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Scandicci, consigliere della Lega va a Predappio e pubblica selfie sulla tomba di Mussolini

Monni (Pd): "Per loro l'Italia è quella di repubblichini e franchi tiratori". Il Carroccio lo sospende dal partito

E' andato a Predappio e si è fatto un selfie con la cripta di Mussolini alle sue spalle. Foto che poi, due giorni fa, ha pubblicato su Facebook, con la scritta "Viva l'Italia".

Il protagonista degli scatti e della visita a Predappio, località che ogni anno richiama tanti nostalgici del Ventennio, è Christian Braccini, consigliere comunale della Lega a Scandicci.

Sulla vicenda è intervenuto nelle scorse ore direttamente il commissario regionale della Lega, il deputato lombardo Daniele Belotti, che lo ha sospeso dal partito.

"Ritenendo grave quanto fatto dal nostro esponente, abbiamo deciso di procedere con l'immediata sospensione dello stesso dal nostro partito", dice il commissario del Carroccio.

Per il deputato "i valori di libertà e democrazia non devono essere, infatti, mai minimamente messi in discussione, neppure tramite un qualsiasi riferimento fatto sui social durante una normale vacanza estiva".

Era stata Monia Monni, candidata alle prossime regionali e vicecapogruppo del Pd in consiglio regionale, la prima ad accorgersi del post, rilanciandolo sul proprio profilo social.

"Quello che vedete in foto è un compagno di partito della candidata Susanna Ceccardi. E consigliere comunale della Lega a Scandicci e ha deciso di trascorrere la sua estate in modo 'diverso'. Prima una sosta al Papeete sulle orme del capitano e poi una visita a Predappio, visitando la tomba di Mussolini e chiosando la foto ricordo con uno sgrammaticato 'Viva l'Italia'. Sì perché la loro Italia è quella dei repubblichini, dei franchi tiratori, della guerra e delle leggi razziali", ha scritto su Facebook la consigliera regionale del Pd.

"Individui come questo devono essere allontanati immediatamente dalle nostre istituzioni democratiche e antifasciste. Non vi permetteremo di portare il vostro odio in Toscana", ha aggiunto Monni. Braccini si è difeso dicendo che la 'visita' era per "curiosità storica".

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