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Giovedì, 28 Marzo 2024
Elezioni comunali 2014

Elezioni, Stella e Forza Italia aprono la campagna elettorale: "Stavolta vinciamo"

Per il candidato di Fi i temi caldi sono "casa, lavoro, sicurezza". E annuncia il proprio piano lavoro: "Nella prima giunta azzereremo le consulenze e apriremo 100 imprese". Ncd? "Con noi al ballottaggio"

“Non solo andremo al ballottaggio ma questa volta possiamo vincere”. Ad una cinquantina di giorni dalle elezioni, l’annuncio di Marco Stella, candidato a sindaco di Firenze nelle fila di Forza Italia, è di quelli roboanti. E se vero, storici, visto che destra o centro-destra nella città di Dante hanno sempre recitato un ruolo fisso: quello dell’opposizione; al Partito comunista, al Pds, ai Ds ed infine al Pd. E tuttavia, nonostante lo status minoritario praticamente atavico, Stella è proiettato alla volta buona: “Siamo convinti di una cosa: noi siamo l’unica alternativa credibile al centro-sinistra. Abbiamo lavorato bene per cinque anni, Matteo Renzi invece ha lavorato male”. E per il la punta di Fi far bene a Firenze vuol dire prima di tutto concentrassi sui fiorentini: tutti “i candidati sindaci anche nelle precedenti elezioni, hanno sempre messo al centro del loro programma Firenze, la città. Ricordo lo slogan di Matteo Renzi, ‘Prima Firenze’. Bene, il nostro slogan è ‘Ora i fiorentini’. Noi vogliamo servire i fiorentini in maniera diversa”.

PROGRAMMA – I fiorentini e un programma su tre punti chiave: “Casa, lavoro e sicurezza. Noi siamo convinti che questa città debba ripartire da questi tre temi caldi”.

100 IMPRESE – E tuttavia, oggi, il vero nodo politico e sociale è il lavoro. Le ricette per provare a scavallare anni difficili, per far ripartire l’indotto economico che la crisi ha grippato. Renzi, da segretario del Pd e ora da premier, ha lanciato il Jobs Act, con i contratti a tempo indeterminato garantiti dalla flessibilità in uscita. Stella, a Firenze, punta sulla piccola e media impresa: “Se sarò sindaco nella prima giunta apriremo cento imprese. Si può fare: abbiamo 5 posti disponibili nel mercato di San Lorenzo, 23 posti per quel che riguarda il commercio ambulante, 39 fondi sfitti del Comune che attendono soltanto che qualcuno li apra. Noi nella prima giunta daremo le chiavi”.

AZZERAMENTO CONSULENTE – La somma non fa cento. Così annuncia la seconda gamba del progetto: “Azzereremo le consulenze di Palazzo Vecchio per un risparmio di un milione di euro. Aprire una startup oggi costa all'incirca 25 mila euro, noi con quel milione di euro finanzieremo 50 nuove imprese”.

NARDELLA – Sottolineato una fetta del programma, il grosso, Stella punta il dito contro il vero avversario della partita che si consumerà il prossimo 25 maggio, Dario Nardella. Il vicesindaco e reggente di Firenze, candidato del Pd (in coalizione con Valdo Spini, Eros Cruccolini, l’Idv, i Popolari per l’Italia e probabilmente Scelta Civica, più chiaramente la Lista Nardella), dato per favoritissimo al ‘botteghino’. Tanto forte che il candidato forzista lancia subito uno dei leitmotiv che accompagneranno la campagna elettorale: martellare Nardella sul passato e sul presente politico. Scagliargli contro, ogni giorno, l’accusa da cui il vicesindaco in primis cerca di smarcarsi affannosamente: essere il clone, il figlioccio, di Renzi, paracadutato da Renzi: “I fiorentini sanno benissimo che Dario Nardella è l’emanazione di Matteo Renzi, è colui che è stato incoronato dal premier. Non sarà autosufficiente in nessuna decisione perché le scelte non saranno prese a Firenze ma a Roma. Se io sarò sindaco di questa città le decisioni saranno prese a Firenze per i fiorentini”.

Stella inaugura il comitato elettorale in viale S. Lavagnini

NCD – E tuttavia, per vincere Stella ha bisogno di un pezzo del centro-destra che ha preferito correre da sola, il Nuovo centro destra, che in ‘extrema ratio’ ha deciso di correre da solo. Segnando di fatto un solco e una fenomenologia che racconta bene quel che è stato il Pdl: Fratelli d’Italia va diritto con Achille Totaro, Fi con Stella, Ncd con Gianna Scatizzi. Tre liste, tre candidati sindaci e un istinto ‘secessionista’/separatista pericoloso: la dispersione dei consensi in ottica ballottaggio (il vero obiettivo minimo di Stella). Su questo fronte il dado è tratto, così Stella, dopo aver rimarcato le perplessità – il Nuovo centro destra “ci ha meravigliato perché ci avevano detto che la scelta sarebbe spettata ai circoli di Ncd e invece il nome è stato imposto da Roma” –  punta alla ricomposizione per l’appuntamento del 9 giugno, il ballottaggio appunto: “Ho grande rispetto e stima nei confronti del sottosegretario Gabriele Toccafondi. Sono convinto che al ballottaggio verranno con noi, perché sui contenuti negli ultimi 5 anni non ci mai diviso niente”.

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