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Come aprire un’azienda agricola a Firenze

Le informazioni utili

Aprire un'azienda agricola comporta molti impegni da sostenere. Avere in mente una linea di produzione e il tipo di servizio che si vuole offrire sono il punto di partenza per sviluppare il proprio sogno.

L’azienda agricola è un’impresa artigianale che produce e vende prodotti enogastronomici, valorizzando le eccellenze del territorio e seguendo i cicli naturali. La sua finalità è di garantire una manifattura di alto profilo biologico e qualitativo. L'azienda agricola può offrire anche beni e servizi, sotto forma di ospitalità e ristorazione: in tal caso si parla di agriturismo, dove i prodotti e le materie prime fornite ai clienti provengono direttamente dalla stessa azienda agricola.

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A chiarire le idee su come aprire un'azienda agricola sono stati i "Giovani di Coldiretti" che hanno stilato una guida: 

Aprire un’azienda agricola: dall’idea al progetto in dieci mosse

Decidere di aprire un’azienda agricola rappresenta un passo molto importante nella vita di ogni giovane imprenditore. Si tratta infatti di una scelta che richiede impegno e dedizione, ma soprattutto tanta curiosità e voglia di entrare in una realtà imprenditoriale molto differente dalle altre.

Chi decide di intraprendere questo percorso, quindi, oltre a rispettare una serie di adempimenti burocratici, deve conoscere eventuali criticità e disporre delle strategie migliori per trasformare l’idea in un progetto di successo.

In particolare, se volessimo sintetizzare l’intero processo in pochi semplici passi, è possibile individuare dieci mosse fondamentali per aprire un’azienda agricola.

1.  Avere un’idea d‘impresa intorno alla quale costruire un progetto di sviluppo.

Ciò vuol dire che ancora prima di cominciare è utile avere le idee ben chiare sulla tipologia di imprenditore che si intende diventare. Che si scelga la strada dell’imprenditore agricolo “tradizionale”, specializzato nella produzione in uno specifico comparto, o quella dell’imprenditore agricolo “multifunzionale e pluriattivo”, si andrà incontro a opportunità e scenari normativi piuttosto differenti. Inoltre, avendo un’idea d’impresa ben precisa, è possibile valutare in maniera preventiva tutte le eventuali leve strategiche da attivare: innovazione, vendita diretta, reti, territorio, qualità, agroenergie, agriturismo, fattoria didattica, ecc.

2. Analisi delle caratteristiche e delle potenzialità aziendali tramite l’osservazione del territorio, del mercato, dei concorrenti e delle normative vigenti.

L’intuizione da sola non è sufficiente a decretare il successo di un’attività.  Un’idea d’impresa, se pur apparentemente vincente, va sempre accompagnata, prima, dopo o durante l’elaborazione, da un’analisi del mercato e della concorrenza.

Con il supporto di appositi consulenti è quindi consigliabile analizzare:

- Capitale umano (competenze professionali, quale modello gestionale, quale forma giuridica).

- Capitale fisico (dimensioni aziendali, immobili disponibili e da acquisire, macchine e attrezzi).

- Offerta (massa critica, differenziazione prodotti e attività, qualità, diversificazione).

- Mercati (canali di vendita possibili, attività promozionali)

- Performance economica (redditività e costi)

E’ inoltre altrettanto opportuno valutare componenti esterne all’azienda sul piano:

- Istituzionale (normativa di riferimento, esistenza di reti formalizzate come consorzi, cooperative, strade del vino,ecc).

- Territoriale (dotazione infrastrutturale materiale e immateriale, disponibilità di servizi alle imprese agricole).

- Commerciale (canali distributivi locali, caratteristiche della domanda e dell’offerta).

- Competitivo: struttura della concorrenza e grado di concentrazione dell’offerta.

3. Trasformazione dell’“idea” in un progetto di sviluppo imprenditoriale.

Dopo la fase di analisi e l’elaborazione dell’idea d’impresa, comincia la progettazione vera e propria. Una volta definiti gli obiettivi da raggiungere e i risultati attesi, occorrerà individuare le risorse da utilizzare e le strategie da implementare.

Il passaggio dalla fase di analisi e ideazione a quella più concreta di sviluppo del progetto prevede un’ulteriore fase intermedia in cui si rende necessario verificare la fattibilità del progetto.

4. Verifica della fattibilità/realizzabilità del progetto.

Si tratta quindi di redigere, con l’aiuto di adeguati specialisti e professionisti, un Business Plan, in grado di conferire credibilità al progetto e consentire la richiesta di finanziamento pubblico o privato. Nel piano dovrà essere analizzata la situazione di partenza, il progetto di sviluppo e la situazione post investimento.

5. Ricerca della fonte di finanziamento

Una volta redatto il piano economico e finanziario si potrà procedere alla ricerca delle fonti di finanziamento. Nel caso dei giovani imprenditori agricoli vi sono diverse misure e strumenti per favorirne l’insediamento, fra cui ad esempio il “subentro”, il premio di “primo insediamento”, piuttosto che i fondi stanziati dal Piano di Sviluppo Rurale.  Per l’acquisto di un terreno è invece opportuno verificare la possibilità di richiedere un mutuo tramite ISMEA.

6. Verifica se il progetto ha le caratteristiche necessarie per accedere ad un finanziamento pubblico.

Dopo aver individuato le fonti di finanziamento più idonee, è necessario leggere accuratamente il bando in questione per verificare l’effettiva esistenza dei requisiti soggettivi (rispetto al soggetto che si candida) e oggettivi (rispetto al progetto di investimento che si intende proporre).

7. Presentazione del progetto per il finanziamento pubblico.

Una volta eseguite le analisi e i controlli necessari si può procedere alla presentazione del progetto attraverso apposita domanda corredata di Business Plan. In questa fase, in particolare, è consigliabile l’assistenza da parte di un CAA (Centro Autorizzato di Assistenza Agricola) e la consulenza di un professionista per la parte tecnica. La presentazione della domanda, tuttavia, pur avvenendo in maniera corretta, può non essere sufficiente a garantire il raggiungimento dell’obiettivo (finanziamento) in tempi brevi. Una delle criticità maggiori insite in questo passaggio è infatti rappresentata proprio dall’eccessiva lentezza delle pratiche burocratiche. Le procedure per accedere alle risorse dei Psr specificatamente dedicate ai giovani prevedono in media 275 giorni fra l’approvazione del programma e l’uscita del bando, 248 giorni tra la fine della raccolta delle domande e il decreto di concessione del contributo (istruttoria), tra i 18 e i 24 mesi per l’erogazione del contributo.

8. Presentazione del progetto per il finanziamento privato

Qualora si decida di fare richiesta di finanziamento privato, è possibile valutare i pacchetti e le agevolazioni messe a disposizione di CreditAgri. È quindi opportuno richiedere la consulenza dell’istituto per conoscere i prodotti finanziari più adatti e le migliori condizioni di accesso al credito.

9. Ricerca delle garanzie per accedere al credito

Tuttavia ogni richiesta di finanziamento che si rispetti prevede la sussistenza di determinate garanzie, che andranno presentate alla banca di turno. Anche in questa fase, quindi, è consigliabile affidarsi alla consulenza di CreditAgri, in modo tale da poter individuare eventuali criticità e possibili soluzioni.

10. Realizzazione del progetto

Una volta accertata la sussistenza delle garanzie ed effettuata la richiesta di finanziamento, si passerà alla fase di concretizzazione del progetto. Delicato e cruciale questo passaggio risentirà inevitabilmente della preparazione, della capacità imprenditoriale, della creatività che il singolo riuscirà ad esprimere.

Link utili

Il sito della Regione Toscana dedicata a agricoltura e alimentazione

Psr Feasr 2014-2020

Blog dell'agricoltura della Regione Toscana

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