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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Mondiali di ciclismo del 2013 a rischio se non arrivano i soldi

I comitati sono pronti ma mancano i finanziamenti, Nardella: rischiamo un "mondialicchio".Il Sottosegretario Crimi: "Non si può pensare di rimettere a nuovo una regione con la scusa dei mondiali"

images2Il 29 settembre 2013 le strade tra Lucca e Firenze saranno le protagoniste della gara in linea del mondiale di ciclismo su strada. La data sembra lontana, invece è dietro l’angolo e per adesso quella che sembrava un’autostrada per Firenze e la Toscana si è trasformata in un viottolo, alquanto scuro. La macchina dell’organizzazione è pronta, l’evento è studiato nel dettaglio, ma c’è un "però" gigantesco, grande come 160 milioni che ancora mancano per partire con i lavori. Un vero e proprio codice rosso, tanto pericoloso da far sussurrare a qualcuno dell’organizzazione la possibilità che, se presto da Roma non verrà sbloccata la situazione, la data possa saltare. E ieri sera, al Circolo del Tennis di viale Visarno durante la presentazione di “Tuscany 2013”, cioè il mondiale, il tema ricorrente sulla bocca di tutti era lo stesso: i finanziamenti. “Mancano i soldi, dobbiamo trovare le risorse e dobbiamo sbrigarci – ha affermato Dario Nardella nella doppia veste di vice sindaco di Firenze e vice presidente del Comitato istituzionale dell’evento – il Governo deve mantenere gli impegni presi”.
Soldi e molti, il Comitato è al chilometro zero. E’ un po’ come in un tappone del Giro, una classica del nord o per rimanere nel pezzo, vista la concomitanza, un cocente tappa pirenaica del Tour. Alla partenza il gruppo è compatto, i corridori scherzano e l’andatura è blanda, si passeggia; poi, però la corsa si infiamma, cominciano gli scatti, la fatica, le terribili crisi, la gioia di chi taglia per primo il traguardo. I mondiali 2013 sono alla partenza, e ancora non c’è nessuno che abbia sventolato la bandiera del via. “Queste risorse – continua Nardella – servono soprattutto per gli interventi sulle infrastrutture e sul verde pubblico; la gara si corre sulle strade e dobbiamo prima di tutto garantire la sicurezza ai ciclisti. Abbiamo bisogno che il percorso sia all’altezza delle aspettative. Non possiamo fare un "mondialicchio", anche perché siamo chiamati ad organizzare il più grande evento sportivo in Toscana di questo secolo, che è allo stesso tempo un’opportunità turistica ed economica enorme”. Che sia un evento di portata planetaria questo è indubbio. Gli organizzatori stimano che le gare dei mondiali saranno seguite in diretta televisiva da almeno 300 milioni di spettatori.

Intanto le lancette scorrono, come in una cronometro, settembre è dietro l’angolo, come sa bene Riccardo Nencini, l’assessore al bilancio regionale, nonché presidente del Comitato: “per noi è tutto pronto, dalla tabella di marcia delle opere pubbliche da realizzare, ai comitati che stanno organizzando l’evento, al logo della manifestazione. Spero sia pronto anche il Governo con i propri impegni; lo vedremo tra agosto e settembre”. Il termine ultimo è fissato quindi, i tempi tecnici e burocratici non possono andare oltre. “Non ci saranno leggi – continua Nencini –che consentiranno alla Toscana scorciatoie come ci sono state in passato in altre regioni per altri grandi eventi, oppure per drammi, tragedie nazionali. Dovremo percorrere una strada che la legge ci obbliga a seguire, dai progetti, alle gare d’appalto, ai lavori veri e propri. L’inizio non può essere rimandato oltre settembre”.  Come dire è finita l’epoca dei commissari straordinari, delle leggi deroga e del tutto è permesse, quelle stesse norme che hanno consentito di recuperare il tempo perduto in grandi manifestazioni del passato, su tutte le Olimpiadi di Torino 2006 ed i mondiali di nuoto Roma 2009. Nardella è in perfetta sintonia con Nencini e lo conferma dal palco durante il proprio intervento: “Certi giochetti fanno parte del passato, direi anche per fortuna; non vogliamo alti commissari né Protezione civile che scavalchino le regole, che abbrevino i tempi. Abbiamo fatto un cronoprogramma ed intendiamo rispettarlo seguendo le regole”.
Durante la presentazione si collega telefonicamente l'On. Rocco Crimi, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega allo Sport. Il nodo è sempre quello, i finanziamenti che non ci sono: “nella Finanziaria ci sono stati 47 miliardi di tagli – afferma via cellulare il Sottosegretario – in questi momenti bisogna fare quello che si può. Non si può pensare di rimettere a nuovo una regione con la scusa dei mondiali di ciclismo. Sul piano delle infrastrutture, compatibilmente con quelle che sono le risorse, si vedrà cosa sarà possibile fare. Noi faremo il possibile, cercheremo di non far mancare le risorse necessarie per lo svolgimento del mondiale ma anche la Regione deve fare la sua parte, così come la Provincia ed i Comuni interessati".

Dopo le istituzioni è la volta di Paolo Bettini, il c.t. azzurro. Bettini un mondiale così, qualche anno fa, lo avrebbe vinto a mani basse; certi percorsi erano cuciti su di lui; se poi sul piatto mettiamo il fattore Toscana, non ce ne sarebbe stato veramente per nessuno. Oggi da tecnico valuta il percorso nella sua complessità e nella sua bellezza: duro quanto bello. “Il mondiale in Toscana – afferma “il Grillo” – è importante per tanti motivi. Firenze non ha bisogno di un mondiale per farsi conoscere nel mondo, però l’evento per una regione che vive di ciclismo è doppiamente importante”. Poi l’attualità, il pericolo che il sogno sfugga tra le mani, per lui che spesso le mani al traguardo le alzava al cielo ma che ha anche perso gare per pochi centimetri: “mi auguro che un mondiale non costi 160 milioni altrimenti siamo arrivati alla frutta; comunque l’aspetto sportivo è una cosa, tutto quello che gli ruota attorno è un’altra”. Gli incidenti nel ciclismo sono all’ordine del giorno ed a volte la corsa veste i panni della tragedia, la morte di Weylandt all’ultimo Giro d’Italia e lì a ricordarlo a tutti. “La sicurezza –conclude Bettini – deve essere la prima cosa, non solo per i ciclisti; quando mettiamo in sicurezza le strade lo ritroviamo anche dopo la gare. Posso dire che in Toscana stiamo bene, la strade scelte per il percorso, fuorché un paio di punti, sono ultra collaudate. In altre situazioni ho corso in strade veramente pericolose”.
 

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