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Nominato il nuovo garante dei diritti dei detenuti: è il 'boschiano' Giuseppe Fanfani

Avvocato penalista, nipote di Amintore, già deputato ed ex membro del Csm, succede a Franco Corlone

La Toscana ha un nuovo garante per i diritti dei detenuti. Si tratta di Giuseppe Fanfani, avvocato penalista di Sansepolcro (Arezzo), già deputato, due volte sindaco di Arezzo dal 2006 al 2014 ed ex componente laico del Csm. Giuseppe Fanfani è il nipote di Amintore Fanfani ed è ritenuto di area renziana, anzi 'boschiana'.

La nomina del "Nipotissimo" (così Fanfani, in gioventù nell'Azione Cattolica e iscritto alla Dc, è soprannominato nell'aretino) è stata approvata a maggioranza dal Consiglio regionale, riunito in videoconferenza. Lega, Fdi, Fi e del consigliere del Gruppo misto Roberto Salvini, hanno espresso voto contrario.

Astenuti M5s, Sì Toscana a sinistra e le consigliere del Gruppo misto Monica Pecori e Serena Spinelli. Fanfani era stato indicato al ruolo di garante toscano dalla commissione regionale affari istituzionali lo scorso 4 marzo.

La proposta di delibera era stata approvata con sei voti favorevoli, due schede bianche e un voto per un altro candidato, Francesco Ceraudo. Il presidente della commissione Affari istituzionali era Giacomo Bugliani (Pd), il voto a scrutinio segreto.

Fanfani prenderà il posto di Franco Corleone, 'storico' garante dei detenuti toscani, rimasto in carica fino al 2013. Gli altri candidati al ruolo erano Roberto Bocchieri, Francesco Ceraudo, Sofia Ciuffoletti, Paola Foti, Bianca Maria Giocoli, Saverio Migliori ed Emilio Santoro.

Secondo Bugliani, “per la figura di garante dei detenuti è richiesta una competenza consolidata in ambito giuridico e, da questo punto di vista, la figura di Giuseppe Fanfani è di assoluto rilievo, anche perché ha ricoperto il ruolo chiave di vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura”.

“Siamo perplessi e contrari a questa nomina – ha invece commentato il capogruppo della Lega Marco Casucci – La nostra posizione è nota, siamo per una figura unitaria di garanzia. Più che alle figure comunque occorrerebbe pensare a rafforzare i servizi, per questo si poteva proporre un organo collegiale”.

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