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Elezioni regionali Toscana 2020

Elezioni, Galletti (M5S): "La grande sfida è sull'innovazione. Antifascista? Lo sono profondamente"

Acqua pubblica, ambiente, infrastrutture, sanità, lavoro, trasporti: il programma della candidata presidente del M5S alle elezioni regionali

Irene Galletti è la candidata a presidente della Regione Toscana per il Movimento 5 Stelle nelle elezioni del 20 e 21 settembre. Consigliera regionale uscente, è diventata la candidata del Movimento dopo il voto degli iscritti sulla piattaforma Rousseau, che ha visto sconfitto Giacomo Giannarelli, candidato presidente dei 5 Stelle alle regionali di cinque anni fa.

E' laureata in giurisprudenza e ha un master in cooperazione internazionale alla Scuola Sant'Anna di Pisa. Ha lavorato per la FAO di Roma e Ginevra, e, si legge sul suo sito "sono stata tra le prime donne a entrare nella Marina Militare italiana come allieva ufficiale dell’Accademia navale di Livorno". 43enne, Galletti è nata a Pisa ma vive a Cascina con compagno e figlioletta.

Galletti, in Toscana era impossibile un'alleanza con il centrosinistra?

Ci hanno preso a pesci in faccia per cinque anni, ignorando sistematicamente le nostre proposte in consiglio regionale e isolando i sindaci del Movimento. Hanno governato la Toscana con arroganza e quando era il momento di dare un segnale hanno scelto Renzi e un suo candidato. Sono mancate le basi anche solo per un dialogo.

Votare voi favorisce Lega e centrodestra? Cosa risponde a chi chiede il voto 'utile' ai vostri elettori?

Votare me significa scegliere qualcuno che per 5 anni combatterà le battaglie dei cittadini nelle istituzioni. Puntare su Susanna Ceccardi significa gettare via il proprio voto, è un esempio di voto inutile perché, l'ha ribadito anche lei, in caso di sconfitta tornerà di corsa a Bruxelles (la candidata del centrodestra è europarlamentare, ndr). Il voto utile è quello per qualcuno che crede fermamente in quello che fa. Surreale poi che dopo 50 anni di governo ininterrotto il centrosinistra reagisca all'abbandono dei suoi elettori invocando i nostri voti.

Aeroporto di Firenze: è favorevole all'ampliamento?

L’attuale progetto è sbagliato e impattante, tanto è vero che coloro che lo vogliono ad ogni costo sono gli stessi che cercano di ridurre i margini per una valutazione seria. Fosse per loro si aprirebbero i cantieri con un’autodichiarazione. Noi chiediamo che venga fatta una Valutazione ambientale strategica sul Pit e una Valutazione di impatto sul progetto. Solo così verranno tutelati cittadini e ambiente. Per non parlare dei lavori al terminal passeggeri del Galilei (l'aeroporto di Pisa, ndr) che attendono di essere portati a termine, altro che nuova pista.

Alta velocità ferroviaria: sì o no al tunnel di 7 chilometri sotto Firenze e alla stazione Foster? Perché?

In Toscana ci vogliono tre ore per andare da Firenze a Grosseto in treno. E noi per risparmiare 10 minuti di viaggio a 300 km/h pensiamo di scavare un tunnel sotto un centro patrimonio dell’Unesco? Questo non è progresso, è follia.

Terza corsia della superstrada Fi Pi Li: va fatta o no?

Per prima cosa va finanziato uno studio di fattibilità che ci dica dove può essere fatta la terza corsia e dove no. In alternativa va capito se è possibile portare a 3,75 metri le attuali corsie, come in autostrada, aggiungendo la corsia d’emergenza. Questo contribuirebbe a migliorare la sicurezza della Fi-Pi-Li riducendo l’ingombro. Ma la vera priorità è eliminare il traffico pesante. Io mi metterei al tavolo con Autostrade per negoziare un’abbattimento del pedaggio sulla A11 per i camion diretti sulla costa, lasciando in Fi-Pi-Li solo quelli diretti alle aziende lungo la superstrada.

Quali infrastrutture vuole realizzare nei prossimi 5 anni in Toscana?

Serve una linea veloce tra Firenze e Pisa per mettere davvero in collegamento l’hub aeroportuale internazionale più importante della Toscana e il capoluogo. Poi serve l’alta velocità lungo tutta la costa fino a Roma, la messa in sicurezza della Tirrenica a sud di Rosignano, la Due Mari Fano-Grosseto, il Lotto Zero per togliere i camion dal Romito, a Livorno. Ma soprattutto serve un piano di manutenzione dei nostri ponti e strade che collegano centro e periferia. Solo in provincia di Pisa ci sono 400 ponti da mettere in sicurezza prima di ritrovarci come ad Albiano Magra.

Come migliorare il trasporto pubblico su ferro e su gomma? Ha condiviso la decisione della maxi gara unica per affidare la gestione del trasporto pubblico o tornerebbe indietro?

Avere un gestore unico del tpl è essenziale per far correre la Toscana a una sola velocità, creando un biglietto a tariffa unica in tutte le città, pianificare gli investimenti, fare economie di scala e migliorare il servizio ai cittadini, abbattendo i costi per i viaggiatori frequenti. La Regione ha avuto coraggio a fare una gara europea: era giusto uscire dai confini e cercare i player migliori. Ma quando si fanno operazioni simili, con gare da 4 miliardi di euro, servono commissioni aggiudicatrici inattaccabili. Nel caso della Toscana, questa accortezza non c’è stata. E il servizio ora galleggia nel limbo. 

Come pensa di rilanciare l'economia toscana dopo il lockdown?

Due direttrici. Da un lato dobbiamo mettere in sicurezza l’esistente. I 141 milioni di euro della rimodulazione dei fondi Ue, destinati alle piccole e medie imprese, ci permetteranno di dare contributi a fondo perduto e incentivi alle aziende colpite dal Covid. Dobbiamo aiutare i ristoratori e i commercianti a rinegoziare i canoni di locazione e legarli ai nuovi volumi, ridotti, di affari. Ma la grande sfida è quella dell’innovazione. In Toscana abbiamo ingegno, università e centri di ricerca ma siamo troppo ancorati a un modello manifatturiero micro, a basso tasso di tecnologia. Serve un cambio di passo.

Come rilancerebbe le politiche per il lavoro?

Sono pronta a investire una quota importante di fondi europei nella nascita di industrie 4.0, start up innovative, formazione di alto livello e un’agenzia regionale per il trasferimento tecnologico dal mondo della ricerca alle aziende. Blue e green economy possono essere il nostro punto di forza. Un esempio? In Toscana mancano impianti di gestione rifiuti: noi abbiamo un piano che vedrà 1 miliardo di euro di investimenti in 15 anni, la realizzazione di 40 nuovi impianti e la creazione di 11mila posti di lavoro.

Rifiuti. In caso di elezione, realizzerà nuovi inceneritori-termovalorizzatori? Se sì, dove? Se no, come si risolve il problema?

Il piano di gestione che ho appena accennato, prevede la realizzazione di impianti di ultima generazione, studiati per ridurre progressivamente la quantità di indifferenziato fino a un misero 3%. Il nostro cronoprogramma prevede di poter dismettere gli inceneritori attualmente attivi nel 2024, mantenendo 10 discariche in tutta la regione fino al 2035, quando saremo in grado di svuotare e bonificare anche quelle. Tutto questo promuovendo la produzione di imballaggi ecosostenibili e disincentivando i conferimenti in discarica o a inceneritore.

Asilo nido, come dare la possibilità a tutti i bambini di accedervi?

Intanto abbattendo in maniera significativa il costo delle rette, destinando a questo scopo una quota del Fondo sociale europeo del prossimo settennato. Parallelamente è necessario sostenere i Comuni nella realizzazione di nuovi asili nido e nella reinternalizzazione del personale. In troppi casi il servizio è dato in appalto alle cooperative, con riduzione dei salari e, a volte, della qualità.

Università e diritto allo studio, cosa può essere migliorato?

Aumentare i fondi all'Ardsu (l'Azienda regionale per il diritto allo studio universitario, ndr) perché non si verifichino mai più idonei non vincitori di borsa di studio. Utilizzare parte dei fondi europei per realizzare nuovi alloggi e plessi universitari per la 'cittadinanza studentesca'. Ripensare la disposizione dei servizi delle università, portando magari gli studentati più in periferia, in quei luoghi che soffrono di carenza di giovani e di vita.

Sanità. La giunta Rossi ha ridotto il numero delle Asl, dividendo la Toscana in tre macro aree. Cosa ne pensa? È necessario tornare indietro?

Le 'maxi Asl' non sono servite a ridurre i costi e non hanno portato miglioramenti nella gestione, quindi una controriforma è quantomai urgente. Ma è il modello di intensità di cura e di centralità degli ospedali che deve essere ripensato. Dobbiamo tornare a una sanità territoriale, incrementando il numero di posti letto, che oggi è sotto la media nazionale, di medici base e di infermieri, per poter assistere le persone senza costringerle ad andare in ospedale a intasare le corsie. La pandemia ci ha mostrato tutti i limiti del modello iper ospedalizzato.

Come ridurre i tempi delle liste di attesa?

I big data e la tecnologia possono darci una grande mano. Ad esempio è necessario creare il vero Cup regionale: oggi è possibile prenotare visite ed esami solo in un raggio di 10 km e questo intasa i presidi ospedalieri nelle aree maggiormente urbanizzate. Noi dobbiamo invece sfruttare tutte le opportunità che ci offre il servizio sanitario regionale, estremamente capillare che ancora abbiamo.

Cosa pensa dei vaccini?

Insieme alla potabilizzazione dell'acqua, i vaccini hanno salvato milioni di persone, soprattutto bambini. Serve una logica nel calendario e nella pratica delle vaccinazioni, possibilmente con un calendario e un numero di vaccini uguali per tutta Italia, senza fughe in avanti da parte delle Regioni in ordine sparso.

Modificherebbe le normative regionali che stabiliscono i criteri per l'accesso alle case popolari? Come?

Concentrarsi solo sui criteri significa non voler risolvere la situazione. Dobbiamo dotare i Comuni e gli anti gestori di una task force in grado di avviare le decadenze in caso di morosità colpevole e dobbiamo rivedere la legge regionale che consente a chi possiede beni mobili fino a 148mila euro di restare nelle case popolari, cosa che alimenta le leggende sui suv parcheggiati fuori dalle case Erp.

Come governare il fenomeno dell'immigrazione? Il modello toscano dell'accoglienza diffusa ha funzionato?

Sicuramente è il modello migliore per governare in maniera intelligente e democratica un fenomeno che non può essere né cancellato né ignorato. La vera sfida però è quella di mettere in piedi un sistema per dare un impiego a chi arriva in Toscana. Penso ai lavori di pubblica utilità presso i Comuni, certo, ma dobbiamo riuscire anche a coinvolgere le imprese che non sempre trovano sul mercato toscano la manodopera di cui hanno bisogno.

E' favorevole a realizzare in Toscana Centri per il rimpatrio (i Cpr)? Se sì, quanti e dove?

No.

Lei è antifascista? Qual è oggi il senso dell'antifascismo?

Io sono profondamente antifascista, mio nonno partigiano mi ha insegnato che ci sono occasioni in cui non ci si può non schierare. L’importante è scegliere la parte giusta. Nel mio mondo ideale l’antifascismo sarebbe un valore patrimonio dell’intera comunità. Purtroppo non è così. Il problema è che da anni ci sono forze in parlamento che lavorano per sdoganare comportamenti e simboli fascisti, come se fosse una cosa normale e accettabile. Contro questa involuzione culturale dobbiamo batterci tutti.

C'è una persona, politica o no, alla quale si ispira?

Nessuno in particolare.

Il governo deve chiedere i fondi del Mes? Che ruolo vede per la Toscana in Europa?

Il governo farà le sue valutazioni, per dirla con il premier, guardando ai flussi di cassa. Di certo non possiamo accettare condizioni eccessivamente penalizzanti per il futuro dei nostri figli. Sul Recovery Fund Conte ha dimostrato di saper trattare con Bruxelles a beneficio dei cittadini italiani. Per il resto, c’è un Parlamento che ha il compito di valutare pro e contro, carte alla mano. La Toscana deve giocare un ruolo centrale in Europa, perché gli unici fondi certi per lo sviluppo arriveranno da lì. Così come dobbiamo coltivare al massimo il turismo europeo, con alta capacità di spesa e sostenibile.

La prima legge che promuoverebbe se fosse eletta presidente della Regione

Una legge ordinaria per finanziare la vita indipendente e liberare migliaia di toscani che soffrono di disabilità grave dalle attuali delibere che li tengono sulle spine anno dopo anno.

E nei primi 100 giorni?

Avvierei il processo di ripubblicizzazione del servizio idrico, partendo dalla nostra proposta di legge del 2018, affossata da quel Pd e da quell’Eugenio Giani che oggi si vendono come paladini dell’acqua pubblica.

Ultima domanda: cosa voterà al referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari? Perché?

Voterò sì. Perché avere mille parlamentari serve solo a moltiplicare i costi, deresponsabilizzare deputati e senatori, rallentare i lavori delle aule e offrire maggiori sponde politiche a lobby e gruppi d’affari più o meno leciti. Chi dice che si rischia un difetto di rappresentanza mente: in consiglio regionale siamo passati da 55 a 40 consiglieri da un giorno all’altro e nessuno si è incatenato gridando al golpe.

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