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Elezioni comunali 2014

Elezioni comunali, il Pd dice ‘no’ alle primarie per il sindaco

L'assemblea cittadina si è espressa in favore del sindaco uscente respingendo la richiesta dell'ex assessore Fantoni: "Le primarie d'ora in poi si fanno quando ci pare"

Sarà il sindaco Matteo Renzi a correre per Palazzo Vecchio per ricoprire il ruolo di primo cittadino dal 2014 al 2019. A deciderlo ieri sera al circolo Vie Nuove è stata l’Assemblea cittadina del partito democratico, il documento era stato approvato a larga maggioranza lunedì sera dalla direzione, decretando così la fine di un possibile confronto sulle primarie.

I democratici hanno deciso che sarebbe stato inopportuno togliere la centralità al sindaco uscente, ora neo-segretario Pd,  dopo che questo ha ufficializzato la sua volontà di ricandidatura. Il tutto rifacendosi alle regole del PD. “Il Regolamento quadro per le primarie del Partito democratico della Toscana prevede all’articolo 4 comma quarto che l’Assemblea cittadina può accettare la proposta di ricandidatura senza ricorrere allo strumento delle primarie per la selezione della candidatura”.

L’Assemblea ha quindi approvato con 114 voti favorevoli, 32 astenuti ed 1 contrario il "no" alle primarie per il centrosinistra. Primarie chieste in particolare dall’ex assessore Claudio Fantoni, che uscì dalla giunta Renzi sbattendo la porta, e inviando una lettera in cui si accusava il rottamatore di usare “Firenze per ambizioni personali”.

Il Pd rafforza la non necessità di aprire la corsa per le primarie anche con i numeri, infatti la “candidatura di Matteo Renzi in occasione delle primarie dell’otto dicembre ha ottenuto circa 37.000 voti circa, pari a quasi l’80% dei voti espressi, dato superiore al numero complessivo dei voti espressi dagli elettori nelle primarie di coalizione per la candidatura a Sindaco nel 2009”. Traducendo: sarebbe quasi una perdita di tempo.

Ovviamente risentito Fantoni, che su facebook lancia una lunga bordata: “Le primarie a Firenze con Renzi in campo, come previsto, non si faranno. Questo è quanto ha votato l'assemblea del PD poco più di un'ora fa. Per la cronaca: rispettando le regole dello statuto nazionale i voti non sarebbero stati sufficienti ad impedirle ma tant'è! Che ci importa delle regole? Il clima civile con cui si è svolto il 'confronto' non ha eliminato il fatto che si è trattato di non primarie ad personam. E che si è assistito ad un pregevole spettacolo di acrobazie linguistiche che sono sintetizzabili in: le primarie d'ora in poi si fanno quando ci pare. E questa volta non ci pare, quindi non si fanno”.

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