno ha interamente avvolto le impalcature montate per la pulizia delle mura del Battistero di Firenze- è costata “solo mille euro”. “Il sindaco Nardella sui social media difese l’operazione parlando di un evidente e significativo ritorno per Firenze. Adesso sarebbe il caso che dicesse chiaramente quale sarebbe stato questo ritorno, visto che nessuno dei fiorentini ne ha potuto godere”. La denuncia arriva da Tommaso Grassi, capogruppo in consiglio comunale di ‘Firenze riparte a sinistra’, coalizione civico-politica con al suo interno Sel e Rifondazione comunista. “Non si può che gioire se il Comune ha deciso di limitare e normare la pubblicità sui monumenti più importanti della città, ma perché Nardella si sveglia solo adesso? Grazie ad una ridicola sponsorizzazione all’Opera del Duomo- affonda Grassi- gli organizzatori di Pitti, con un telone pubblicitario in cui era rappresentato il celebre foulard di Pucci, hanno ottenuto una immagine unica, il cui valore difficilmente può essere stimabile, soprattutto se questo è destinato a rimanere l’unico caso in cui la pubblicità è stata consentita”.

Sull’installazione Pucci-Battistero, attacca Grassi, “addirittura si è giocato sull'assenza del marchio del prodotto, ugualmente ben riconoscibile data la firma del celebre stilista. Si è fatta passare così l'intera operazione come un messaggio non pubblicitario. A questo punto, quindi, dopo la brusca frenata imposta dall’amministrazione all’Opera del Duomo- intenzionata a montare nelle impalcature del Battistero dei messaggi pubblicitari- Grassi spera “che la posizione del sindaco sia politica e che segni finalmente uno stop alla mercificazione e all'uso commerciale e privatistico degli spazi storici e dei monumenti. Uno stop della pubblicità su di essi e un nuovo regolamento, ecco quello che serve, per decidere- conclude il consigliere- se e a chi concedere gli spazi sui monumenti. Servono criteri oggettivi”.

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