Affitti brevi: cosa è stato detto alla riunione tra ministro e sindaci
Ministro e sindaci vogliono regolamentare il fenomeno degli affitti brevi in città
Nessuna soluzione pronta all'uso, ma l'obiettivo è proseguire il dialogo per regolamentare il fenomeno degli affitti brevi. Soprattutto nelle città metropolitane. È terminato così l'incontro tra la ministra del turismo, Daniela Santanché, i rappresentanti delle città metropolitane italiane, le piattaforme di house sharing e i sindacati. "Questa giornata di confronto non è stato uno scontro ma un confronto serio, leale e trasparente. Dove ognuno ha presentato la propria visione, le proprie istanze, i propri bisogni", ha spiegato la ministra in una nota.
"Sono soddisfatta - ha sottolineato Santanchè - perché credo che si possa arrivare veramente a un testo di proposta di legge condiviso. Tra i punti che ci vedono d'accordo c'è il Codice identificativo nazionale (Cin), per poter accedere alle piattaforme servirà avere questo codice. Questa proposta ha messo d'accordo tutti". Invece "lavoreremo" sulla proposta delle due notti che abbiamo avanzato dopo il precedente confronto: "C'è chi la vorrebbe per niente, chi la vorrebbe per tre giorni. Ci lavoreremo". L'altra questione, rileva il ministro, "riguarda il numero degli appartamenti. I sindaci ci chiedono di abbassare a 2 appartamenti e quindi dal terzo in su".
Dal governo sottolineano che c'è bisogno di una regolamentazione del settore. "Faremo una proposta id legge di buon senso: la proprietà privata va tutelata e vanno anche tutelate le imprese turistiche - ha aggiunto Santanché -. È una materia complicata, nessuno mai finora ha voluto mettere mani. È molta complessa, con tante sfaccettature ma sono confidente".
Caro affitti, Nardella: locazione massimo per 2 case
Per regolamentare gli affitti brevi serve "un testo normativo più incisivo ed efficace". Per far questo, ai sindaci deve essere concessa più autonomia di manovra (così da stabilire le zone dove limitare o stoppare la locazione turistica), e va modificato uno dei principi di fondo su cui poggia il decreto legge firmato dalla ministra Daniela Santanché: più che il criterio delle notti minime, va abbassato il numero massimo di appartamenti che un soggetto può affittare, passando da quattro a due. Sono questi i passaggi su cui si sofferma il sindaco Dario Nardella al termine del vertice convocato dal ministero del Turismo.
Una riunione che il coordinatore Anci delle Città metropolitane definisce "utile e costruttiva", con l'obiettivo delle metrocittà "di arrivare a un documento di sintesi che possa soddisfare tutti". Infatti, "se da un lato si apprezza la novità del codice identificativo che permetterebbe di avere più trasparenza e controllo degli affitti turistici brevi, dall'altro Firenze, così come quasi tutte le altre città sedute al tavolo, insiste sulla necessità di lasciare le amministrazioni libere di decidere le zone dove il Comune può limitare o vietare gli affitti turistici brevi "nel pieno rispetto dei principi costituzionali della proprietà privata".
Firenze va avanti
Firenze "mantiene in piedi il nostro pacchetto di misure urbanistiche tese a favorire la residenza e a limitare la rendita parassitaria, soprattutto quando si configura come una concorrenza sleale verso le imprese ed equilibrare il fenomeno degli affitti turistici brevi". Conferma il sindaco al termine del tavolo convocato a Roma per discutere del decreto sugli affitti brevi. Va avanti, quindi, l'iter per stoppare in centro, da giugno, nuovi innesti nelle piattaforme come Airbnb. Così come gli incentivi- l'azzeramento per tre anni dell'Imu sulla seconda casa per quei proprietari che vireranno sugli affitti 'tradizionali'- e la scelta sulla monetizzazione in caso di trasformazioni urbane: il privato sarà chiamato a fare housing sociale e non più a pagare gli oneri urbanistici. "Terremo in piedi il nostro pacchetto di misure con le quali stiamo lavorando anche con altre amministrazioni, confermando che se la norma definitiva che è in preparazione del ministero dovesse soddisfare le esigenze della nostra città saremo pronti a rivedere o anche a ritirare i nostri provvedimenti. La nostra è una iniziativa pragmatica che guarda non solo al turismo, ma anche ai bisogni sociali di tante famiglie e studenti".