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Campi Bisenzio, nel centrodestra è già battaglia interna per la candidatura a sindaco

Da una parte l'ex Forza Italia Paolo Gandola, dall'altra il fiorentino ex leghista Antonio Montelatici

Da una parte l'ex Forza Italia Paolo Gandola, dall'altra il fiorentino Antonio Montelatici, consigliere comunale a Palazzo Vecchio nel gruppo Centro, dopo l'espulsione dalla Lega. Sono i due nomi forti al momento sul tavolo del centrodestra per la candidatura a sindaco di Campi Bisenzio, la prossima primavera, dopo l'elezione di Emiliano Fossi in parlamento e il commissariamento del Comune.

“Sicuramente sono quello che può portare più voti al centrodestra”, si dice sicuro Montelatici, 56enne molto più uomo del popolo rispetto all'istituzionale Gandola, 37enne e già da una vita, per la precisione 13 anni, nel consiglio comunale campigiano.

L'ex leghista a Campi è molto conosciuto, grazie alla sua attività di lungo corso come amministratore del 'Centro Edile', grossa attività di vendita e noleggio di macchine ed attrezzature edili e stradali (a partire da trattori e ruspe, tanto care alle camice verdi). “Qua mi conoscono già tutti come il 'sindaco di San Donnino'”, scherza. Diventare primo cittadino 'vero' non gli dispiacerebbe.

Si dice semplicemnte “a disposizione” della coalizione, ma chi lo conosce bene, anche tra gli amici alleati, non ha dubbi: “Correrà in ogni caso, anche se non dovesse esserci una convergenza sul suo nome”. Lui smentisce, ma certo fa capire che la voglia di candidarsi c'è.

“Campi va rilanciata, i nove anni di Fossi sono stati fallimentari ed io potrei senz'altro ampliare il bacino di votanti, a partire da tanti Pd che mi voterebbero”, assicura l'ex leghista, rivendicando amicizie lungo tutto l'arco politico, anche nel centrosinistra: "Da Matteo Renzi a Eugenio Giani, fino a Stefania Saccardi". Del resto la sua vicinanza al leader di Iv non è un segreto e lui stesso alle ultime politiche ha dichiarato di aver votato al Senato per Saccardi, la vicepresidente della Regione di fede renziana.

Dall'altra parte Gondola scalpita. “Dobbiamo arrivare prima possibile ad una candidatura unitaria. Se sono disponibile? Senz'altro. Ho una lunga esperienza da far valere”, dice l'ex consigliere metropolitano, uscito di recente dal partito berlusconiano per lanciarsi nell'avventura di 'Impegno Vero'. “Un soggetto - spiega -, non alternativo ma complementare ai partiti, in grado di coinvolgere anche tutte quelle forze civiche necessarie a strappare Campi alla sinistra”.

“E' presto per fare nomi. Troveremo una soluzione condivisa a livello di coalizione con gli alleati di Lega e Forza Italia. Entro fine gennaio avremo il candidato”, si schermisce Claudio Gemelli, coordinatore provinciale di Fratelli d'Italia. E' il partito di Giorgia Meloni che dovrà dire l'ultima parola, visti i risultati elettorali dello scorso settembre: a Campi Fdi è stato il partito più votato alla Camera, 26.3 per centro, contro il 26.2 del Pd.

Peraltro a livello comunale il centrodestra ha staccato il centrosinistra di tre punti, 38 a 35. Uno smacco per l'ex sindaco Fossi, eletto comunque nell'uninominale grazie ai voti raccolti negli altri comuni rientranti nel collegio di 'Scandicci'. “Ma una cosa sono le politiche, una cosa le amministrative”, mette le mani avanti Gemelli.

In attesa di vedere chi la spunterà nell'altro campo, quello a guida dem, e se sinistra e 5 Stelle decideranno di proporre un candidato comune, qualcuno nella Lega fa anche il nome della consigliera comunale Vanessa Fiaschi. “A me piacerebbe un civico, ci sono avvocati e ristoratori molto in gamba”, si limita per ora a dire sibillino il coordinatore provinciale del Carroccio, Federico Bussolin.

Di sicuro la presa di Campi, territorio ad alta densità industriale e sede tra l'altro dell'ex Gkn, sarebbe una vittoria di peso per la destra e una sonora batosta per il centrosinistra, in una tornata che vedrà alle urne anche Impruneta e Marradi.

Quest'ultima è guidata adesso da un sindaco di Italia Viva, Tommaso Triberti, che del partito di Renzi è anche coordinatore provinciale e che potrebbe essere ago della bilancia. Posizione che sicuramente farà pesare. Montelatici, impegnato fin da ragazzino nella Misericordia, si definisce un "cattolico moderato", nonostante le posizioni estreme sulla sicurezza, come la richiesta dei fucili a pompa per la polizia municipale. Un appoggio da parte di Iv non lo disdegnerebbe, tutt'altro.

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