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Forteto, la Regione: "Coop da commissariare, ora indaghi il Parlamento"

La relazione unanime della commissione toscana arriva alla vigilia della sentenza di appello

La commissione d'inchiesta bis del Consiglio regionale della Toscana sul Forteto ha approvato all''unanimità la relazione finale con "un invito al Parlamento e al Governo a rivalutare l''ipotesi di commissariare la cooperativa agricola" e "di riconsiderare la possibilità di istituire una commissione di inchiesta parlamentare su quanto avvenuto nella comunità". La relazione invita anche il "ministero della Giustizia a inviare ispettori al tribunale dei Minori fiorentino" e "la Regione Toscana a togliere il patrocinio alla Fondazione omonima", oltre a chiedere alla grande distribuzione di "valutare l’opportunità di commercializzare prodotti a marchio Forteto". Inoltre, la commissione ha individuato alcuni responsabili fra i dipendenti pubblici ed ha inviato agli enti preposti una richiesta di valutare provvedimenti disciplinari che potranno anche portare al licenziamento degli stessi.

La commissione, che ha audito circa cento persone nei nove mesi di lavori, ha raggiunto un risultato importante perché è riuscita a trovare unità di intenti su una vicenda gravissima, che vede condannate in primo grado 16 persone, fra le quali Rodolfo Fiesoli, il capo della comunità, a 17 anni e mezzo di reclusione per abusi e maltrattamenti. E' in corso il processo d'appello che dovrebbe concludersi il prossimo 29 giugno. La commissione ha anche rivolto un invito ai sindacati e al mondo delle cooperative di effettuare verifiche più stringenti, dopo che ha appurato l'esistenza al Forteto di sfruttamenti del lavoro di vario genere. 

“Emerge chiara la responsabilità enorme del Tribunale dei Minori Firenze - ha spiegato il presidente della commissione Paolo Bambagioni - c’erano già state delle sentenze contro i capi del Forteto, ma il tribunale ha continuato ad affidare bambini prima all’associazione, poi a cosiddette famiglie interne a quella comunità. Responsabilità gravissime: individuali, con nomi e cognomi di magistrati che hanno fatto le assegnazioni o che non hanno controllato come avrebbero dovuto, e responsabilità anche ideologiche, soprattutto nei primi anni”. Responsabilità “dei servizi socio-sanitari, che non ne escono bene”, prosegue Bambagioni. “Avevano l’obbligo di fare le verifiche e riferirle al tribunale, ma spesso l’hanno fatto molto male”. E poi la politica, “superficiale, con molti passaggi al Forteto anche di personaggi importanti, che hanno contribuito ad accreditare una immagine idilliaca di quella esperienza. E il centrosinistra, che ha governato in questi anni, ha le sue responsabilità”. Il mondo dell’informazione, “che dovrebbe essere più d’inchiesta, più libero da condizionamenti e invece o ha subito il fascino di abili manipolatori o non ha saputo tirare fuori la verità su quello che stava accadendo nel corso di tanti anni”. Il mondo economico, “sindacati, cooperatori, che hanno tenuto lo sguardo troppo fermo sulla tutela dell’attività economica del Forteto. Noi abbiamo chiesto il commissariamento della cooperativa, perché la discontinuità che è indispensabile ancora non si vede a sufficienza”.

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