rotate-mobile
Politica

Aeroporto, con il no del Tar trema il "modello toscano"

Sarà il Consiglio di Stato a dire l'ultima parola, ma è una batosta per Renzi e Carrai. Gianassi: "Fate fagotto e andate a lavorare"

Certo, c'è ancora il Consiglio di Stato che potrebbe ribaltare la sentenza e a cui il governatore della Toscana Enrico Rossi ha già annunciato di voler ricorrere. Ma se davvero, come ha sancito ieri il Tar della Toscana, il Pit fosse annullato, crollerebbe l'atto più importante approvato nell'era Rossi in Toscana, quello su cui il governatore toscano aveva puntato di più. E, elemento non certo secondario, che aveva alacremente lavorato a modificare per piegarsi ai diktat dell'allora sindaco Matteo Renzi lanciato inesorabilmente verso la scalata al Pd prima e a Palazzo Chigi poi.

Non è un caso se alla guida dell'aeroporto fiorentino, nominato dagli enti nel Cda dello scalo ma voluto fortemente da Palazzo Vecchio, sia stato piazzato nel 2013 Marco Carrai, amico intimo del premier e già a capo di numerose società private e partecipate a nomina pubblica (ancora per mano di Matteo Renzi). Oggi Carrai guida la società Toscana Aeroporti che mette insieme gli scali di Pisa e Firenze dopo l'investimento di Corporacion America. Ieri la società si è affrettata a precisare che "la sentenza non incide sul piano" di sviluppo dell'aeroporto. Come a voler tranquillizzare tutti. Ma è chiaro che l'annullamento del Pit costituirebbe uno stop, o quantomeno un rallentamento, alle garanzie di sviluppo chieste dalla corporation argentina. 

Il governo potrebbe mettere una toppa alla eventuale falla del Pit, ma certo dal punto di vista politico la sconfitta sarebbe comunque forte. Non si può infatti sostenere che le criticità del progetto siano un fulmine a ciel sereno: le proteste dei comitati, ma anche dei territori, come successo a Prato, non sono certo cosa di ieri. E così si può dire che se il Consiglio di Stato confermasse la decisione del Tar si tratterebbe dell'ennesima "botta" al governo regionale. Vuoi perché, come in questo caso per il progetto di allungamento della pista e aumento dei volumi di traffico a Firenze, l'investimento politico del Pd e del renzismo è stato pesante. Vuoi perché dopo i tentennamenti sulla Tav e gli scricchiolii sull'inceneritore sfociati nella vittoria di Falchi a Sesto Fiorentino, un intero modello delle grandi opere viene messo seriamente in discussione.

Il Pd, con il suo segretario regionale Parrini, è certo che il Consiglio di Stato ribalterà la sentenza, mentre il sottosegretario Toccafondi (Ncd) provoca dicendo: "Senza nuova pista chiudiamo l'aeroporto". Esultano Movimento 5 Stelle e Alternativa Libera, ma un parere pungente arriva ancora da Sesto, dall'ex sindaco Gianni Gianassi: “Un gruppo di piccoli Davide ha strapazzato il gigante Golia”, per cui Enrico Rossi, Dario Nardella e Riccardo Nencini “devono trarre le conclusioni politiche” della sentenza del Tar della Toscana che ha annullato la variante al Pit per il potenziamento dell’aeroporto di Firenze, e “fare fagotto”. “Anche per loro – ha aggiunto – ci sarà l’onore di un lavoro normale utile per campare la famiglia. Hanno giocato, anche se sporco, ed hanno perso tutto”. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Aeroporto, con il no del Tar trema il "modello toscano"

FirenzeToday è in caricamento