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Primarie, pienone per Schlein e Fossi a Firenze: “Basta ambiguità, con noi il Pd torna di sinistra” / FOTO

Domenica le primarie, oltre mille persone al Tuscany Hall: “Chi guardava al centro ci ha fatto perdere la nostra gente”

Forse non se l'aspettavano nemmeno loro. Tuscany Hall pieno, come non si vedeva da tempo. Sicuramente ben oltre le mille persone, molti restano in piedi o siedono in terra. 'Elly, Elly', è il coro entusiasta che si leva all'unisono appena la 37enne che potrebbe sconvolgere le sorti del Pd si presenta in sala. E lei tocca le corde giuste, quelle che dalle parti dei dem non suonavano da tempo.

"A sinistra senza ambiguità"

“Basta ambiguità. Siamo e vogliamo essere di sinistra, nel mio Pd non ci sarà alcun imbarazzo a dirlo”, scandisce Schlein, arrivata a Firenze dopo una tappa a Marzabotto, luogo di uno dei più terribili eccidi nazisti.

Dice di macinare quattro o cinque tappe al giorno in giro per l'Italia, in vista delle primarie di domenica, che sanciranno il nuovo (o la nuova) segretario nazionale e, in Toscana, anche quello regionale, dove contro Valentina Mercanti dei 'riformisti' se la vede un combattivissimo Emiliano Fossi.

'Ticket'?

E' il 'ticket', quello tra Schlein e Fossi, che vuole ribaltare il Pd dalle fondamenta. “Ed è anche l'unico ticket che mi interessa”, manda lei a dire a Stefano Bonaccini, uscito vincitore dal voto dei circoli ma tutt'altro che sicuro della vittoria finale. “Basta - prosegue Elly -, dire alle donne che possono essere 'vice' di qualcosa, è arrivato il nostro turno”.

Prima dei due candidati, circondati sul palco da giovanissimi militanti, parlano Mia Diop, 20enne del comitato costituente del Pd, e Jacopo Bencini, giovane assessore a Pontassieve. Lei chiede la garanzia del diritto all'aborto (che per la ministra Roccella "purtroppo esiste") e solidarizza con gli studenti aggrediti al Michelangiolo dai giovani di Azione studentesca, lui rispolvera una parola che tra le file dem era desueta: “Redistribuzione”.

Poi tocca ai big. “Siamo accanto ad Annalisa Savino. I rigurgiti inaccettabili e sempre più violenti non passeranno”, scandisce Fossi, a difesa della preside attaccata oggi dal ministro dell'istruzione Giuseppe Valditara, “che sembra nostalgico del Minculpop (il ministro della cultura di epoca fascista, ndr)”.

Sia lui che Schlein toccano svariati temi sociali. “Dobbiamo tornare davanti alle fabbriche, tra i lavoratori che rischiano il posto. Difendere la scuola e la sanità pubblica, stare accanto agli studenti che ci gridano che questo modello di scuola non funziona più e tra i quali cresce il disagio psicologico e l'autolesionismo”, dice Fossi.

“Lo vedo già il nuovo gruppo dirigente del Pd, è qui intorno a me. Durante questa campagna mi sono tenuta stretta la mia libertà”, replica Schlein a chi l'accusa di essere spalleggiata dalla vecchia classe dirigente.

Diseguaglianze, lavoro e clima

E ancora, lei: “Ci sono tre grandi questioni prioritarie che dovremo affrontare: diseguaglianze, lavoro e clima. Sono tutte prioritarie. Basta precariato e tirocini gratuiti e no ad una scuola di serie a ed una di serie b, come vorrebbe la destra facendo entrare i finanziamenti privati. Noi difenderemo la scuola pubblica come leva di emancipazione sociale”.

Con la vittoria di Schlein, anche se non lo dice esplicitamente, il Pd potrebbe finalmente avere il coraggio di abbandonare i richiami renziani. “Dobbiamo tornare dal nostro popolo, dal quale ci siamo allontanati sempre più ogni volta che qualcuno remava verso il centro”, dice lei, che ai tempi di Renzi segretario, quando tutti salivano sul carro del vincitore, chi per convinzioni e chi, molti, in cerca di una posizione di rendita, ebbe il coraggio di andarsene.

Sanità, scuola pubblica, salario minimo, ius soli

Anche lei chiede “più attenzione alla salute mentale”, insiste sulla necessita di “una sanità e una scuola pubbliche e di qualità”, rimarca “l'importanza di tutelare insieme diritti sociali e diritti civili”, attacca come “vergognosa la guerra della destra solo contro gli immigrati, ma non contro chi li sfrutta”, respinge “con forza il disegno di autonomia differenziata di Calderoli” (che invece ammalia Giani e Bonaccini, ndr) per non abbandonare il Sud, chiede “salario minimo, conversione ecologico, stop alla cementificazione del territorio, legge Zan” e ius soli: “Sì, chi nasce in Italia è italiano, anche qui, basta ambiguità”.

Critica duramente Valditara ("non dovrebbe più essere ministro"), dal pubblico parte un'ovazione e poi spontanea anche 'Bella Ciao'. Parla almeno tre quarti d'ora, c'è tempo per sostenere "la necessità del congedo mestruale e l'educazione alle differenze fin dai primi anni di scuola" e per citare don Milani: "A chi vuole la flat tax dico che non c'è nulla di più ingiusto che fare parti uguali tra disuguali".

L'ultima stoccata

“Non basta essere un buon amministratore, io voglio una proposta politica”, l'ultima stoccata a Bonaccini. Poi tutti a casa. “Con lei, finalmente, posso tornare ad essere orgoglioso di votare Pd”, dice Luca, 60enne che ha ascoltato accovacciato in terra per lasciar posto alla moglie sulla sedia. In tanti condividono. Chissà, forse domenica potrebbe essere la loro giornata.

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FOTO - Primarie Pd, bagno di folla per Schlein e Fossi a Firenze

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