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Badia a Passignano rinasce: prima area naturale protetta del Chianti

Percorsi e sentieri attrezzati, pannelli e cartine informative. Tra i boschi di Badia animali e piante non comuni come il Picchio rosso minore, il picchio più piccolo d'Europa

Badia a Passignano rinasce sotto il profilo ambientale e paesaggistico. San Giovanni Gualberto, fondatore della congregazione vallombrosana dell’ordine benedettino, aveva scelto questo luogo nell’anno Mille per alimentare lo spirito. Il Comune di Tavarnelle lo sceglie per affermare l’identità di un luogo sempre più fruibile. Dopo il recente restauro di uno dei capolavori dell’arte italiana, il Cenacolo di Domenico Ghirlandaio, si è aperta oggi l’area naturale protetta di Badia a Passignano, la prima del Chianti.
 
"Il nostro obiettivo - dichiara il sindaco David Baroncelli - è quello di valorizzare, conservare e tutelare questa zona, già di pregio, aprendola ad una maggiore fruizione da parte dei visitatori e promuovendone la conoscenza sotto il profilo naturalistico, ambientale e storico-culturale con un particolare sguardo rivolto agli studenti e agli operatori economici”.

Grazie al contributo della Regione Toscana il Comune ha scommesso sulla promozione territoriale dell’area protetta di Badia realizzando un ampio progetto che ha previsto il completamento e la valorizzazione di una rete di percorsi naturalistici, corredata di impianti informativi, pannelli, cartine che consentono una conoscenza dettagliata delle emergenze storiche-culturali e naturalistiche presenti lungo i vari siti. Altri interventi sono stati l’elaborazione di uno studio in collaborazione con l’Università di Firenze e la pubblicazione di due numeri della collana editoriale che descrivono le peculiarità dell’area sotto il profilo naturalistico e culturale.

 “Per chi abita nelle nostre terre - continua il sindaco - e chi le viene a riscoprire con zaino in spalla e tenuta da trekking c’è l’attitudine a pensare che i boschi del Chianti siano popolati prevalentemente da cinghiali e caprioli, mammiferi certamente tra i più ricorrenti ma non i soli a considerare clima, collocazione geografica e caratteristiche dell’ecosistema chiantigiano l’habitat migliore in cui insediarsi e riprodursi. Esiste invece una tale complessità di specie animali e vegetali che fa parlare a più voci i 364 ettari complessivi che costituiscono il patrimonio di Badia a Passignano e Poggio al Vento”.  

Nell’area sono oltre cento le specie di animali, tra mammiferi e uccelli censiti dal biologo Marco Lebboroni, esperto di ecosistema chiantigiani. Vi si riproducono animali rari e di particolare interesse scientifico e gestionale, quali il topo quercino, il moscardino e il picchio rosso minore, il picchio più piccolo d’Europa. Una biodiversità particolarmente eterogenea che annovera anche sul fronte della flora specie particolari che parlano del passato di Badia e di come un tempo il clima fosse meno temperato e vicino alle caratteristiche degli ambienti appenninici. In questo senso il segno più evidente è rappresentato dalla presenza del Giglio di San Giovanni e del Maggiociondolo, rispettivamente fiore e essenza arborea.
 
La memoria storica si fonde e si intreccia con la natura e il territorio. “Badia a Passignano – aggiunge il sindaco - è il nostro fiore all’occhiello, è la storia tutta tavarnellina che permette di investire sulle origini millenarie dell’Abbazia, il segno lasciato dalla mano del primo forestale d’Italia, San Giovanni Gualberto, è dentro ad ogni forma di vita che oggi abita l’area, ricca e di particolare interesse scientifico anche sotto il profilo della biodiversità. Un luogo che adesso è più aperto e accessibile e sul quale continueremo ad investire realizzando infrastrutture e attivando nuovi servizi”.

 

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