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Elezioni comunali 2023 Campi Bisenzio

Elezioni comunali, Fossi: "Fermata l'avanzata delle destre, 'effetto Schlein' anche in Toscana"

Il segretario regionale dem soddisfatto del primo turno: "Finita l'era del Pd arrogante, siamo di nuovo protagonisti". Mentre il centrodestra tenta di ricomporre i cocci in vista dei ballottaggi

Sorriso marcato, per Emiliano Fossi, entrando questa mattina nella sede regionale del Pd, in via Forlanini. "La narrazione dell'avanzata delle destre è stata smentita. L'abbiamo fermata", dice il segretario regionale dem, fornendo ai giornalisti l'analisi del voto amministrativo di domenica e lunedì scorsi.

Ovviamente, al centro del ragionamento del segretario ci sono i tre capoluoghi che il centrodestra, per la prima volta nella storia repubblicana, strappò cinque anni fa al dominio settantennale del centrosinistra: Siena, Massa e Pisa. Proprio quest'ultima, dove Michele Conti, sostenuto da tutto il centrodestra compatto, ha mancato la riconferma per soli 15 voti, potrebbe segnare una svolta anche in vista delle amministrative del 2024 (si voterà a Firenze, Prato e Livorno) ma anche per la conquista della Regione, l'anno successivo.

"C'è un dato di fatto. Dopo cinque anni di governo, al momento, la destra non è riuscita a riconfermarsi in nessuna di queste tre città", può rimarcare Fossi. Tutto si giocherà al ballottaggio del 28 e 29 maggio, dove il centrodestra, che ha fatto harakiri sia a Massa (il sindaco uscente Francesco Persiani, ricandidato da Fi e Lega, fu sfiduciato anche da Fratelli d'Italia) che a Campi Bisenzio, con la doppia candidatura di Paolo Gandola e Antonio Montelatici, cercherà di tornare unito.

"Ma al ballottaggio, a Pisa, siamo favoriti noi. Pensavano di prenderla al primo turno, ora tra le loro fila monta il nervosismo", si ragiona del resto nelle stanze dei democratici. Del resto, le frizioni a destra sono di dominio pubblico, sui social e nei comunicati stampa.

"Hanno spaccato la coalizione, così Firenze non la prendiamo", le parole al veleno di Gandola, sostenuto a Campi da Fi e Lega, contro Fratelli d'Italia, che invece appoggiava Montelatici, arrivato solo quarto. "Siamo andati a causa di chi ha detto 'da grande voglio fare il sindaco' e di chi lo ha assecondato", gli ha risposto su Facebook al fulmicotone, senza nominarlo, Montelatici.

E così a Campi, dove Fossi ha governato quasi dieci anni, prima di candidarsi ed essere eletto al parlamento, il ballottaggio sarà tutto a sinistra, tra Fabbri (Pd) e Tagliaferri (sinistra e 5 Stelle). "Pensavano di averla già in mano, invece Campi si conferma città di centrosinistra", può esultare Fossi, che rivendica un "effetto Schlein" anche in Toscana.

"Perché il Pd è tornato protagonista. E, a due mesi dal congresso, mi sembra già un primo passo importante. E' un partito che rialza la testa e torna protagonista. Un partito maturo, che chiude definitivamente la stagione dell'arroganza che ci ha caratterizzato in passato, che sa di non essere autosufficiente e ha bisogno di costruire alleanze ampie", spiega Fossi, che invoca un vero e proprio "patto civico", con tutte le varie realtà civiche presenti sul territorio, oltre ad un per ora vago "campo largo" per il futuro che al momento non esclude né i 5 Stelle né il cosiddetto terzo polo renziano, seppure queste ultime due forze tra loro non possano vedersi.

Sull'altro fronte, anche l'europarlamentare leghista Sussanna Ceccardi ha attaccato Fratelli d'Italia. "Da parte loro scelte incomprensibili", ha detto. "Laddove il centrodestra è spaccato, i nostri elettori ci puniscono. Questo dato inconfutabile deve fornirci due stimoli: trovare l’unità in tutti gli oltre 180 comuni che andranno al voto il prossimo anno e farci correre al massimo della velocità per altri 15 giorni, quando, sono certo, il popolo di centrodestra sarà nuovamente unito nei turni di ballottaggio”, ha commentato, dal partito della Meloni, il capogruppo regionale Francesco Torselli, perno di un Fdi sorpreso dal tenore delle critiche arrivate dagli alleati.

Divisioni che ovviamente possono tornare utili al centrosinistra. Ma tant'è, per ora è tutto in ballo. Tra 15 giorni potrebbe succedere di tutto: una vittoria del centrodestra potrebbe rilanciare la coalizione in vista delle elezioni fiorentine del '24 e soprattutto delle Regionali del '25. Una vittoria del centrosinistra invece ricolorerebbe di rosso la Toscana. E vista l'importanza della posta in gioco, nei prossimi giorni tornerà anche la segretaria nazionale Schlein.

Quanto a Firenze, tutto rimandato a dopo i ballottaggi. Oggi con una intervista a Repubblica il segretario cittadino dem Andrea Ceccarelli ha stoppato sul nascere le autocandidature alle primarie, ancora non decise, primarie di partito: le danze sono state aperte da Rosa Maria Di Giorgi. "No a primarie di partito, ci saranno primarie di coalizione", ha fatto capire in sostanza Ceccarelli.

"La segreteria regionale avrà una forte voce in capitolo sulla definizione degli strumenti e delle modalità per selezionare le candidature", avverte Fossi, interpellato sul tema dai giornalisti. Ma tutto è rimandato a dopo i ballottaggi. "Ora non entro nelle questioni fiorentine, perché sono molto concentrato sui ballottaggi. Dobbiamo costruire alleanze più ampie possibili. Con dentro forze di sinistra, radicali e moderate, il M5s e un pezzo importante del civismo, che in molte città dimostra vitalità. Poi apriremo un cantiere aperto con tutte le forze che si riconoscono in un'idea di centrosinistra e vogliono una Toscana inclusiva, che lotta contro le disuguaglianze, attenta all'ambiente e che promuove lo sviluppo".

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