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Dp, due fiorentini con Rossi. Polemiche sul nome del nuovo partito

Fossati e Albini cambiano gruppo alla Camera. Il governatore: "Renzi ossessionato da D'Alema"

Rispondono ai nomi di Filippo Fossati e Tea Albini i parlamentari fiorentini che hanno deciso di passare con Enrico Rossi e Roberto Speranza nel movimento "Democratici e progressisti", e che domani ufficializzeranno il loro passaggio nel nuovo gruppo che si costituirà alla Camera dei Deputati (e la stessa cosa succederà al Senato).

Oltre ad Albini e Fossati, fra i toscani nella nuova truppa ci sarà anche il deputato Paolo Fontanelli, ex sindaco di Pisa, e Giorgio Del Ghingaro, sindaco di Viareggio. Tea Albini, iscritta al Pci dal 1968 e per molti anni assessore "cioniana" al Comune di Firenze, ha spiegato così su Facebook la sua scelta: "Non si tratta, come chi mi conosce capirà, né di un cambio di casacca, né di una giravolta politica, né di un calcolo per convenienza", ma "la sostanza dei fatti arriva da molto più lontano. Arriva in questi anni di partito con l’uomo solo al comando, dall’essermi sentita sempre ininfluente nella 'casa comune' del Pd, un partito più fatto di Leopolde senza bandiere che capace di ascoltare e sentire al proprio interno e che, in definitiva, è come se avesse messo un cartello all’entrata in cui sta scritto: vietato discutere".

Intanto infiamma la polemica sul nome scelto da Rossi e gli altri per il nuovo movimento. Il nome, con tanto di simbolo, già esisterebbe ed è stato depositato alla Camera nel 2014. I detentori del simbolo sono il deputato Pd, già membro della segreteria renziana, Ernesto Carbone, il deputato Dem Ferdinando Aiello e il consigliere regionale Giuseppe Giudiceandrea. 

E continuano le scaramucce fra renziani e scissionisti. Oggi il governatore Rossi ha accusato Renzi di essere "ossessionato da D'Alema". "Chi sta
fondando un nuovo grande movimento non è spinto da un burattinaio, ma dalla volontà di essere sinistra, una sinistra larga, quella che Renzi voleva ridurre a minoranza etnica. Se Renzi pensa che noi, e soprattutto io, gli facciamo fare incursioni nel nostro campo per dividerci sbaglia. Fra Renzi e D'Alema, preferisco D'Alema". "Renzi - ha concluso Rossi - è stato arrogante come leader del Pd, lo è ancora. Ma con noi non può più farlo".

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