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Attentato a Betori, il cardinale in tribunale con Baschini: fisionomia "compatibile"

L'arcivescovo di Firenze, seduto al banco dei testimoni in qualità di persona offesa: "Date le condizioni di luce di quella sera non me la sentirei di dire che lo identifico"

In attesa di andare a Roma per vivere le ultime ore del papato di Benedetto XVI e partecipare all’elezione del nuovo pontefice, il cardinale Giuseppe Betori, l’arcivescovo di Firenze che qualcuno inserisce fra i ‘papabili’, ieri si è presentato in un’aula di tribunale, nel capoluogo toscano. Seduto al banco dei testimoni, in qualità di persona offesa ha raccontato l'aggressione che subì il 4 novembre 2011 nell’androne dell’arcivescovado, quando venne minacciato con una pistola da un uomo che poco prima aveva sparato al suo segretario, don Paolo Brogi, ferendolo. Dopo aver colpito don Brogi, l’aggressore “mi puntò la pistola addosso”, ha raccontato Betori. “Fece un movimento con la mano, che la polizia poi mi ha spiegato essere uno scarrellamento, poi mi puntò l’arma all’altezza della testa”. A quel punto, il cardinale venne trascinato qualche metro per il soprabito, mentre l’uomo armato gridava a don Brogi, che si stava allontanando: “Non andare via perché altrimenti gli sparo”. Intanto, l’arcivescovo cercava di prendere tempo: “Gli dicevo: ‘Se sei venuto a parlarmi, siamo qui, parliamo’”, ha ricordato. “Ma lui ha preso a camminare verso l’uscita gridandomi: ‘Tu non devi dire...’ e poi ‘tu non devi fare...’. Poi è andato via”.

Secondo la polizia, l’aggressore era Elso Baschini, 74 anni, tuttora detenuto: deve rispondere di tentato omicidio e minacce. Durante le indagini, gli investigatori scoprirono nel suo cellulare foto di sopralluoghi alla curia. Sul movente non ci sono certezze, ma l’accusa ha ipotizzato che l’anziano, che ha una situazione economica difficile e diversi problemi di giustizia alle spalle, quella sera abbia tentato di compiere una rapina. Ieri mattina Baschini era seduto accanto al suo difensore, l’avvocato Cristiano Iuliano, proprio di fronte a Betori che, al suo ingresso in aula, ha rivolto loro un cenno di saluto. Betori non è stato però certo di riconoscere in Baschini l’aggressore: la fisionomia è “compatibile”, ha detto il vescovo di Firenze rispondendo al pm, ma “date le condizioni di luce di quella sera non me la sentirei di dire che lo identifico”. Poi ha aggiunto: “Quella sera ebbi l’impressione di avere davanti un esagitato, una persona alterata, pensai che solo un pazzo poteva fare una cosa del genere”. Anche don Brogi, che ha testimoniato subito dopo Betori, guardando Baschini si è limitato a parlare di fisionomia compatibile. Dopo aver risposto per un paio di ore alle domande del pm Giuseppina Mione e della difesa, scortato dalla Digos, che in maniera discreta ha seguito tutta l’udienza, il cardinale Betori è uscito dal tribunale per raggiungere Roma e partecipare all’ultima udienza generale di Papa Benedetto XVI, in piazza San Pietro.

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