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Alcol, nuovo regolamento nel centro Unesco: guerra a tutto campo ai minimarket

Divieti fortissimi come quello di vendita di alcolici e superalcolici da asporto dopo le 21 fino alle 6 del mattino seguente. Ecco tutte le attività che non potranno essere aperte

"Minimarket e Asiamarket" che nel centro storico "svolgono, come unica funzione, quella di vendere alcolici e superalcolici fino a tarda notte, in un contesto di liberalizzazione totale, senza più mezza licenza, mettono a rischio la salute pubblica". Sono attività "che non hanno nulla a che vedere con la tradizione, con il commercio di vicinato, con una normale modello di convivenza in città”, per questo "sono un cancro da estirpare. Lo dico senza mezzi termini: molti di questi soggetti sono venditori di morte". E’ durissimo l'affondo del sindaco Dario Nardella, che ieri in Consiglio comunale ha illustrato il pacchetto di ''misure per la tutela, il decoro del patrimonio culturale del centro storico''. Regolamento approvato dal Consiglio comunale di Palazzo Vecchio.

“E' il primo regolamento del genere in Italia – ha detto l’assessore allo Sviluppo economico Giovanni  Bettarini – e contiene misure che consideriamo ormai indispensabili per tutelare in modo concreto il decoro del centro storico. Non c'è alcun rischio di danneggiare bar e ristoranti perché abbiamo escluso gli esecizi di somministrazione dall'obbligo di adeguarsi entro tre anni alle nuove norme. Al contrario i minimarket non avranno vita facile”. 

Un j'accuse perimetrato da Palazzo Vecchio, anzi riperimetrato. Nella prima stesura di delibera, quella presentata lo scorso ottobre dalla giunta, infatti, le misure avrebbero dovuto interessasse, anche retroattivamente, tre categorie presenti su piazza: il commercio al dettaglio in sede fissa dei generi appartenenti al settore alimentare; somministrazione di alimenti e bevande; artigianali/industriali di preparazione e/o vendita di prodotti alimentari. Una norma pesante, visto che impone la vendita e somministrazione di bevande alcoliche solo in spazi commerciali non inferiori a 40 metri quadrati, con almeno un bagno accessibile ai diversamente abili.  

NO RETROATTIVA - Le tre categorie sono rimaste per l'insediamento di nuove attività. E' per quel che riguarda l'esistente che il testo è stato ridefinito. I bar (ciò che ruota attorno alla somministrazione di alimenti e bevande), in pratica, a differenza dei minimarket non dovranno adeguare i locali al dettato normativo. Lo sottolinea Nardella in aula "affinché si possa sgomberare il campo da ogni allarmismo: non vi è nessun rischio per i bar, nessun rischio per i locali di somministrazione piccoli, o attività già esistenti che sono legati alla tradizione". Il corpus normativo, ribadisce il primo cittadino, "è costruito per aggredire" minimarket e asiamarket: "vi è un chiaro elemento di separazione tra quelle che sono le attività da aggredire e quelle da tutelare. Questa è una sfida che decidiamo di affrontare senza se e senza ma".

In questa logica, per esempio, i classici ''vinai o vinaini'' aperti possono essere esclusi dall''obbligo di adeguarsi entro tre anni nel caso in cui siano esercizi di somministrazione e nel caso rientrino tra gli esercizi storici o del commercio tradizionale. La delibera, inoltre, prevede una serie di "divieti molto forti, che mai prima d'ora erano stati introdotti". In primis quello di vendita di alcolici e superalcolici da asporto dopo le 21 fino alle 6 del mattino seguente. Il sindaco aveva già firmato delle ordinanze con divieti simili sul fronte orario. Paletti annullati dal Tar "non per il contenuto ma perché non erano stati adottati dal Consiglio comunale. Quelle che approviamo stavolta come regolamento, in sostanza, riprendono il contenuto di quelle ordinanze". 

Nella stessa fascia oraria la vendita per asporto è vietata da parte dei somministratori, ad eccezione del servizio al tavolo. E' vietato inoltre somministrare alcolici di ogni gradazione e natura dalle 2 alle 6. La somministrazione di bevande alcoliche su spazi e aree pubbliche deve cessare dalle 24 alle 7, ad eccezione di fiere, sagre, mercati o manifestazioni in cui si promuovono la produzione o il commercio di prodotti tipici locali. È vietato pubblicizzare bevande alcoliche, anche promuovendo sconti, offerte, condizioni vantaggiose d''acquisto o consumo, così come vendere o somministrare alcol a gruppi organizzati per il consumare a prezzi vantaggiosi e in più locali (cosiddetto "alcol tour").
L'organizzazione e la promozione di questi gruppi è vietata.

Nelle aree esterne di pertinenza dei locali, gli esercenti devono provvedere alla pulizia e alla rimozione dei rifiuti entro un'ora dalla chiusura del locale. Le limitazioni sugli orari non riguardano la notte di Capodanno, la Notte Bianca e la notte di San Giovanni (altre deroghe possono essere stabilite dalla giunta). Per quel che riguarda la quiete pubblica i locali si obbligano a prendere misure per evitare assembramenti di clienti, ma anche a vendere o somministrare prodotti di filiera corta o comunque tipici del territorio e della tradizione di Firenze e della Toscana. Inoltre, non potranno essere esercitate attività riconducibili a money change, phone center, internet point e money transfer. Nel centro Unesco sara'' inoltre vietata la vendita di una serie di tipologie merceologiche, che vanno dalle materie prime tessili ai legnami e prodotti per l''edilizia, rottami e materiali di recupero. Stop anche all''apertura di nuove attività commerciali, artigianali e industriali che preparano o vendono pizza, in forma esclusiva o prevalente. La vendita di pizza in modo non prevalente sarà possibile se il prodotto non verrà pubblicizzato in maniera percepibile dall'esterno del locale (vetrina, insegna, altro mezzo pubblicitario).

Saranno vietate nuove attività commerciali, artigianali e industriali che utilizzino alimenti precotti o surgelati e quelle realizzate attraverso apparecchi automatici di vendita o somministrazione; le attività esclusive o prevalenti di fast food o self service (tranne quelle all''interno della stazione di Santa Maria Novella); le discoteche, sale da ballo; le officine di riparazione auto, le attività di money change, phone center, internet point, money transfer esercitate in modo prevalente, i compro-oro, le sale giochi o centri scommesse e i centri massaggi.  

Sul fronte degrado nei negozi di alimentari (minimarket) sarà vietato pubblicizzare ed esporre nelle vetrine o in maniera percepibile dall''esterno bevande alcoliche di qualsiasi gradazione. Questi esercizi avranno l''obbligo di vendere almeno cinque tra le seguenti categorie merceologiche: da forno, frutta, verdura, gastronomia, latte e derivati, carne, pesce. Inoltre i prodotti alimentari esposti per la vendita dovranno essere sistemati solo sugli scaffali e non direttamente a terra. Le vetrine non potranno essere utilizzate per lo stoccaggio delle merci. Sarà vietato installare pannelli luminosi diversi dalle insegne regolarmente abilitate, schermi a led, lcd o simili, che siano visibili dalla strada, ad eccezione degli addobbi natalizi nel periodo fissato dall''amministrazione. Su questo fronte gli esercizi già esistenti dovranno adeguarsi entro tre mesi dall'entrata in vigore del regolamento.

Sono previste disposizioni particolari per via Tornabuoni e Ponte Vecchio. In via Tornabuoni, nei locali che si affacciano direttamente sulla strada, sono consentiti solo negozi di moda di alta gamma, librerie, gallerie d'arte e antiquari, somministrazione di alimenti e bevande, banche e assicurazioni, commercio di oggetti preziosi, orologi, oggetti d'arte, cose antiche o articoli di antiquariato, articoli di numismatica e filatelia, artigianato tradizionale e artistico. Sul Ponte Vecchio è consentito solo il commercio di oggetti preziosi, orologi, oggetti d'arte, cose antiche o articoli di antiquariato, articoli di numismatica e filatelia, mentre è vietata la somministrazione di alimenti e bevande. Il nuovo regolamento, infine, introduce la funzione di esercizio storico, i cui requisiti (da mantenere anche in caso di modifiche degli esercizi) saranno definiti con disciplinare della giunta a partire dall''elenco ''esercizi storici'' allegato al Regolamento urbanistico. La trasformazione dell''esercizio storico è vietata, a meno che la giunta non deliberi che le qualità strutturali e storiche vengono mantenute anche modificando l''oggetto dell'attività. Per quanto riguarda i dehors, il termine di utilizzo è fissato alle 23 (a meno di eventuali proroghe).  
 
Un pacchetto di misure per la tutela e il decoro del centro storico che però incontra anche qualche critica. Non per i contenuti piuttosto per i tempi in cui è stato presentato. Tanto che il gruppo Firenze riparte a sinistra si è astenuto: “Il patrimonio Unesco va tutelato, il centro storico da troppo tempo è in balia dei venti. Accolgo positivamente il regolamento. Ma il nostro è stato un voto di astensione. La maggioranza di Palazzo Vecchio non ha dato tempo alle opposizioni di visionare l'atto in tutte le sue parti, in particolar modo per quel che riguarda il maxi emendamento consegnato stamani (stamani per chi legge ndr) in commissione”. Così Tommaso Grassi insieme al Consigliere Giacomo Trombi e alla consigliera Donelli Verdi. E hanno spiegato: “Da 6 anni sentivamo parlare di questo atto. Ora non capiamo la velocità. Sta a cuore a tutti. Rimandare il voto di pochi giorni non avrebbe danneggiato nessuno e avrebbe permesso di scrivere meglio un testo che rischia di essere soccombente di fronte al tribunale amministrativo”. I consiglieri dell'opposizione di sinistra sottolineano come “lo spirito di collaborazione c'è stato fino a stamani, quando in poche ore, sono stati presentati emendamenti, che sostituivano alcune parti consistenti del regolamento. Avremmo avuto bisogno di più tempo per comprendere a fondo le modifiche”. 
Jacopo Cellai di Forza Italia e Francesco Torselli di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale hanno invece puntato il dito sulla reale possibilità di effettuare controlli a tappeto

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