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Elezioni regionali Toscana 2020

Elezioni regionali: la paura del PD di perdere la Toscana

Un risultato negativo sarebbe devastante per la segreteria di Zingaretti. E i rumor dicono che i candidati del centrosinistra sono indietro e rischiano la sconfitta

A rischiare grosso alle regionali di domenica prossima è soprattutto il Partito Democratico. Marche, Puglia e Toscana sono regioni tutte da conquistare. E un'eventuale sconfitta proprio in Toscana, regione "rossa" per eccellenza insieme all'Emilia Romagna nell'immaginario collettivo, sarebbe devastante per la segreteria di Nicola Zingaretti.

C'è un piccolo problema: negli ultimi anni il centrodestra ha già strappato al centrosinistra svariate città toscane: Arezzo, Pisa, Siena, Massa, Grosseto, Pistoia, e anche altre. Nei fatti la Toscana non è uniformemente rossa da tempo, come racconta Mario Caciagli in un libro del 2017 (“Addio alla provincia rossa”, edito da Carocci). 

In bilico Marche, Puglia e Toscana
Se in Emilia grazie alla figura di Bonaccini il Pd si è salvato, in Toscana rischia di non farlo. La candidata leghista Susanna Ceccardi - secondo gli ultimi sondaggi - se la gioca con Eugenio Giani. Dalla festa dell'Unità di Modena, scrive La Stampa in un articolo di Niccolò Carratelli. il vicesegretario dem Andrea Orlando, in attesa di ascoltare Zingaretti, prova a spargere ottimismo: "Anche qui, se ricordate, i sondaggi davano Borgonzoni testa a testa, e poi ha vinto Bonaccini – dice – Secondo me alla fine in Toscana vinciamo" .
Ermes lo sta ascoltando in di- sparte, poi bisbiglia: "Guardi, secondo me c’è il rischio che vinciamo solo in Toscana, e comunque se Zingaretti lascia il posto ad un altro non mi strappo i capelli". 

Bonaccini si materializza poco dopo al bar per un caffè: «Non sono preoccupato per le regionali, ma non mi parlate di 3 a 3 o 4 a 2, contano le persone – spiega – e in Toscana vedrete che finirà come qui, dove tutti hanno sbagliato le previsioni». Non è così convinta Silvana, una delle senatrici della “Kunza”, tigelleria democratica: "Non la vedo bene per le regionali, anche qui finiva male se non c’era uno come Bonaccini" ragiona mentre sforna tigelle una dietro l’altra, come fa da circa 30 anni. 


Le regionali in Marche e Puglia
Nelle Marche il meloniano Francesco Acquaroli sembra essere in grosso vantaggio sul candidato del centrosinistra Maurizio Mangialardi secondo i sondaggi di qualche settimana fa. Come racconta Emanuele Lauria su Repubblica,  se non è una mission impossible, quella di Maurizio Mangialardi, poco ci manca. Gli tocca recuperare i 22 punti di svantaggio che il centrosinistra ha lamentato alle ultime Europee ed evitare che l'avanzata della Destra giunga anche, per la prima volta nella storia, a Palazzo Raffaello. Il sindaco uscente di Senigallia gioca contro i pronostici, i sondaggi segreti e la mancanza di quel buon senso che avrebbe suggerito un accordo fra il Pd, il suo partito, e i 5Stelle che hanno invece alzato le barricate.
 

L’aspirante governatore del centrodestra, 46 anni, una collocazione politica scelta dai tempi del Fronte della gioventù, ci scherza su con i suoi collaboratori: «Gol è quando arbitro fischia», ripete mutuando una delle frasi di Vujadin Boskov, l’allenatore che cominciò ad Ascoli la sua carriera in Italia. Nel porticciolo turistico di Ancona, dopo avere incontrato un gruppo di imprenditori, Acquaroli ha poca voglia di soffermarsi sui sondaggi favorevoli così come sulle polemiche che quel convivio in onore di Mussolini ha suscitato: «Non sono un nostalgico. La lettura di quel periodo è nei libri di storia, le condanne ci sono state. Se le condivido? Sì, altrimenti non sarei qui... Ma le chiedo: ai marchigiani interessa discutere del fascismo o del disastro socio-economico provocato dalle amministrazioni di centrosinistra?». Il volto pulito e i toni pacati dell’ex sindaco di Potenza Picena hanno conquistato Giorgia Meloni, che negli ultimi anni ha candidato Acquaroli a tutto: alle Regionali 2015 (non eletto), alle Politiche 2018 (eletto), alle Europee 2019 (non eletto).

Nelle ultime settimane il Pd continua a chiedere il “voto utile” agli elettori del Movimento. Mossa della disperazione?

Infine c'è la Puglia, dove Raffaele Fitto (centrodestra) appare leggermente in vantaggio sul presidente uscente Michele Emiliano nelle rilevazioni della settimana scorsa. Di sondaggi ora non ce ne saranno più fino al giorno del voto. Sale l'attesa: e nel mondo dem si spera ancora di non perdere nessuna di queste tre regioni. 
 

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