Elezioni, Nardella vince le primarie Pd. Ora la corsa per Palazzo Vecchio
Dario Nardella ha battuto Iacopo Ghelli e Alessandro Lo Presti e ha vinto le primarie a Firenze. Il Partito democratico ora ha il suo candidato sindaco per le amministrative di fine maggio
Firenze, piazza Ravenna – “Non abbiamo vinto, abbiamo stravinto”. Dario Nardella si porta a casa le primarie, il Partito democratico ha il suo candidato sindaco per le amministrative di fine maggio. E in piazza Ravenna, alla sede del comitato Nardella, il brindisi è scattato qualche minuto dopo la vittoria a Napoli della Fiorentina. Attenzione, tanto per dire le cose come stanno, candidato unico lo era anche ieri. Lo è stato fin dall’inizio. Fin quando, a febbraio, ha accettato di risalire a Firenze; lasciare il Tevere per ritornare in Arno da vicesindaco e ripartire da dove aveva lasciato.
Stavolta però, dopo un anno in Parlamento e l’abitudine a frequentare i salotti televisivi, il vice, l’eterno numero due, da volto noto, punterà deciso alla fascia – tricolore – da capitano. Da supplente a titolare nella cattedra di Clemente VII in Palazzo Vecchio. Il dopo Renzi riinizia dal delfino di Renzi.
Anche se, Nardella, non vuol sentire parlare di “cloni o copie”. E neppure di staffette piovute dall’alto. Da qui, per dar conto e mostra che la ferrea gerarchia interna è in linea con la pancia del Pd, il bisogno di un investitura popolare, non solo politica (quella di Renzi). “Non voglio passare da paracadutato”, ha ripetuto fino allo sfinimento nei giorni in cui ancora non v’era la certezza delle primarie. Così dopo giorni di tentennamenti e di avversari in vacanza premio (il ritiro di Eugenio Giani, Simone Gheri che non è mai stato veramente della partita, Barducci e Fantoni che si sono disimpegnati dalla “farsa”), il Pd ha messo in piedi, in fretta e furia, circoli, gazebo e schede elettorali a tre nomi: Nardella appunto, Alessandro Lo Presti e Iacopo Ghelli.
VITTORIA – Fino a questa sera, alla celebrazione di quel che era già scritto. “Dai numeri – ha commentato sorridendo il vicesindaco, da domani ufficialmente reggente – si potrebbe pensare a primarie fatte a Sofia, in Bulgaria. E invece sono quelle di Firenze”. Alle 21, a spoglio in corso, in effetti il successo ha i tratti dell’editto bulgaro: Nardella è dato ad oltre l’82% delle preferenze; con i due sfidanti, Ghelli e Lo Presti, fermi il primo al 10%, il secondo al 7% (Nardella 82,44% con 9416 voti; Ghelli 10,22% con 1167 voti; Lo Presti 7,31% con 835 | dato non ancora definitivo). Due nomi messi improvvisamente nell’agone politico - con i civatiani seconda forza a Firenze - contro cui Nardella ha recitato la parte dello squalo. Come da copione.
“Ho fatto il vicesindaco quattro anni, ho vinto le primarie per entrare in Parlamento; ora ho vinto quelle per la candidatura a sindaco di Firenze, spero che questa storia del paracadutato finisca qui”, ha ribadito. Che sia stato questo il senso di questa operazione frettolosa del Pd? Può essere.
Va detto, tuttavia, che Nardella, da pesce grande, per sfamare la propria soddisfazione dovrà aspettare mari più ricchi e tempi, non meteorologicamente parlando, migliori. Sì perché il dato sull’affluenza è davvero scarsino. Nessuno si aspetta i bagni di folla delle primarie 2012 (o 2013). Nell’autunno di due anni fa, la sfida lanciata dal sindaco al segretario ebbe il sapore dello scontro storico: una sinistra contro un’altra sinistra. Una fenomenologia, la rottamazione, contro la stratificazione partitocratica lunga una trentina d’anni, dal dopo Berlinguer in poi. Una sfida tra ideologie titaniche - più che tra titani - che fece come il miele con le api. Con un onda talmente lunga e alta da arrivare nel giro di 14 mesi fin dentro a Palazzo Chigi, passando per il Nazareno.
AFFLUENZA – Detto questo, gli 11mila votanti di questa tornata elettorale interna al Pd (tre volte meno rispetto all'8 dicembre 2013), appaiono davvero pochi. Soprattutto scomodi se paragonati alle le primarie tra Renzi, Pistelli, Lastri, Ventura, Cruccolini, dove il rottamatore trionfò al primo turno. Quindici febbraio 2009, scrive Repubblica edizione Firenze: “Sono stati 37.468 i votanti totali alle primarie fiorentine del centrosinistra, secondo i dati forniti dalla segreteria regionale del Pd. Alle consultazioni per la scelta del segretario Walter Veltroni, nell'ottobre 2007, in città votarono in circa 35 mila”.
Numeri lontani dalla vittoria e dalla festa. Così si fa finta di nulla: “Mobilitare oltre 10mila persone in due settimane e in questo bissare i numeri delle primarie per l’accesso in Parlamento, secondo me è un risultato straordinario”, ha sottolineato Nardella. I numeri, in effetti, sono quelli delle ‘parlamentarie’ 2012. E tuttavia va detto che, visto che anche in casa Nardella, si è parlato di maltempo e della partita della Fiorentina come possibili distrattori, all’epoca c’era di mezzo il Natale, il Capodanno e le ferie.
“Noi abbiamo stravinto ma in questo voglio fare i complimenti ai miei avversari. Oggi ha vinto tutto il Pd che da qui in poi, fatto il riscaldamento potrà concentrarsi sulla partita vera: le secondarie di fine maggio. Da qui in avanti, dopo un quinquennio straordinario, dobbiamo rimetterci pancia a terra e costruire la squadra, la coalizione, del centro sinistra per Firenze”.
NARDELLA: "ABBIAMO STRAVINTO, PRIMARIE BULGARE" | VIDEO
RENZI – Tra brindisi, complimenti, abbracci non poteva mancare la telefonata con il premier Matteo Renzi. Che puntualmente è arrivata appena si è avuta la certezza del risultato: “Mi ha detto – ha concluso Nardella – che neppure lui si aspettava questo risultato sia dal punto di vista delle nostre percentuali che della partecipazione. Il rapporto tra noi è molto forte e io ne farò tesoro”. Anche per Firenze? “Certo. Lui per fare il bene della città è andato a casa di Berlusconi; per me andare a trovare il premier sarà molto più facile”.