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Martedì, 23 Aprile 2024
Politica

Palazzo Vecchio, dipendenti messi in mora, Renzi si difende: "Atto dovuto"

Il sindaco: "Abbiamo 2.355 addetti messi in mora per cifre inferiori a 5.000 euro; 463 per somme da 5 a 10.000 euro; 217 per cifre superiori 10.000 euro. Ma non abbaimo nessuna responsabiltà"

“Questa vicenda non nasce da questa amministrazione e vede in questa amministrazione la risposta più vicina possibile ai dipendenti”. Matteo Renzi, ieri nel salone dei Duecento, ha fatto il sindaco. Ed ha parlato, da datore di lavoro ‘pubblico’, ai dipendenti comunali messi in mora da Palazzo Vecchio e pronti alla battaglia. In pillole: la Corte dei Conti che contesta un decennio di salario accessorio (si parla di circa 50milioni di euro); il Comune di Firenze che mette in mora gli oltre 4mila dipendenti; i lavoratori e i sindacati sul piede di guerra pronti al ricorso per tutelare le loro buste paga. Insomma si profila lo scontro tra le parti, tra scioperi e assemblee generali che non mancheranno. 

Ma Renzi, sentito il vento della contestazione, sottolinea: “Altre amministrazioni hanno richiesto soldi immediatamente; noi chiediamo la messa in mora, con tempi molto diluiti, ampi fino al dicembre 2014. E nel mentre l'amministrazione comunale è pronta a valutare tutte le ipotesi. Non che stiamo anticipando la sentenza della Corte dei Conti”. 

E sulla lettera il sindaco precisa: “Il nostro è un atto dovuto. L’amministrazione non ha alcuna discrezionalità, né responsabilità in questa vicenda; ma se non agissimo, se non facessimo niente, allora diventeremmo anche noi responsabili”. Renzi ha proseguito dicendo poi che “questa vicenda non si può collegare ad una scelta dell’amministrazione come hanno fatto alcuni sindacati, strumentalizzandola politicamente anche in alcune manifestazioni contro di me, e facendo finta che non si tratti di una questione al centro di un’indagine del ministero delle Finanze, avviata dopo l’interrogazione di un consigliere comunale di centrodestra ora sottosegretario del Governo, e dopo l’indagine della procura della Corte dei conti che vede coinvolti dipendenti comunali ed esponenti dei sindacati”. 

Il sindaco ha concluso fornendo alcuni numeri sull’entità delle somme richieste indietro ai dipendenti di Palazzo Vecchio con le lettere: “Abbiamo 2.355 addetti messi in mora per cifre inferiori a 5.000 euro; 463 per somme da 5 a 10.000 euro; 217 per cifre superiori 10.000 euro”.

GRASSI E DE ZORDO POLEMICI – Sul caso finisce di parlare Renzi e subito fioccano le polemiche. A cominciare da quelle fatte da i due consiglieri Ornella De Zordo e Tommaso Grassi: “Il Sindaco, presente per poco più di mezz’ora oggi in aula, ha sostenuto che, nella vicenda dell’invio delle lettere di messa in mora ai dipendenti comunali, la sua Amministrazione non ha nessuna responsabilità e che porre il problema da parte nostra significa affrontare la vicenda in maniera strumentale. Se di strumentalità si può parlare, lo si faccia piuttosto in merito alla delibera di Giunta dell’ottobre scorso quando con un dubbioso parere di regolarità tecnica l’Onorevole Lotti, braccio destro del Sindaco e responsabile Enti Locali del PD, in clima elettorale delle primarie e per non perdere troppi consensi, raccontava di una Giunta che non era stata informata dagli uffici dell’operato tecnico sul blocco del salario accessorio del 2012 e scaricava ogni responsabilità sugli uffici; delibera che non è stata votata dagli Assessori Meucci e Saccardi che avevano seguito la questione da vicino. Oppure di strumentalità si potrebbe parlare a proposito dei 4,5 milioni di euro stanziati per il salario accessorio dei dipendenti comunali che sono stati tolti per coprire altri buchi di bilancio il 24 dicembre, in pieno clima natalizio, smentendo ogni rassicurazione data dall'Assessore Petretto anche in Consiglio comunale. Questi due casi basterebbero per dimostrare da che parte sta la verità e se qualcuno ha voluto giocare sulla questione e proprio l’Amministrazione Renzi”.​

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