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Privatizzazione Ataf: contestato il sindaco Renzi con un maxi striscione

Un maxi striscione per contestare il sindaco Renzi sulla privatizzazione Ataf. Di tutt'altro avviso l'assessore alle partecipate Falchetti: "E' innegabile che il modello pubblico non è più sostenibile"

La privatizzazione non è una cosa intima come dimostra la parola “Ataf servizi” che è sulle labbra di molti. Sia in consiglio comunale che fuori. Se è passato in sordina  il bando per la scelta di un advisor a cui affidare la procedura di privatizzazione di Ataf Gestioni, di sicuro si è fatto notare il maxi striscione in viale Strozzi. Stamani sotto gli occhi di coloro che imboccavano il sottopasso: “Renzi, Ataf è dei fiorentini non tua, non si vende”.
La linea è  quella dei sindacati da tempo in rotta di collisione con il primo cittadino. Sindacati con cui proprio Renzi si è scontrato sul caso Primo Maggio, Teatro della Pergola passando dalla questione “atomica” Maggio Musicale.

Di tutt’altro avviso la posizione in consiglio comunale di Angelo Falchetti. Ieri pomeriggio l’assessore alle partecipate ha cercato di far notare il fallimento del modello pubblico e della necessità d’introdurre aziende nel traporto pubblico locale: “E’ innegabile che il modello pubblico non è più sostenibile. Sul nostro territorio vediamo decine di ristrutturazioni e razionalizzazioni aziendali ma c’è una attenzione spasmodica su Ataf. Forse perché il settore pubblico ha vissuto troppo sul rapporto stretto tra politica, enti, aziende, dipendenti, sindacati: se questo modello poteva essere, in passato, utile per la sostenibilità sociale oggi è chiaro che non funziona più” e ancora  “Il vero punto non è discutere sulla proprietà pubblica o privata delle azioni ma quello delle regole”.
 

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