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La Cité, Renzi: "Faccio il tifo perchè non chiuda". Givone per la mobilitazione dei locali

Renzi: "La Cité racconta di una di una piccola ma grande esperienza di socializzazione". Givone lancia la provocazione: "Una grande mobilitazione da parte dei locali: se devono chiudere loro, che lo facciano tutti per solidarietà"

La Citè, che fa da caffetteria, biblioteca, libreria, pub – con tanto di eventi, presentazioni libri, concerti jazz – è un vero e proprio punto di riferimento per l’Oltrarno. Ci vanno gli studenti, ci va chi in quelle strade ha deciso di prender casa. Apre la mattina chiudeva a notte fonda. Chiudeva, al passato, visto che il giudice ha confermato il sequestro preventivo che impone la chiusura del locale alle 23. Chiuderà, al futuro, a dicembre proprio per la conferma dei sigilli. Per questo si è mosso chi ‘mastica e consuma’ quelle tre stanzette. Sempre per questo il Comune sta cercando di trovare una strada per salvare questa realtà.

Ieri un primo incontro tra i gestori della Cité e l’assessore alla cultura Sergio Givone. Il problema, messo sotto la lente di ingrandimento dalle parti, sempre lo stesso: la convivenza della caffetteria con il resto del quartiere. Il problema, lo stesso di via dei Benci: far collimare il diritto al riposo con quello dello svago. Solo che questa volta lo svago è un po’ più costruttivo di quello in Santa Croce. Anche se, a volte, chiassoso. La domanda di fondo è sempre la stessa: una città dormiente o una pensante, anche a prezzo di un po’ di ‘casino’ (vedi ad esempio polemica Benigni).

Una domanda che questa mattina Repubblica (ed. Firenze) ha sottoposto a Sergio Givone. Un’intervista a cura di Ernesto Ferrara che ripubblichiamo qui:

La decisione del giudice di far chiudere la Cité alle 23? “Non posso contestare la decisione del tribunale, però come tanti mi chiedo perché questo accanimento contro i gestori di un locale che fa quel che fanno tanti, proprio in quella strada, in Borgo San Frediano. Spero che ci sia una grande mobilitazione da parte dei locali: se devono chiudere loro, che lo facciano tutti per solidarietà”.
“Sono convinto che i gestori del locale La Cité hanno fatto e fanno esattamente quello per cui sono nati: un lavoro culturale. Sono andati oltre i limiti? Io so solo che loro rispettavano più di altri le regole: basti pensare che hanno un limitatore di suono nel locale. Eppure nei loro confronti è arrivata questa decisione”, sbotta non un facinoroso rappresentante dei locali notturni ma l’assessore Sergio Givone: “Se chiudessero in maniera definitiva si tratterebbe di una sconfitta per la cultura in questa città”.
Cosa c’è dietro questo “accanimento”? “Io sono arrivato a pensare che i ragazzi della Cité fanno rabbia perché fanno cultura: invitano nel loro locale artisti, illusionisti, fanno cose diverse”, riflette l’assessore alla cultura. Secondo cui la vicenda deve portare a fare diverse altre riflessioni: “Primo: c’è bisogno da parte del Comune di ripristinare un patto di convivenza civile tra residenti e locali, tra popolo della notte e diritto al riposo: il “patto” tra locali e città deve essere rivisto e rilanciato”.

RENZI – Givone che incontra i gestori e si sfoga a Repubblica. Il sindaco Renzi che, dall’inaugurazione di un pezzo delle ‘Grandi Oblate’, fa il tifo per la Cité: “E’ un problema grande: da una parte siamo immersi in una vicenda giudiziaria, di cui noi abbiamo il massimo rispetto. Dall’altra tuttavia siamo di fronte ad una realtà culturalmente importante. L’unica, in quella zona, che permette un vero scambio culturale. Spero che alla fine prevalga il principio di realtà: quella che parla di una piccola ma grande esperienza di socializzazione nel cuore dell’Oltrarno. Per questo ieri l’assessore Givone ha incontrato le ragazze della Citè ed io sono passato a salutarle. Facciamo il tifo perché il Citè non possa chiudere”.

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