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Legambiente presenta il Rapporto ecomafie 2014: Toscana salda al 6° posto

In Toscana continuano a crescere i reati nel ciclo dei rifiuti (412) e a rimanere sostanzialmente invariati quelli del cemento (330), i settori storicamente trainanti dell'eco-criminalità

Non conosce sosta l'aggressione ambientale in Italia e anche la Toscana non fa eccezione, visto che secondo il ‘Rapporto ecomafia 2014’ curato da Legambiente la regione si colloca la sesto posto nella classifica dell’illegalità ambientale 2013. Una classifica che innanzitutto si struttura sui numeri dell’illegalità censita nel rapporto (che dal 1994 ad oggi ha censito 321 clan, contando i 19 del 2013). Un illecito che, a livello nazionale, è stimato in “circa 15 miliardi di euro”. In linea con il quadro nazionale, e nonostante si registri anche qui un calo in valore assoluto delle infrazioni- 1.989 corrispondente al 7% sul totale dei reati accertati su scala nazionale), dovuto soprattutto al positivo decremento degli incendi boschivi- in Toscana continuano a crescere i reati nel ciclo dei rifiuti (412) e a rimanere sostanzialmente invariati quelli del cemento (330), i settori storicamente trainanti dell'eco/criminalità. Numeri che confermano la Toscana tra le regioni maggiormente colpite, subito dopo quelle a tradizionale presenza mafiosa (Campania, Sicilia, Puglia, Calabria) e il Lazio.

Altissimo pure il numero di denunce (2008), di arresti (2) e di sequestri (559). Seppure ciò dimostri anche il buon lavoro fatto sul fronte repressivo, anche il 2013 si conferma un altro anno da dimenticare. Sono questi i numeri presentati ieri a Firenze da Legambiente, che ha visto la partecipazione di Fausto Ferruzza, Presidente di Legambiente Toscana, di Antonio Pergolizzi, coordinatore dell’Osservatorio Nazionale Ambiente e Legalità di Legambiente, di Don Andrea Bigalli, coordinatore regionale di Libera, e del Sostituto Procuratore della DDA di Firenze Ettore Squillace Greco. “Ecomafia 2014- sottolineano Ferruzza e Pergolizzi- conferma che la Toscana, come altre regioni del centro/nord Italia, si trova a fronteggiare un’aggressione ambientale ostinata su tutti i fronti. E se le varie famiglie mafiose (soprattutto di origine campana e calabrese) provano a esercitare, spesso riuscendoci, un forte condizionamento nel ciclo del cemento, entrando negli appalti e sub appalti delle grandi opere e riciclandovi denaro sporco, nel campo dei rifiuti ai clan si affiancano ancora troppi impresari e faccendieri spregiudicati pronti a trasformare i veleni in oro”.

Dello stesso avviso il sostituto procuratore Squillace Greco che proprio sui numeri del rapporto ribadisce il “nesso fortissimo legato al profitto tra corruzione, criminalità ambientale e le cosce storiche presenti nel Paese, perché con i ciclo dei rifiuti, l’oro nero, camorra, mafia, ‘ndràngheta, guadagnano montagne di denaro”. Per il procuratore sta anche “nell’iper burocratizzazione italiana sul comparto ambientale una delle cause che favorisce la corruzione”. Passando all’analisi degli altri settori, stabile il numero dei reati contro la fauna, mentre la Toscana figura tra le regioni più colpite per le aggressioni al patrimonio culturale. In costante crescita anche la piaga della corruzione con il raddoppio delle denunce nel 2013. Tra i settori maggiormente dolenti quello del ciclo dei rifiuti dove la nostra regione sale in negativo rispetto all'anno precedente e raggiungendo, anche nel 2013, cifre preoccupanti con quasi il doppio (412) dei reati accertati nel 2012, il 7,2% del totale nazionale, 448 persone denunciate e 160 sequestri effettuati.

È Arezzo la provincia con il numero più alto (76) d’infrazioni accertate, seguita da Firenze (72), Siena (67) e Prato (50). “La mafia e la camorra- spiega Squillace Greco- offrono alle imprese servizi al 10% - 20% sul costo ordinario. La crisi fa il resto. Per questo anche la Toscana non è estranea ai grandi traffici nazionali e internazionali. Nella Terra dei Fuochi ci sono anche rifiuti di imprese toscane”. Anche nel ciclo del cemento “non si riesce a voltare pagina”, sottolinea Legambiente,  “e si è costretti a raccontare sempre la stessa storia”. Il mattone selvaggio “è servito in alcuni contesti per spalancare le porte alle ditte di mafia”. Tornando ai numeri: anche quest’anno la Toscana mantiene la sesta posizione con 330 infrazioni accertate (il 6 % sul totale nazionale), 513 persone denunciate e 80 sequestri effettuati.

Anche il racket degli animali vede crescere il numero di crimini commessi. Bracconaggio, commercio illegale di specie protette, allevamenti, pesca di frodo. Ma anche le nuove norme contro il maltrattamento degli animali di affezione. La Toscana, stabile al 6° posto della classifica, con numeri però davvero preoccupanti: 551 infrazioni accertate, con una percentuale sul totale del 6,5%, 488 denunce, 127 sequestri. Alla morsa eco-criminale non sfuggono nemmeno i nostri tesori culturali. Altro anno intenso per le forze dell’ordine, in particolare per il Comando dei Carabinieri, per le cosiddette archeomafie alle prese con i tanti reati commessi ai danni del nostro immenso patrimonio storico-culturale. A presidiare la classifica nazionale, come una delle regioni maggiormente colpite dai ladri di opere d'arte troviamo la Toscana (4°posto, con 83 furti e il 9,5% sul totale nazionale). In aumento anche i furti nei musei e nelle aree archeologiche (con scavi clandestini). “L’unica buona notizia del rapporto” sta nella drastica riduzione del numero di incendi nelle superfici boschive. Va meglio, dunque, in Toscana (7° posto) che scende meritoriamente nella classifica nazionale. Diminuiscono notevolmente anche le infrazioni accertate (da 699 a 203) con il 6,7% sul totale, come diminuiscono le persone denunciate (da 113 a 44) e i sequestri (da 14 a 8).

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