L’appello di Del Re: “Cara Elly, vogliamo le primarie”
Oltre mille persone al Tuscany Hall con l’ex assessora: “I cittadini vanno rimessi al centro del villaggio”
Più di mille al Tuscany Hall ieri sera insieme a Cecila Del Re per chiedere le primarie per la scelta del successore di Dario Nardella, centrodestra permettendo. Fin dall’ingresso in sala, dove vengono distribuite cartoline con la scritta ‘Sarà Firenze a scegliere’ su un lato e l’appello diretto alla segretaria nazionale dall’altro, “Cara Elly, a Firenze chiedo le primarie perché…”, da inserire poi in un’urna che sarà consegnata a Roma nella speranza di un cambio di rotta. Missione in salita dopo il documento votato tre giorni fa, ma la battaglia va avanti.
“C’è un organo l’assemblea, deputato a scegliere un metodo alternativo alle primarie che sono la regola del Partito Democratico: per non farle occorre un voto contrario dell’assemblea”. “L’altra sera - ha aggiunto - è stato messo in votazione un atto dove sono state prese delle firme, però su un atto che non dice no alle primarie, ma di verificare la possibilità”.
Ad aprire la serata quattordici brevi interventi con al centro la Firenze progressista, pubblica, inclusiva, sicura, metropolitana ed europea, temi ripresi poi anche dall’ex assessora. In platea, fra gli altri, Alessandro Martini che con Del Re condivide il ‘siluramento’ da parte di Nardella, Andrea Barducci, Beppe Matulli, il sindaco di San Piero e Scarperia Federico Ignesti (salito sul palco con la bandiera del Pd) e, soprattutto, in prima fila, il renziano di ferro Francesco Bonifazi.
Ma una corsa con una lista civica, assicura Del Re a margine dell’incontro, non è al momento all’orizzonte. “Sono un esponente del Partito Democratico e qua ci sono esponenti del Partito Democratico”.
“Mi hanno visto arrivare e mi hanno fermata”
L’ex assessora, salita sul palco attorno alle 22.30, “ho parlato per ultima, e parlerò meno di chi mi ha preceduto, perché il messaggio politico è proprio questo: i cittadini vanno rimessi 'al centro del villaggio'”, si è rivolta direttamente alla segretaria nazionale: “Tu hai chiuso qui la tua campagna elettorale a febbraio scorso, e dopo aver vinto hai giustamente detto che ‘non ti avevano vista arrivare’, perché quando una donna non fa paura, la si lascia correre, la posizione di vice, di numero 2 va bene, è tollerata. A me invece mi avevano vista arrivare, e per questo mi hanno fermata e continuano a farlo. Due situazioni diverse, ma frutto della medesima società patriarcale: puoi spezzarla tu, di nuovo, indicendo le primarie, per rafforzare il Pd, la partecipazione, ma soprattutto per la storia di Firenze.
“Si vuole imporre un nome ben visto a chi governa”
“La più votata della lista del Pd, a cui prima furono dimezzate le deleghe 'per ragioni di corrente', e poi defenestrata dall’oggi al domani, come amano dire i giornali, perché rappresentavo un ostacolo verso un obiettivo ben preciso che si sta ancora perseguendo a forza di prove muscolari: imporre un nome, ben visto a chi oggi governa, per continuare a mantenere la sua mano sulla città. Alla faccia della democrazia di chi nel 2019 aveva espresso una preferenza”, l'attacco dal palco di Del Re dal palco, da dove ha anche rivendicato quanto fatto durante il proprio mandato, come la partecipazione al bando Pnrr per lo studentato pubblico alla Caserma Lupi di Toscana, finanziata nei giorni scorsi, o tentato di fare, la creazione di una Fondazione che si occupasse del parco delle Cascine, proposta bocciata dal sindaco.
“No alla lista civica, sono un’esponente del Pd”
In sala la presenza a favore di telecamera di Bonifazi ha inevitabilmente rilanciato i rumors su una candidatura esterna al Partito Democratico, respinti però da Del Re: “Tutte le forze di coalizione sono state invitate: oggi Italia Viva è un partito in maggioranza, ma così come Sinistra Italiana probabilmente sarà parte della coalizione. Me lo auguro, perché una giunta monocolore - la stoccata - è stata la giunta delle scorse amministrazioni, salvo l’ingresso di Italia Viva in questo mandato. Invece una pluralità di voci all'interno dell'arco del centrosinistra fa bene, è sana, e poi è anche una prova per il nazionale dove se le forze del centrosinistra vanno unite riusciranno ad essere competitive contro le destre che unendosi hanno vinto e governano il Paese”.
La lista civica, insomma, non è una prospettiva: “Sono un’esponente del Partito democratico. E oggi qua sono con esponenti del Pd, che sono anche un gruppo sostanzioso. Abbiamo capito che c’è una differenza di posizione fra i vertici del partito e la base, gli iscritti. I vertici preferiscono non fare le primarie, la base gli iscritti e le iscritte ritengono invece che sia un momento importante”. L’obiettivo quindi è proseguire la battaglia nel Pd e ribaltare decisioni che sembrano invece già prese: “Una battaglia per una norma che è la regola. E a oggi nessuno ha votato contro nel luogo deputato”.
”
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