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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Beppe Grillo 'assolve' in video il figlio accusato di stupro, Melio: "Un minuto e mezzo di sessismo"

Condanna anche dalla sindaca di Empoli Brenda Barnini ("Incolpa la ragazza vittima") e da Maria Elena Boschi: "Si deve vergognare"

Beppe Grillo ieri in un video pubblicato sul suo blog ha difeso il figlio Ciro, accusato di violenza sessuale di gruppo contro una ragazza all'epoca dei fatti, due anni fa in Sardegna, 19enne. Nel video Grillo di fatto 'assolve' il figlio e i suoi tre amici accusati di stupro ("sono quattro coglioni, non stupratori") con diverse affermazioni che hanno suscitato forti proteste sia nella politica che nelle associazioni che si impegnano contro la violenza sulle donne. Tra le principali critiche quelle di non aver speso una parola per la vittima e di aver messo in dubbio la legittimità della denuncia perché, tra le altre cose "arrivata otto giorni dopo" i fatti. Dure parole di condanna sono arrivate anche da diversi esponenti politici toscani.

"Un minuto e mezzo di delirio che non riguarda il garantismo che dobbiamo tutti mantenere. Un minuto e mezzo di sessismo in cui non viene spesa una sola parola per la ragazza coinvolta, se non per sottolineare che se fosse stata veramente stuprata avrebbe denunciato subito e non dopo otto giorni. Insomma, bugiarda oppure colpevole, lei, per lui.
Lo andasse a dire a chi, vittima di violenza, ha trovato la forza di denunciare dopo otto mesi, otto anni, o magari mai. E lo andasse a dire insieme a tutte le donne del Movimento e non solo, che in queste ore sono rimaste in un complice silenzio", scrive su Facebook Iacopo Melio, consigliere regionale del Pd.

"Ma d’altronde stiamo parlando di chi aizzò i suoi fan chiedendo 'cosa succederebbe se ti trovassi la Boldrini in macchina?', o di chi definì 'vecchia putt**a' Rita Levi Montalcini. Se non fosse chiaro, non ha mai perso il pelo e neanche il vizio, quello più squallido di chi arriva a usare il proprio potere per schiacciare le donne. Più volte. Ben oltre il minuto e mezzo", attacca Melio.

Dure critiche arrivano, tra gli altri, anche dalla sindaca di Empoli Brenda Barnini e dalla deputata e capogruppo di Italia Viva alla Camera Maria Elena Boschi.

"Beppe Grillo assolve il figlio dall'accusa di stupro e incolpa la ragazza vittima di aver denunciato troppo tardi. La cosa è talmente grave che non può essere taciuta e deve trovare unanime e trasversale opposizione. In questo caso alla misoginia e allo stereotipo del peggior maschilismo si unisce l'arroganza del potere economico e mediatico del comico. Non è questione di solidarietà paterna, un genitore che si trovi nella sua condizione dovrebbe riflettere e sostenere privatamente ed emotivamente il figlio, non certo mettere in discussione l'azione degli inquirenti né tantomeno avvalorare l'errata e pericolosissima menzogna che la denuncia di stupro possa essere a scadenza - dice la sindaca Barnini -. A me non interessa in questo momento il suo profilo politico, non è il suo essere fondatore del Movimento cinque stelle il problema. Beppe Grillo era un personaggio pubblico ben prima di diventare un politico e per questo la condanna verso le sue gravissime parole deve essere ferma e unanime".

"Il video di Beppe Grillo è scandaloso. Caro Beppe Grillo ti devi semplicemente vergognare", le parole invece di Maria Elena Boschi. "Non sta a me dire se ha torto o ha ragione: per quello ci sono i magistrati. Ma che lui utilizzi il suo potere politico e mediatico per assolvere il figlio è vergognoso - prosegue Boschi -. Le sue parole sono piene di maschilismo. Quando dice che la ragazza ci ha messo 8 giorni a denunciare fa un torto a tutte le donne vittime di violenza e forse non sa il dolore che passa attraverso quelle donne, che spesso impiegano non giorni, ma settimane per superare magari la vergogna e l'angoscia".

Contro Beppe Grillo, con ferme parole di condanna, si è espressa anche la deputata del Movimento 5 Stelle Federica Daga, che ha raccontato le violenze subite da un uomo e di aver trovato il coraggio di denunciare dopo mesi.

"Grillo ha fatto un discorso grave che mi ha fatto rivivere tutto il mio dramma. Un discorso da uomo arrabbiato. Ma come si fa a dire che una violenza non è violenza se viene denunciata otto giorni dopo? Io sono stata massacrata di botte e perseguitata da un uomo che sono riuscita a denunciare soltanto a sei mesi dalla fine di quell’incubo", ha detto Daga in un'intervista a La Repubblica, dove rivela altri particolari agghiaccianti.

L'inchiesta su Ciro Grillo per stupro di gruppo

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