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Conte si è dimesso: spera nel reincarico ma teme una trappola

Il premier gioca d'anticipo per evitare di cadere su Bonafede. Stamani l'ultimo Cdm, poi al Quirinale

Alla fine è stato costretto a gettare la spugna. ll premier Giuseppe Conte è salito alle ore 12 al Quirinale per rassegnare le dimissioni del governo al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Nel Consiglio dei Ministri convocato stamani alle 9 Conte ha ringraziato tutti i membri del governo per il lavoro svolto.

I tentativi di radunare un gruppo di "costruttori" che potessero sostenere il governo, dopo che Italia Viva con il suo leader Matteo Renzi si era sfilata, sono dunque falliti. Bruno Tabacci, in particolare, ha radunato un numero di transfughi non sufficiente a fare da "stampella" all'esecutivo. Almeno per adesso.

E poi c'è il fattore istituzionale da tenere ben presente: sempre più largo si era fatta l'opinione che Conte, prima di aprire ad una nuova maggioranza, avrebbe comunque dovuto passare dal Quirinale rassegnando le dimissioni nelle mani del Capo dello Stato. Ma soprattutto le dimissioni si sono rese oggi inevitabili alla vigilia della calendarizzazione della relazione sulla giustizia che avrebbe dovuto svolgere oggi nei due rami del Parlamento il Ministro Alfonso Bonafede. Il governo sarebbe andato sotto: un fatto che avrebbe ulteriormente indebolito Conte, che fu introdotto nel Movimento 5 Stelle proprio dallo stesso Bonafede.

Se da un lato spera di poter essere ancora il punto di equilibrio di una maggioranza europeista (sostanzialmente quella attuale allargata a Forza Italia), definita in queste ore "Ursula" (quella dei partiti che in Europa hanno sostenuto la Presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen), ed ottenere così un reincarico, Conte teme però che le dimissioni siano una trappola. Anche per questo il premier nei giorni scorsi è stato frenato nel rimettere il mandato nelle mani di Mattarella. 

Una trappola perché Renzi farà probabilmente muro rispetto all'ipotesi di un Conte-ter. E non è detto che Conte sia il nome preferito fra i "responsabili", soprattutto pensando al ruolo di Berlusconi e di Forza Italia. Ha più di qualche chance l'ipotesi che Mattarella identifichi qualcun altro come la persona più indicata per l'incarico di formare un nuovo governo. 

E' chiaro che le dimissioni di Conte, che di fatto aprono una crisi di governo di difficile soluzione, prospettano nuovi scenari. I costruttori continuano comunque a lavorare: servono numeri, soprattutto al Senato, dove un gruppo di "responsabili" stanno trovando linfa intorno all'ex 5 Stelle Gregorio De Falco (grazie ancora al lavoro di Tabacci).

Un tetris complicato la cui unica scappatoia può essere il voto anticipato: una soluzione che oggi appare un po' più vicina ma comunque ancora molto lontana. 

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