Verso le regionali, da destra nuovo invito a Renzi: "E' il benvenuto" / VIDEO
Il leader di Italia Viva per ora si tiene le mani libere e non risponde alle sirene del centrodestra
Nuove sirene da destra, direzione Matteo Renzi. "Non ci tiriamo indietro, se Renzi vorrà venire sulle posizioni del centrodestra è benvenuto. Se Renzi vorrà proporre agli elettori di Firenze e toscani un elemento di novità rispetto a quello che ha fatto fino ad oggi è il benvenuto".
Così il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale e ccordinatore toscano del partito, Marco Stella, ha risposto ieri a una domanda sulla possibilità per il centrodestra in Regione di allargare la coalizione in vista delle elezioni del 2025, sulle quali il centrodestra già lavora, anche a Matteo Renzi e a Italia viva.
Proprio ieri i gruppi in Regione di Fdi, Lega e Forza Italia hanno organizzato a palazzo del Pegaso, sede dell'assemblea legislativa toscana, un convegno con amministratori locali e parlamentari sulle sfide per la Toscana del futuro.
Seconda 'chiamata' in pochi giorni
La nuova 'chiamata' a Renzi, che potrebbe essere decisivo per spostare gli equilibri regionali e far vincere la Toscana alla destra per la prima volta nella storia, arriva dopo quella dei giorni scorsi, quando 'Matteo' era stato chiamato in causa da Fratelli d'Italia, per bocca del senatore fiorentino Paolo Marcheschi.
"Non escludo niente perché in Molise Renzi ha scelto di appoggiare apertamente già al primo turno un candidato del centrodestra. Decida (anche in Toscana, ndr) da che parte stare", le parole di Marcheschi, in questo caso in vista delle elezioni comunali fiorentine previste per il giugno 2024, tra meno di un anno dunque.
"Noi però partiamo da un punto fermo: l'alleanza di centrodestra non si tocca, se qualcuno si vuole aggiungere è il benvenuto", ha aggiunto Stella. Ed è ovvio che il centrodestra continuerà a corteggiare l'ex rottamatore, contando sul fatto che la nuova ventata portata da Schlein, arrivata in Toscana con il nuovo segretario Pd Emiliano Fossi, a Renzi non piace per niente.
Renzi silente
Ed in queste situazioni, si sa, Renzi ci sguazza. Ama poter fare l'ago della bilancia, come si è già visto in passato a livello locale (dove di fatto è riuscito ad imporre Giani alla presidenza della Regione) e nazionale. Sono le situazioni in cui dà sfoggio di tutte le sue doti politiche, costi quel costi. Non a caso l'ex rottamatore, che nell'ultimo anno si è costruito una pattuglia anche dentro Palazzo Vecchio, per logorare Dario Nardella dall'interno, per il momento resti silente, godendosi lo spettacolo.
Quanto al centrodestra, ieri in Regione è andato in scena 'Le sfide per la Toscana del futuro', incontro organizzato dal centrodestra unito (presenti Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia), che già pensa a come conquistare nel 2025 Palazzo del Pegaso, sede della Regione Toscana.
Destra compatta (alle elezioni)
"Oggi inizia un percorso che forse il centrodestra fa per la prima volta in Toscana. Iniziamo un cammino con appuntamenti bimestrale, il prossimo sarà verso la fine di settembre, dialogheremo con i sindaci e i parlamentari sulle grandi tematiche della campagna elettorale del 2024 in 184 comuni (a cominciare da Firenze, Prato e Livorno, ndr) e del 2025 per le Regionali", spiega Francesco Torselli, capogruppo di Fdi in Regione e probabile candidato alle Europee di giugno, che si terranno con ogni probabilità in contemporanea alle comunali.
Non poteva mancare, ovviamente, il sindaco di Pistoia, al secondo mandato, Alessandro Tomasi, in quota Fratelli d'Italia. E' lui, a meno di colpi di scena, l'uomo che correrà nel '25 per portare la destra al governo della Toscana.
Tomasi: "Risvegliare la speranza"
"Si vince solo se si risveglia la speranza di questa regione, la speranza che la Toscana non debba sprofondare nelle regioni meno competitive, ma possa rimanere attaccata al treno dell'Europa. Ne ha le caratteristiche solo se si governa, se si prendono le decisioni. Però si devono prendere delle decisioni, non far finta di decidere. Solo così e raccontando la speranza si può essere competitivi, il che non significa vincere ma giocarsela - dice Tomasi -. I nostri elettori sono molto più avanti di noi, non possono neanche lontanamente pensare a un'idea di centrodestra che sia diviso in nessun modo". Sul versante centrosinistra, d'altra parte, per ora il dibattito è a livello di 'primarie sì-primarie no'. O al massimo, 'Renzi sì-Renzi no'.