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Firmati due protocolli per la formazione dei detenuti della Toscana

Il governatore Giani: “Lavorare nello spirito costituzionale del rinserimento della persona”

Ieri mattina nel palazzo della Giunta regionale Toscana sono stati firmati due protocolli per inserire progetti di formazione e lavoro negli istituti penitenziari, rivolti sia alla popolazione adulta che ai minorenni. Il convegno è stato organizzato per fare luce sulle attività già presenti sul territorio e le prospettive future per il recupero e il reinserimento dei detenuti nella vita civile. Per concretizzare gli impegni previsti da questi due accordi, partiranno dei bandi di concorso rivolti ad aziende, finanziati con oltre 3 milioni di euro derivanti dal Fse+ 2021-27.

“In questo modo si cerca di contrastare da un lato la povertà e dall’altra parte il fenomeno della recidiva – ha spiegato l’assessore all’Istruzione della Regione Toscana Alessandra Nardini –. Alla stesura di questi protocolli ha partecipato anche il garante regionale per i detenuti Fanfani. Abbiamo destinato 2 milioni agli interventi di formazione e inserimento lavorativo per gli adulti e circa 1 milione per i detenuti minorenni”.

Sul territorio regionale esistono già diverse esperienze di integrazione della popolazione carceraria, spesso affidata a cooperative che cercano di svolgere un ruolo educativo e anche di welfare per queste persone. “Lavorare diventa anche un modo per passare le giornate – spiega Francesco Grazi della Cooperativa San Martino. Nel progetto sviluppato dall’azienda tessile Pointex all’interno del carcere della Dogaia di Prato cinque detenuti hanno avuto la possibilità di cominciare un percorso lavorativo, dove sono impegnati a operare su materiale semilavorato, sul taglio, la cucitura e il confezionamento. Si tratta di un tirocinio, cui poi fa seguito un vero e proprio contratto. Naturalmente c’è bisogno di aziende che credano in questi progetti e li portino avanti”.

Al convegno hanno partecipato esperti, docenti universitari, dirigenti dell’amministrazione penitenziaria. Il Garante dei diritti dei detenuti a Firenze, Eros Cruccolini ha sottolineato: “Questo protocollo è importante perché incrementa le opportunità di formazione. Andare alla ricerca del lavoro con un bagaglio formativo ti dà più chance. Il limite del protocollo, però, è che viene coinvolto un numero esiguo di imprese sul piano regionale. Bisogna lavorare sui Comuni per l’attuazione della legge 381 e fare gare rivolte alla cooperazione sociale. In quel caso abbiamo tirocini formativi a 500 euro al mese che non danno la giusta autonomia per poter portare avanti il sostentamento della famiglia. Eppure la strada da portare avanti è quella della formazione e del lavoro. Nella nostra regione la cooperazione sociale attualmente dà opportunità a più di 2 mila persone”.

La presenza del garante dei detenuti ha dato l’occasione di affrontare anche il tema della violenza negli istituti penitenziari, cresciuta negli ultimi tempi. “A Sollicciano abbiamo oltre 300 atti di autolesionismo – ha spiegato Cruccolini. Nel 2022 ci sono stati più di 35 episodi di aggressione al personale della polizia penitenziaria e sanitaria. Abbiamo chiesto alla Regione un incremento di personale, soprattutto di psicologi. Abbiamo introdotto un’esperienza innovativa, l’etnoclinica, un’attività specifica di psichiatria rivolta agli stranieri, visto il numero elevato nelle nostre carceri. C’è bisogno di tanta prevenzione. Non credo all’uso di strumenti di repressione, quanto a un grande supporto delle attività lavorative e psico-sociali, vero antidoto alle situazioni di disagio, che riducono fortemente l’elemento dell’aggressività”.

I protocolli presentati in Regione seguono il principio costituzionale della “funzione rieducativa della detenzione e dell’esecuzione della pena – ha voluto sottolineare il governatore Eugenio Giani –. Vogliamo dare il nostro contributo a rendere effettivo anche per le persone detenute il principio dell’apprendimento permanente lungo tutto l’arco della vita. L’acquisizione di conoscenze, capacità, competenze faciliterà l’incontro tra domanda e offerta di lavoro nel periodo successivo allo stato di detenzione, garantendo a chi parteciperà a questi percorsi formativi un’effettiva integrazione sociale”.

L’avviso per i percorsi formativi sono progetti che porteranno al finanziamento di 65 percorsi formativi di gruppo, nei settori della ristorazione, edilizia, agricoltura, pelletteria, nel campo tessile e in quello elettrico. Avranno una durata tra le 110 e le 264 ore, compresi gli stage. Alla fine dei corsi sarà rilasciato un certificato di competenza relativa alla figura professionale esercitata. Anche per i minorenni sono previsti percorsi di formazione nel campo della ristorazione, agricoltura, carpenteria, meccanica, per un totale di 24 iniziative.

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