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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Caso Lusi, Renzi rilancia: "Presto i nomi dei miei finanziatori"

Il sindaco Renzi: "Li sto contattando uno ad uno per questioni di privacy. Poi pubblico la lista". Ma Bechis da Libero insiste: "La fattura n.4766 è stata pagata da Lusi"

“Intendiamoci , qua non si sta parlando di nulla che non sia legittimo. Il punto è che questi denari io non li ho presi perché non mi sono mai stati dati”, parola di Matteo Renzi. Caso Lusi, capitolo secondo. Se ieri la polemica tra il sindaco di Firenze ed il quotidiano Libero ha occupato gran parte del dibattito politico cittadino, gli strascichi dell’aspro contenzioso si sono fatti sentire anche questa mattina. A scatenare tutto il putiferio l’articolo del vicedirettore della testata, Franco Bechis, che senza mezzi termini ha scritto come Renzi nella campagna elettorale del 2009 avrebbe usufruito dei finanziamenti dell’ex tesoriere della Margherita, Luigi Lusi, oggi indagato per aver sottratto una valanga di milioni al partito. Uno scandalo di portata nazionale, con ripercussioni enormi sull’opinione pubblica, tra questione morale, fuggi fuggi, prese di posizioni nette ed un'intransigenza oramai fisiologica in tempi di antipolitica a livelli storici. ‘L’accusa’ di Bechis, in sostanza, potrebbe lasciare il segno, un bel rigo nero nel curriculum di Renzi. Ed allora i motori si sono subito scaldati ed hanno cominciato a ruggire forte, con tanto di annuncio di querele e controquerele passate via Twitter, prima dal sindaco rottamatore, poi dal giornalista.

Così questa mattina, verso le 10:30, quando Renzi è salito sul palco del congresso del Pdl fiorentino l’attenzione della platea era tutta concentrata sulla querelle di poche ore prima. Renzi lo sapeva e dalla tasca della giacca ha tirato fuori carte e documenti; una specie di lista con i nomi degli ‘sponsor’ della scalata a Palazzo Vecchio. Ed è arrivato anche un ‘urlaccio’ dalla platea particolarmente interessata e molto sensibile all’intera vicenda: “Dicci se c’è anche Lusi”. Renzi ha guardato il pubblico e ha risposto secco: “Lusi qui non c’è”. Ma non si è fermato qui, il sindaco durante l’intervento ha rilanciato, ripetendo i concetti espressi nella tarda serata di ieri: “Sono pronto a rendere pubblici tutti i nomi dei finanziatori delle mie campagne elettorali e degli eventi da me organizzati”. Insomma, c’è la lista ma manca la diffusione dei nomi, anche se il sindaco a quanto pare vuol far presto. L’intento è quello di chiarire il prima possibile l’estraneità ad una vicenda che lo potrebbe trascinare in un calderone mediatico.

“A norma di legge – ha continuato – ho presentato tutti i documenti. Oggi ci viene chiesto di dire nomi e cognomi dei soggetti che hanno finanziato le mie campagne elettorali, ed eventi come le convention della stazione Leopolda, e una volta ottenuta l'autorizzazione, lo faremo. Li sto richiamando uno per uno - ha detto ancora Renzi riferendosi ai  suoi finanziatori - in modo da avere l'autorizzazione per rispetto della privacy”. Poi come da promessa renderà l’intero fascicolo pubblico. Un documento di quattro pagine, in cui per adesso di certo c’è solo l’importo finale: 217mila euro. Tanto è costata la macchina elettorale dell’attuale sindaco, come da lui stesso confermato ai giornalisti a margine del congresso : “circa 137mila euro provenienti dai cittadini e circa 80 mila provenienti da un mutuo”. Insomma un Renzi tranquillo, sereno, senza peli sulla lingua ed addirittura franco quando affronta il tema Margherita: “Sto giocando una partita che più pulita non si può e ribadisco che la Margherita non ha mai pagato nessuna delle mie campagne elettorali né le mie iniziative politiche. Dico anche che questa cosa non la considero un punto di merito: se me le avessero pagate mi sarebbe stato bene”.

LIBERO - Ma Libero non ci sta e nell’edizione di questa mattina ha rilanciato. Il nodo è sempre quello di ieri, così come chi ha firmato l’articolo: i finanziamenti alla campagna elettorale di Renzi, o meglio se Lusi o la Margherita abbiano concesso parte delle risorse. Per Bechis non ci sono dubbi, tanto da tirar fuori fatture e corrispondenza. E qui chiama in causa Patrizio Donnini, l’amministratore della Web & Press, società che si occupa di comunicazione alla quale il comitato elettorale di Renzi ha versato “110mila euro” secondo quanto ammesso dallo stesso Donnini sulle colonne del quotidiano. Poche righe più avanti e arriva l’affondo: “Sempre Donnini – continua Bechis – conferma di avere ricevuto nel giugno 2009 «sicuramente il pagamento della fattura 4766 della Web & Press da 36 mila euro» saldata «da parte di DI-Margherita»”. Poi Bechis si focalizza sul mistero della seconda fattura, la numero 5760 con un importo pari a 45.660 euro, che Donnini non ha mai incassato, come da lui stesso confermato. Per Libero tuttavia la fattura sarebbe registrata nel libro contabile di Lusi, con tanto di riferimento numerico, e con a fianco due diciture appuntate dall’ex tesoriere: la prima, “Renzi”, la seconda “Rutelli ha detto no”. Così il vicedirettore si lascia andare ad una riflessione che anticipa una domanda secca: “Nella contabilità di Lusi anche se non saldata esiste, e ha un numero di serie. L'ha saldata qualcun altro? E chi?
 

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