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Centro storico Unesco blindato: stop a nuovi venditori di kebab

Presentato in Consiglio il nuovo piano per il commercio nel centro. Addio a kebab, pizza a taglio, e internet point, la delibera passa con l'astensione decisiva di Fli

Il Comune di Firenze continua nella sua opera di ridefinizione del decoro in centro. Ieri si è aggiunto un nuovo tassello allo scacchiere immaginato dalla giunta guidata dal sindaco Matteo Renzi: il nuovo piano del commercio cittadino. Dopo le due fasi della pedonalizzazione, il nuovo regolamento e le più stringenti fasce orarie per lo scarico e carico merci (ma anche per il ritiro della spazzatura), il riassetto del mercato di San Lorenzo e più in generale degli ambulanti della città vecchia e le ultime conformazioni dei dehors, un altro settore economico della città si appresta a cambiare volto. Un disegno che inciderà in maniera sostanziale nelle attività commerciali che gravitano all’interno dell’area Unesco (la cerchia dei viali più l’Oltrarno) e che mira, come illustrato ieri pomeriggio durante il Consiglio comunale a Palazzo Vecchio dal vicesindaco Dario Nardella, a salvaguardare le aree di maggior pregio cittadino. La delibera prevede 3 passaggi chiave: primo, il divieto di vendita tramite apparecchi automatici; secondo, il divieto per nuovi internet point, phone center, money transfer e money change; terzo, lo stop alle nuove pizzerie al taglio, ai fast food, ai self service e al commercio all’ingrosso. All’interno normativo inoltre via Tornabuoni sarà disciplinata da un regime speciale. Nella via da poco pedonalizzata, all’interno dei fondi pregiati ma vuoti ed inutilizzati potranno istallarsi grandi boutique o atelier d’alta moda, oppure botteghe di artigianato tradizionale e artistico, librerie e caffè, ma non la somministrazione alimentare al dettaglio. “Abbiamo scelto – ha sottolineato Nardella – di privilegiare la qualità dei prodotti, con limiti che riguardano materie surgelate o precotte”. Tempi duri per gli amanti del kebab, per sintetizzare il tutto con una battuta.

“Con questo regolamento – ha affermato ieri il vicesindaco Nardella – il Comune si dota di uno strumento moderno e innovativo, per la tutela del commercio di qualità, per il contrasto dei processi degenerativi che squalificano il centro storico, per lo sviluppo equilibrato fra media distribuzione ed esercizi di vicinato. Pur rispettando la libera concorrenza, non possiamo consentire l’impoverimento di un settore che ha una forte valenza sociale e culturale per la nostra città”. Lotta alla rendita, tutela del decoro, valorizzazione della qualità e della tipicità. Tutti punti fermi già sentiti da altri addetti ai lavori; gli stessi capitoli in sostanza che stanno animando la lunga discussione sul riassetto degli ambulanti in San Lorenzo. Tra filosofia politica di chi sostiene il progetto e disco rotto di chi lo contesta con forza.  “Abbiamo previsto un titolo appositamente dedicato alla tutela del centro storico, per proteggere il tessuto commerciale tipico e di qualità, bloccando la proliferazione repentina e incontrollata di nuove attività come phone center e internet point, alcune delle quali sono state indicate dalle forze dell’ordine come possibili attrattori di microcriminalità”.

La delibera è stata approvata ieri, anche se con un evento curioso. Per protesta contro il piano i rappresentanti delle opposizioni erano usciti dall’aula al momento del voto. Nei banchi della maggioranza tuttavia si è fatta registrare qualche assenza di troppo. Tradotto, in aula c’erano troppi pochi consiglieri, mancava il numero legale per dare vita alla votazione e quindi il là alla delibera. A togliere le castagne dal fuoco alla maggioranza ed al Pd, i cui esponenti già si prefigurava un pomeriggio difficile, tra spiegazioni, rossori ed imbarazzi di troppo, ci hanno pensato i consiglieri del gruppo Fli che sono accorso in aula al momento del voto, si sono astenuti ma hanno riportando l’asticella delle presenze sopra il limite minimo stabilito dal regolamento. Un fatto significativo, per alcuni addirittura politico. Che da Firenze parta l’asse politica tra Renzi, Fini ed il terzo polo? Il tempo scioglierà tutti i dubbi ed i nodi del caso. Per adesso dopo il voto rimangono le parole di fuoco dette a distanza tra gli ex alleati, Pdl da una parte Fli dall’altra. “Che FLI fosse un partito ormai ascrivibile al centrosinistra – affermano in una nota i consiglieri del Pdl – lo avevamo capito da tempo, che a Firenze il gruppo consiliare fosse prono ai voleri del sindaco Renzi era altrettanto chiaro. Mentre Fini abbraccia Rutelli in tv, i consiglieri fiorentini tornano in aula affannati per salvare la maggioranza di centrosinistra alla disperazione”.

Pronta la risposta di Bianca Maria Giocoli, vicecapogruppo di Fli in Consiglio comunale: “In passato e nel presente abbiamo sempre richiesto all’Amministrazione comunale la valorizzazione della qualità e della tipicità, la lotta alla rendita e la tutela del decoro del centro storico. Se in passato e nel presente abbiamo sempre chiesto all’Amministrazione comunale strumenti per impedire la nascita e il proliferare di kebab, internet point, phone center, money trasfer e money change. Se in passato e nel presente abbiamo sempre chiesto tutto ciò all’Amministrazione comunale, allora la presenza al voto di ieri dei consiglieri FLI (e il via libera al piano con un voto di astensione) sul piano del commercio ha un solo denominatore, che altri a quanto pare non hanno: la coerenza”.

 

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