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La Corte dei Conti verifica le spese al ristorante del sindaco Renzi 

La Procura apre un fascicolo dopo l’intervista di un ristoratore fiorentino al Fatto Quotidiano

La Procura della Corte dei Conti toscana apre un fascicolo sulle spese dell’ex sindaco Matteo Renzi, ora premier, dopo quanto affermato dal ristoratore fiorentino Lino Amantini in un’intervista al Fatto Quotidiano: "Renzi era sempre qui, fatturavo al Comune". Inoltre, degli anni in cui il premier era sindaco, il ristoratore avrebbe affermato: "Sa quante tavolate, feste, pranzi e cene di lavoro qui dentro? Un'infinita'. E poi si mandava la fattura direttamente in Comune". 

L’apertura del fascicolo è un atto dovuto per riscontrare la veridicità di quanto detto dal ristoratore. In realtà Lino avrebbe anche mutato la sua versione: "Mi hanno fatto dire cose che non ho detto. Non ho detto che quando veniva qui mandavo il conto a Palazzo Vecchio". Il ristoratore, assediato dalle telefonate dei giornalisti, si è chiuso dietro un: “Lasciatemi in pace”. Gli accertamenti della Corte dei Conti riguarderanno il periodo in cui Renzi è stato sindaco, dal 2009 al 2014. Probabilmente i magistrati inizieranno chiedendo la documentazione a Palazzo Vecchio.

Il clamore mediatico della vicenda, dopo la questione delle cene di Ignazio Marino (dimessosi da sindaco della Capitale), ha fatto sì che fonti vicine al Presidente del consiglio chiarissero come le spese di Renzi, da presidente della provincia e poi da primo cittadino, non solo sarebbero state tutte già documentate e verificate ma anche messe on line. Inoltre il premier ha inviato un sms al quotidiano. "Io – scrive Il Fatto riportando il messaggio di Renzi – ho messo online tutte le spese, per primo in Italia. E tutte le volte che ho mangiato con mia moglie e la mia famiglia ho pagato di mio, come è ovvio. Sia da Lino che da altri. Peraltro tutte le mie spese dal 2004 al 2013 sono state al vaglio nome per nome, pranzo per pranzo, di Pm e Corte dei conti. Non è possibile che Lino dica che il Comune pagava le mie cene con mia moglie (che poi saranno stati tre o quattro pranzi quando lei insegnava in città). Perché lui voleva offrirmeli e io proprio per questo insistevo per pagarli. Io certe cose non le faccio. E comunque ci sono le ricevute del Comune e le mie personali. Mai fatto tavolate con moglie e amici. Quando ero con mia moglie, ero con lei – prosegue il premier – Tra l’altro, il pranzo che viene citato era nel 2006, quando non ero ancora neanche in Comune. A questo punto faccio fare una nota ufficiale, lo dico a Filippo Sensi”.

In passato l’ex sindaco è già incappato in procedimenti della Corte dei Conti. Con la chiusura in appello, il febbraio scorso, per un presunto danno erariale da 14mila euro - quando era presidente della Provincia - in merito ai compensi di quattro assunti nel suo staff. Renzi, condannato in primo grado, è stato assolto. Rimane aperto il procedimento per danno erariale sulla nomina di quattro direttori generali nel quinquennio 2004 – 2009.

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